“La parte più difficile, quando hai sedici anni, è proprio sentirsi normali. Specie se si hanno un certo tipo di gusti che, purtroppo, a molti ancora appaiono come delle pericolose deviazioni, se non addirittura cattive strade. O, in certi casi, sintomi di una patologia. Ed è orribile sentirsi malati quando tu stai solo cercando di essere te stesso”. Su ilLibraio.it la riflessione di Enrico Galiano, insegnante e scrittore, sull’impatto dell’ultimo Sanremo: “Vedere Mahmood e Blanco guardarsi con quegli occhi, farlo con tutta quella naturalezza, pensa che bel regalo per chi fino a oggi si è sentito un po’ sbagliato, un po’ malato, qualcuno che non è come tutti gli altri?”

La nuova normalità

Non so voi, ma sono davvero felice che ci sia stato questo Sanremo. Dico proprio questo, in questo momento qui. Per il bisogno che avevamo di leggerezza, certo, ma soprattutto per una cosa.

Parto da qui: da Renato Zero.

Spesso si è fatto il confronto fra le stravaganze del grande Renatone negli anni ‘70 con quelle di Achille Lauro e altri cantanti oggi, quasi sempre per ridurre quelle odierne a copie di quelle passate, e per dire la fatidica frase liquidatoria di tutti i boomer che si rispettino: “pff, tutto già visto e rivisto!”

Nel già visto, però, c’è qualcosa che ai boomer e anche ai non boomer è sfuggito: la normalità.

Quando Renato Zero si presentava con stivaloni e costumi eccentrici lo faceva per scandalizzare, per dare una bella botta di trasgressione alla famiglia piccolo borghese ancora arroccata dietro rigidi costumi che nascondevano ben poco rigide abitudini.

Era un messaggio chiaro e semplice, un bigliettino nelle mani di quelli che benpensano, che come ha scritto una delle più belle canzoni degli anni ‘90 sono quasi sempre “Mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica, mani ipocrite, mani che fan cose che non si raccontano, altrimenti le altre mani chissà cosa pensano”.

Ma oggi? Quando Mahmood scende sul palco con la gonna, quando Blanco arriva praticamente a petto nudo, quando Achille Lauro esibisce uno dei suoi riti pop e quando Drusilla Foer, be’, fa Drusilla Foer, nessuno di loro lo fa avendo come primo fine scandalizzare: lo fanno per dire a tutti quanto è normale essere diversi.

Fate finta di avere sedici anni, e di sentire dentro di voi che siete “strani”, secondo certi canoni: magari provate attrazione per ragazzi del vostro stesso sesso, magari vi piace vestirvi in modo non convenzionale, qualsiasi cosa.

Ecco, ora ditemi: quanto bisogno potreste avere che sul palco più nazionalpopolare d’Italia e forse del mondo qualcuno vi dica che non c’è proprio nulla di strano, in quello che siete? Che sul palco – badate bene – i cui spettatori più assidui sono i vostri genitori, salgano ragazzi come voi, che trasformano la stranezza in normalità? In qualcosa per cui non c’è niente di cui scandalizzarsi?

Tanto, tanto bisogno.

Perché la parte più difficile, quando hai sedici anni, è proprio sentirsi normali. Specie se si hanno un certo tipo di gusti che, purtroppo, a molti ancora appaiono come delle pericolose deviazioni, se non addirittura cattive strade. O, in certi casi, sintomi di una patologia. Ed è orribile sentirsi malati quando tu stai solo cercando di essere te stesso.

E vedere Mahmood e Blanco guardarsi con quegli occhi, farlo con tutta quella naturalezza, pensa che bel regalo per chi fino a oggi si è sentito un po’ sbagliato, un po’ malato, qualcuno che non è come tutti gli altri?

Eccolo qui il regalo più bello di questo Sanremo: l’idea che non esistono tutti gli altri, perché gli altri sono tutti diversi e unici. Esattamente come noi.

L’AUTORE – Enrico Galiano sa come parlare ai ragazzi. In classe come sui social, dove è molto seguito. Insegnante e scrittore classe ’77, dopo il successo dei romanzi (tutti pubblicati da Garzanti) Eppure cadiamo feliciTutta la vita che vuoi e Più forte di ogni addio, ha pubblicato un libro molto particolare, Basta un attimo per tornare bambini, illustrato da Sara Di Francescantonio. È tornato al romanzo con Dormi stanotte sul mio cuore, e sempre per Garzanti è uscito il suo primo saggio, L’arte di sbagliare alla grande. Il suo nuovo romanzo, in uscita a giugno 2021, è Felici contro il mondo (Garzanti), seguito del bestseller Eppure cadiamo felici.

Alla pagina dell’autore tutti gli articoli scritti da Galiano per ilLibraio.it.

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