Da romanzi come “Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nafisi e “Quello che mi spetta” di Parinoush Saniee a saggi come “L’Iran dietro le porte chiuse” di Stephan Orth, fino ad arrivare a graphic novel come “Persepolis” e “Donna, vita, libertà” di Marjane Satrapi: una selezione di libri per capire meglio i fenomeni sociopolitici che riguardano l’Iran di oggi (in cui non mancano tensioni e repressioni), la sua storia millenaria, le contraddizioni del Paese, la sua cultura e il modo in cui le vicende contemporanee stanno cambiando il suo profilo…
È passato più di un anno e mezzo da quando, il 16 settembre 2022, la giovane curdo-iraniana Mahsa Amini perdeva la vita a Teheran mentre era in stato di fermo, dopo essere stata arrestata perché aveva indossato in modo scorretto il velo previsto dalla religione e dalla legge statale.
Nel frattempo, il volto dell’Iran è in parte cambiato, e il Paese tenta di portare avanti giorno dopo giorno la sua resistenza contro il regime, trasformando quella che all’inizio era sembrata una rivoluzione-lampo in una lenta ma costante opposizione contro la condizione femminile e, più in generale, contro le repressioni del governo di Ebrahim Raisi.
Per capire meglio i fenomeni sociopolitici che stanno riguardando l’Iran (e ripercorrere la storia e le contraddizioni del Paese), ecco quindi una selezione di libri di ieri e di oggi – che non pretende di essere esaustiva e i cui titoli non sono posti in ordine di importanza – dedicata alle tante sfaccettature di ieri e di oggi di questa nazione.
Si va da romanzi come Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi e Quello che mi spetta di Parinoush Saniee a saggi come L’Iran dietro le porte chiuse di Stephan Orth, fino ad arrivare a graphic novel come Persepolis e Donna, vita, libertà di Marjane Satrapi, che insieme ci permettono di ricostruire uno spaccato della storia millenaria dell’Iran, della sua cultura e del modo in cui le vicende contemporanee stanno cambiando il suo profilo…
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Leggere Lolita a Teheran
Cominciamo da Leggere Lolita a Teheran (Adelphi, traduzione di Roberto Serrai), un libro sull’Iran che è diventato ormai un vero e proprio cult, e in cui l’autrice, Azar Nafisi, racconta di quando, nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, ha fatto di tutto pur di insegnare letteratura all’Università, durante un seminario clandestino destinato a giovani sempre più esposti alla catechesi islamica. Dell’intellettuale iraniana, peraltro, è stato ripubblicato da poco anche il saggio La repubblica dell’immaginazione, nella traduzione di Mariagrazia Gini per Adelphi.
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Donna, vita, libertà
Con Donna, vita, libertà (Rizzoli Lizard, traduzione di Lara Pollero) ci spostiamo invece nella società di oggi, come anticipa il sottotitolo del volume: Avere vent’anni in Iran e morire per i diritti delle donne. Un graphic novel a cura di Marjane Satrapi (e al quale hanno collaborato anche Jean-Pierre Perrin e Farid Vahid), ovvero l’illustratrice, regista e sceneggiatrice naturalizzata francese già nota per la pubblicazione di Persepolis (Rizzoli Lizard, traduzione di Cristina Sparagana e di Gianluigi Gasparini), da cui nel 2007 è stato tratto un film d’animazione candidato agli Oscar.
La notte sopra Teheran
Torniamo ai romanzi con La notte sopra Teheran (Garzanti) di Pegah Moshir Pour, nato dalla storia personale di un’autrice che sta tenendo vivo nel nostro Paese il dibattito sui diritti delle donne iraniane. La storia è quella di una famiglia che, non riuscendo a garantire un futuro giusto e sereno alla loro figlia femmina, sceglie di trasferirsi in Italia da Teheran. Ma Pegah si separa con dolore dalla sua casa e dalla cugina Setareh, e continua a volerne sapere di più sulle sue radici, finché non perde le tracce di Setareh e decide di mettersi in viaggio per riportarla a casa…
Quello che mi spetta
Quello che mi spetta (Garzanti, traduzione di Narges Gholizadeh Monsef e di Sepideh Rouhi) di Parinoush Saniee, bestseller censurato e messo al bando dal governo iraniano, racconta invece la toccante storia di Masumeh, una quindicenne di Teheran innamorata del giovane Saeid, ma costretta dai fratelli a interrompere la relazione clandestina con lui e a sposare un uomo assente ed egoista. Insieme a lui metterà al mondo tre figli, che cercherà con tutte le sue forze di far studiare nell’attesa che la vita le restituisca finalmente la felicità che le spetta.
