Come ogni anno, lo Strega è (anche) il premio della polemiche. E così, più che della vittoria annunciata di Lagioia, si parla di Elena Ferrante (con Tullio De Mauro che risponde duramente a Roberto Saviano) e del futuro del premio in vista della probabile (discussa) acquisizione di Rcs Libri da parte di Mondadori…

Saviano ha detto che chi non votava la Ferrante era un bandito asservito ai poteri forti… ma come si permette? Gli Amici della Domenica non sono dei banditi…”. La calda notte romana del Ninfeo di Villa Giulia sta per concludersi (meno affollata del solito, visto il taglio degli inviti), quando il presidente della Fondazione Bellonci, il professor Tullio De Mauro, in diretta su Rai3, intervistato dalla conduttrice della serata finale del premio Strega, Concita De Gregorio, chiama in causa lo scrittore (assente al Ninfeo) che, in veste di giurato, ha candidato, non senza polemiche, Elena Ferrante.

Nella notte della vittoria (annunciata) di Nicola Lagioia (candidato Einaudi, editore che si impone per il secondo anno consecutivo), è stato proprio il “mistero” Ferrante, ineluttabilmente, a dominare la scena. L’autrice (l’autore? Il “collettivo” di autori?) era al Ninfeo o meno? Se lo sono chiesto praticamente a tutti…

Nicola Lagioia, PremioStrega
“Ho scritto La ferocia come fosse una questione di vita o di morte”. L’intervista de ilLibraio.it a Nicola Lagioia pubblicata lo scorso novembre 

Per la cronaca, come ilLibraio.it ha raccontato in diretta, si è imposto il 42enne autore de La ferocia, con 145 voti. Lagioia ha tenuto a ringraziare la moglie, salita sul palco nel finale. Niente rimonta per Mauro Covacich, (La sposa, Bompiani) fermo a quota 89; terza l’autrice misteriosa di Storia della bambina perduta (e/o), con 59 voti. Chiudono, a pari merito (37 preferenze), Fabio Genovesi (Chi manda le onde, Mondadori) e Marco Santagata (Come donna innamorata, Guanda).

Al Ninfeo non si è parlato solo di Elena Ferrante, ma anche dell’imminente probabile chiusura dell’altrettanto discussa operazione-“Mondazzoli”.

Con ilLibraio.it, nei giorni scorsi, il direttore della Fondazione Bellonci Stefano Petrocchi ha iniziato a parlare del futuro del premio, che sarà inevitabilmente condizionato dall’eventuale acquisizione di Rcs Libri da parte di Mondadori (Antitrust permettendo).

A questo proposito, come riporta il Corriere della Sera, al Ninfeo il ministro dei Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini (che già nei mesi scorsi aveva criticato l’operazione, a differenza del premier Matteo Renzi), ha dichiarato: “Mondazzoli? Per lo Strega non cambierebbe nulla. Il problema semmai è il trust, non il
premio”.

“Lo Strega si vince con dei buoni libri e un grande lavoro. Il nuovo gruppo avrà sempre dei buoni libri e dei buoni autori allo Strega, e ha e avrà sempre l’abilità e l’esperienza per proporsi come favorito”. E’ il commento a caldo, riportato da Repubblica, del direttore editoriale della Bompiani Elisabetta Sgarbi, editore del Franceschini romanziere, come pure di Sandro Veronesi. Lo scrittore, nei giorni scorsi, ha (ri)parlato di “Mondazzoli” con ilLibraio.it, auspicando l’intervento dell’Antitrust.

Sempre a proposito di “Mondazzoli”, forse val la pena di chiudere non con le parole ma con le cifre: ieri il super-gruppo si sarebbe imposto con ben 271 voti (agli altri gruppi ed editori solo 96 preferenze). Non solo: come abbiamo scritto alla vigilia, se si considerano le ultime 16 edizioni del premio Strega (dal 2000 a quest’anno), in 10 occasioni si è imposto il gruppo Mondadori (4 volte con Einaudi e 6 con il marchio di punta di Segrate), in 4 il gruppo Rcs Libri (2 volte con Rizzoli e 2 con Bompiani), e in 2 la Feltrinelli. I numeri parlano chiaro, (anche) in vista del premio letterario più ambito (e prevedibile) d’Italia…

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