“Luna Nera”, nuova serie tv Netflix tratta dalla saga omonima scritta da Tiziana Triana, racconta, tramite una storia di fantasy, l’epoca della stregoneria dal punto di vista delle donne che la subirono

Ci troviamo nel seicento, nei villaggi della Tuscia, in un mondo intriso di superstizione: una giovane levatrice, Ade, in seguito alla morte sospetta di un neonato, viene accusata di stregoneria. A chi subisce una simile accusa attende il rogo, ma Ade trova una via d’uscita: fuggire nel bosco e unirsi a una misteriosa comunità di donne accusate di praticare magia nera che accolgono le ragazze su cui incombe il suo stesso pericolo.

A raccontare l’epoca della caccia alle streghe è Luna Nera, serie tv di genere fantasy tratta da Le città perdute-Luna nera (Sonzogno) di Tiziana Triana, primo volume della saga da cui la serie prende il nome. Una produzione tutta italiana (Fandango), che tratta il tema della stregoneria da un punto di vista insolito: quello di coloro che la caccia alle streghe l’hanno subita.

Anche dal lato regia la prospettiva è femminile: si alterneranno infatti Francesca Comencini, Susanna Nicchiarelli e Paola Randi. Alla scrittura invece troviamo la stessa Triana, insieme a Francesca Manieri e Laura Paolucci (già sceneggiatrice per la serie Amica Geniale).

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La protagonista Ade (interpretata da Antonia Fotaras, già parte del cast della serie Rai tratta da Il nome della rosa) si troverà a dover compiere delle scelte difficili, dettate dal suo amore per Pietro, figlio del capo dei Benandanti, i cacciatori di streghe, e il suo desiderio di lottare perché le condanne abbiano fine.

La serie, disponibile su Netflix dal 31 gennaio 2020, pur essendo ambientata nel passato e inserendosi nel genere fantasy, si ricollega a temi attuali come la discriminazione e la paura del diverso, insieme alla parità di diritti. Si tratta della terza produzione italiana per Netflix, dopo Baby e Suburra, oltre a essere una delle poche incursioni italiane originali nel mondo del fantasy.

 

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