Finché non saremo liberi
Proseguiamo con Finché non saremo liberi (Bompiani, traduzione di Alberto Cristofori) di Shirin Ebadi, la prima donna musulmana a ricevere il Premio Nobel per la Pace nel 2003. Qui ci racconta di come si sia ribellata con coraggio a un potere intenzionato a portarle via tutto un passo dopo l’altro, ma che non è riuscito a spegnere la sua voce. “È per amore dell’Iran e del suo popolo […] che ho intrapreso ogni singolo passo di questo viaggio”, sono infatti le sue parole. “E so che un giorno gli iraniani troveranno la loro strada per la libertà e la giustizia che meritano“.
Ventre sepolto
Fra le uscite più recenti in libreria c’è anche Ventre sepolto di Aliyeh Ataei (Utopia, traduzione di Giacomo Longhi e Harir Sherkat), una storia di ossessioni e discriminazioni che si lega alla ricerca di una gemella scomparsa. Il protagonista è Mani Rafat, che vaga disperato per Teheran sperando appunto di trovare la sorella: ingegnere dallo spiccato gusto letterario che soffre di disturbi psichici, Mani capirà che ad alimentare la sua inquietudine è soprattutto la disforia di genere, e farà di tutto per rimettersi in contatto anche con sé stesso in un Iran non sempre aperto e accogliente.
Iran under 30
Al pensiero, alle condizioni e ai desideri delle nuove generazioni è invece dedicato Iran under 30 (Polidoro, traduzione di Melissa Fedi e di Federica Ponzo), un’antologia a cura di Giacomo Longhi che propone dodici racconti di scrittrici e scrittori sotto i trent’anni, proposti a loro volta da due dei maggiori autori iraniani contemporanei: Mahsa Mohebali e Mohammad Tolouei. Una carrellata di impressioni dall’interno, che danno spazio a chi, soprattutto negli ultimi mesi, è stato protagonista di un’irrefrenabile spinta al cambiamento.
Love harder
La giornalista Barbara Stefanelli (vicedirettrice vicario del Corriere della Sera e direttrice del magazine 7) raccoglie in un libro le storie delle ribelli iraniane e delle madri, dei fratelli, padri e compagni che ne hanno sostenuto la battaglia. Love harder (Solferino) parla di una generazione di giovani donne istruite, che si rispecchiano nelle coetanee di Paesi più liberi, ne condividono i desideri, e aspirano agli stessi diritti.
Ho nascosto la mia voce
Sempre a Parinoush Saniee si deve Ho nascosto la mia voce (Garzanti, traduzione di Bianca Filippini), in cui il protagonista è invece il piccolo Shahab, convinto che per lui non sia ancora il momento di iniziare a parlare. L’unica a capirlo è sua madre Mariam, perché anche lei sa cosa vuol dire sentirsi diversi, in una realtà in cui una donna laureata deve rinunciare alla carriera per occuparsi della famiglia. Grazie a lei Shahab scoprirà che la strada che porta al cuore è piena di ostacoli, ma che quando l’obiettivo è importante si trova sempre il modo di rompere il silenzio.
Storia dell’Iran. 1890-2020
E veniamo ora a un saggio intitolato Storia dell’Iran. 1890-2020 (il Saggiatore), scritto da Farian Sabahi: un’opera che attraversa l’economia e la religione, l’evoluzione della società e quella della cultura, la questione femminile e i diritti civili, il nazionalismo e i rapporti con l’estero, nel tentativo di raccontare un paese sospeso tra modernità e tradizione, tra Oriente e Occidente. Un popolo indoeuropeo in mezzo agli arabi, un territorio sciita accerchiato da sunniti. Un luogo misterioso, che esiste e resiste da millenni, pur con tutte le sue contraddizioni.
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La cucina color zafferano
Andiamo avanti con La cucina color zafferano (Guanda, traduzione di Paola Mazzarelli) di Yasmin Crowther. Maryam Mazar vive a Londra ma è di origini iraniane, e la morte della sorella a Teheran, sommata alla dolorosa interruzione della gravidanza della figlia Sara, aprono uno squarcio nell’apparente tranquillità della sua vita e del suo matrimonio. Rinnegata in gioventù dalla sua famiglia per un peccato non commesso, la donna decide allora di tornare nella terra che ha dovuto abbandonare per affrontare i fantasmi del passato e cercare così di ricomporre la trama della sua vita…
Il sentiero delle babbucce gialle
Da menzionare è poi Il sentiero delle babbucce gialle (Iperborea, traduzione di Elisabetta Svaluto Moreolo) di Kader Abdolah, un viaggio nella memoria che ci trasporta nell’antica città di Arak, divisa fra le sue tradizioni secolari e la forzata modernizzazione a stelle e strisce con cui lo scià, nel secondo dopoguerra, ha importato in Iran la gomma da masticare e il seducente mondo del cinema. Un romanzo di formazione che fonde realtà, mito e fiaba orientale per rievocare l’antica Persia, guidando lettrici e lettori attraverso un viaggio interiore alla ricerca di sé stessi.
