Da Cesare Pavese a Henry David Thoreau, passando per Samuel Beckett e Francis Scott Fitzgerald, una selezione di frasi motivazionali d’autore, in grado di incoraggiare chi sta tentando di portare a termine un progetto ed è in cerca di ispirazione, per affrontare con energia positiva le sfide che ha davanti…
Spesso, per non perdere la carica o per riuscire a perseguire uno scopo, serve una grande forza di volontà. Ecco perché continuare a credere in sé stessi risulta fondamentale per andare avanti con la giusta disposizione d’animo.
Attingendo al mondo della letteratura, che come sempre aiuta a osservare il mondo da una prospettiva diversa, abbiamo quindi selezionato dieci frasi motivazionali in grado di incoraggiare chiunque stia tentando di realizzare un nuovo progetto e sia in cerca di ispirazione.
Da Cesare Pavese a Henry David Thoreau, passando per Samuel Beckett e Francis Scott Fitzgerald, sono infatti numerosi gli scrittori che ci hanno lasciato delle vere e proprie pillole di saggezza, di cui fare tesoro ogni volta che la vita ci mette davanti a una sfida…
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Cominciamo da una frase pronunciata da Henri-Frédéric Amiel (1821-1881) nel suo Diario intimo (pubblicato postumo, tra il 1976 e il 1994), in cui si evidenzia quanto trovare la motivazione sia una capacità insita nell’animo umano, e che non solo ci accompagna da sempre, ma rimane peraltro una nostra compagna di vita e di cuore nel quotidiano:
“La volontà può essere stimolata soltanto da un movente. E il movente può essere soltanto un dovere o un amore, secondo che risieda nella coscienza o nel cuore.”
A chi ritiene che la difficoltà più grande consista nell’iniziare un nuovo percorso, il poeta, romanziere e traduttore Cesare Pavese (1908-1950) sembra avere dedicato una citazione ad hoc ne Il mestiere di vivere (Garzanti), in cui veniamo incentivati a fare il primo passo e a giovare della scintilla di energia che esso porta con sé:
“L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante.”
E se qualcuno ritiene che l’ultimo treno abbia già lasciato la stazione, o che il momento migliore per cambiare in meglio la propria vita si trovi già nel passato, forse cambierà idea leggendo le parole motivazionali dell’inglese C. S. Lewis (1898-1963), diventato celebre per la saga fantasy Le Cronache di Narnia, e che nelle Le lettere di Berlicche (Mondadori, traduzione di Alberto Castelli) ha lasciato scritto:
“Il coraggio, non è semplicemente una delle virtù, ma la forma di ogni virtù quando giunge alla prova, vale a dire, nel punto della più alta realtà.”
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Certo, in determinati casi raggiungere un obiettivo può portare via molto tempo e prosciugare le speranze, ma perfino nelle situazioni più sconfortanti esistono dei modi per non perdere il coraggio. Basterebbe forse ricordarsi, come faceva notare lo scrittore e umorista americano Mark Twain (1835-1910) in Wilson lo svitato (Garzanti, traduzione di Franco Cordelli), che:
“Il coraggio è la capacità di resistere alla paura, di dominare la paura: non è l’assenza di paura.”
Ancora più orientato alla capacità di individuare un lato positivo laddove l’assenza di successo rischierebbe di lasciarci con il morale a terra, è il Manuale del guerriero della luce (La Nave di Teseo, traduzione di Rita Desti) di Paulo Coelho (1947), in cui troviamo una profonda riflessione sull’argomento:
“Il guerriero della luce crede. Poiché crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad accadere. Poiché ha la certezza che il suo pensiero può modificare la vita, la sua vita comincia a mutare. Poiché è sicuro che incontrerà l’amore, l’amore compare.
Di tanto in tanto, si sente deluso. A volte, si addolora.
E allora sente i commenti: “Com’è ingenuo!”
Ma il guerriero sa che ne vale il prezzo. Per ogni sconfitta, ha due conquiste a suo favore.
Tutti coloro che credono lo sanno.”
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E se questo non dovesse sembrarvi sufficiente, saprà tirarvi su una delle frasi motivazionali più toccanti pronunciate dal tedesco Hermann Hesse (1877-1962), che nel suo Il coraggio di ogni giorno (Mondadori, a cura di Volker Michels) ha individuato nell’introspezione e nel coraggio di amarsi la chiave per poter contare sempre sulla propria tenacia:
“C’è una virtù che molto amo, l’unica. Essa ha nome tenacia. […] Tutte le altre virtù, tanto amate e lodate, sono obbedienza a leggi che sono state imposte da uomini; soltanto la tenacia non si inchina a queste leggi. Chi è tenace obbedisce infatti a un’altra legge, una legge particolare, assoluta, ente sacra, la legge che ha in sé stesso, il ‘tenere a se stesso’.”
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D’altronde, come osservava il drammaturgo e linguista irlandese George Bernard Shaw (1856-1950) ne La professione della signora Warren (Edizioni Clandestine, traduzione di Barbara Gambaccini), probabilmente il segreto non consiste tanto nel cogliere l’attimo, quanto nella caparbietà di costruirsi passo dopo passo una contingenza favorevole:
“Le persone che progrediscono nella vita sono coloro che si danno da fare per trovare le circostanze che vogliono e, se non le trovano, le creano.”
Cosa fare, però, se nonostante gli sforzi non si ottiene al primo tentativo l’effetto desiderato? Francis Scott Fitzgerald (1896-1940), per citare il suo capolavoro Il grande Gatsby (Feltrinelli, traduzione di Franca Cavagnoli), non avrebbe avuto dubbi nello spronare alla perseveranza:
“La forza si dimostra non solo nella capacità di perseverare, ma anche nella capacità di ricominciare da capo.”
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E non si discosta da questo parere nemmeno l’opinione di un altro pilastro della letteratura irlandese, il drammaturgo e poeta dell’assurdo Samuel Beckett (1906-1989), a cui in Peggio tutta (opera teatrale contenuta nel volume In nessun modo ancora, Einaudi, traduzione di Gabriele Frasca) si deve una delle frasi motivazionali più apprezzate da chi crede nel valore della tenacia:
“Hai provato. Hai fallito. Non importa. Riprova. Fallisci di nuovo. Fallisci meglio.”
Ancora più lapidario è stato in merito lo scrittore de Il ritratto di Dorian Gray, ovvero Oscar Wilde (1853-1900), al quale non per niente si attribuisce il merito – fra gli altri – di aver condensato in una riga o due dei concetti dal significato profondo e particolarmente incisivo. Eccone uno tratto da Frasi e filosofie a uso dei giovani (contenuto nel volume La disciplina del dandy, Piano B, traduzione di Andrea Roveda):
“Amare se stessi è l’inizio di un romanzo che dura una vita.”
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Sembrerebbe, insomma, che tante frasi motivazionali abbiano in comune la centralità attribuita all’atto di cominciare, così come la convinzione che sia indispensabile amarsi e accettarsi giorno dopo giorno per non farsi intimidire dalla complessità di un’impresa. Dopotutto, lo diceva anche il filosofo statunitense Henry David Thoreau (1817-1862) nei suoi Diari (Ortica Editrice, traduzione di Francesca Pitotti):
“Ogni bella azione umana è il prodotto dell’entusiasmo.”
(Le grafiche sono state realizzate con Canva)