L’attrice di Teheran
A chi è in cerca di grandi voci femminili provenienti dall’Iran, consigliamo poi L’attrice di Teheran (Edizioni E/O, traduzione di Federica Alba) di Nahal Tajadod, che fa parte di una più ampia collana di titoli affini proposti negli ultimi anni da Edizioni E/O. Questo volume si concentra sulla storia di un’attrice nata dopo la rivoluzione del 1979, che ha conosciuto solo il regime islamico, e di una scrittrice cresciuta invece nell’Iran dello scià. Dal confronto fra le loro visioni e generazioni prende vita un gioco di specchi che definisce il ritratto di un Paese eterogeneo e complesso.
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L’Iran dietro le porte chiuse
A proposito di complessità, suggeriamo L’Iran dietro le porte chiuse (Keller, traduzione di Melissa Maggioni), un saggio in cui il pluripremiato giornalista Stephan Orth ci conduce in un Iran affascinante e spesso frainteso, ancora raramente visitato dai viaggiatori occidentali. L’autore si muove, per oltre novemila chilometri, con l’intento di regalarci una visuale inedita e rivelatrice di ciò che accade dietro le quinte di una delle società più chiuse del mondo, attraverso un reportage denso di umanità e colore, leggerezza e spunti di riflessione.
Sedici parole
Sempre la casa editrice Keller, nella traduzione di Angela Lorenzini, ha pubblicato sull’Iran il libro Sedici parole (Keller, traduzione di Angela Lorenzini) di Nava Ebrahimi: un romanzo che proprio attraverso sedici parole, una per ogni capitolo, ci conduce nel cuore di un Paese pieno di silenzi ed enigmi. La storia della protagonista, una giovane di nome Mona che fa la ghostwriter a Colonia ma che rientra in patria dopo la morte della nonna, si muove infatti tra infanzia ed età adulta, raccontandoci un mondo di donne forti, misericordiose e crudeli, di uomini e sogni, di sconfitte e dignità.
La donna di Teheran
Incentrato sulla forza dei legami familiari è anche La donna di Teheran (Newton Compton Editori, traduzione di Gabriella Diverio) di Donia Bijan, opera in cui a tornare a Teheran dopo trent’anni è invece Noor, accompagnata dalla figlia adolescente e ribelle Lily. Ad accoglierla è un Iran molto diverso da come lo ricordava, nel quale a poco a poco si dovrà confrontare con le storie dei suoi antenati per affrontare la dolorosa vicenda legata all’uccisione di sua madre – scomparsa quando Noor era solo una ragazzina – destinata a farla riflettere sul suo futuro di donna e di madre.
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Un popolo di roccia e vento
Un popolo di roccia e vento (Feltrinelli, traduzione di Anna Grazia Calabrese) di Golnaz Hashemzadeh Bonde, dal canto suo, è una storia che parla di radici e di eredità, e che riguarda tutti. Ambientata a Teheran nel 1978, segue infatti le vicende di una giovane di nome Masood nel corso del tempo e in giro per il mondo, perché lei e il suo Nahid – come tanti loro conterranei – si ritrovano a fuggire dal Paese all’indomani della rivoluzione: una generazione di sabbia trasportata dal vento, ma che mantiene solide le sue radici e che fa di tutto per custodirle.
L’albero dei fiori viola
E concludiamo con L’albero dei fiori viola (Rizzoli, traduzione di Federica Aceto) di Sahar Delijani, che ci trasporta fino a una vecchia casa di Teheran, nel cui cortile svetta un magnifico albero di jacaranda. È qui che si intrecciano le storie di Maman Zinat, Leila, Forugh, Dante, Sara e tanti altri membri della stessa famiglia, perseguitati da un regime brutale. Voci di un Paese esaltato dalla rivoluzione e subito inghiottito dall’abisso della tirannia, che prende spunto dalle vicissitudini dell’autrice per ritrarre un popolo affamato di libertà.
Letture originali da proporre in classe, approfondimenti, news e percorsi ragionati rivolti ad adolescenti.