“I ragazzi hanno ragione a supplicarci di accorgercene. E se devono fare atti estremi come questo per farsi ascoltare, non è perché ‘sbagliano il modo’, ma è perché se ci provano in qualsiasi altro modo noi non li calcoliamo nemmeno. Reimpariamo a pensare al futuro. Impariamo ad ascoltare il loro grido d’allarme…”. Enrico Galiano, insegnante e scrittore, in questa riflessione per ilLibraio.it si schiera dalla parte delle tante ragazze e ragazzi che si battano per la salvaguardia del pianeta. E intanto continua a far discutere il Ddl sicurezza, che mette a rischio (anche) le proteste degli attivisti
Come al solito sono ragazzi, e quindi come al solito non ci stiamo capendo niente.
La narrazione dei fatti, innanzitutto: ogni volta che arriva un nuovo atto dimostrativo, siti e giornali scrivono che gli attivisti “hanno imbrattato i Girasoli di Van Gogh”, che hanno sporcato “la Gioconda”.
No: gli attivisti sono nella stragrande maggioranza dei casi ragazze e ragazzi che hanno a cuore la Bellezza, e che non farebbero nulla per deturpare le opere d’arte. Se no non farebbero quello che fanno.
Queste ragazze e questi ragazzi non imbrattano i Girasoli o la Gioconda: se vogliamo attenerci ai fatti, gettano vernice lavabile sui vetri protettivi di queste opere d’arte, senza nessuna conseguenza reale su di esse.
Capite che è tutto un altro modo di vedere le cose?
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Poi.
Facciamo un piccolo esperimento mentale. Montate su una DeLorean immaginaria e programmate i circuiti del tempo sull’anno 2084. Sapete quale scenario incontrereste fra 60 anni esatti, secondo gli scienziati?
Uno apocalittico.
Siccità a livelli oggi inimmaginabili, temperature insostenibili, migrazioni di massa anche cinquanta volte superiori a oggi. Senza contare ciò che perfino gli scienziati e le scienziate non riescono a prevedere.
Bene, ora, dal 2084, guardatevi indietro e chiedetevi: facevano bene o facevano male, questi ragazzi, a cercare di attirare la nostra attenzione sul problema?
È questo che non riusciamo a capire, che non riusciamo ancora a vedere: che i ragazzi non stanno pensando al presente, ma al futuro.
Noi “grandi” nemmeno lì coniughiamo più, i verbi al futuro: non sappiamo neanche cos’è, e di sicuro non lo calcoliamo. Siamo talmente miopi verso il domani che molti di noi se possono andare al mare a novembre gioiscono.
Non c’è niente per cui gioire. È già un presente distopico, quello in cui vai al mare a novembre e hai le zanzare a dicembre.
I ragazzi hanno ragione a supplicarci di accorgercene. E se devono fare atti estremi come questo per farsi ascoltare, non è perché “sbagliano il modo”: è perché se ci provano in qualsiasi altro modo noi non li calcoliamo nemmeno.
Reimpariamo a pensare al futuro. Impariamo ad ascoltare il loro grido d’allarme.
L’AUTORE – Enrico Galiano, insegnante e scrittore friulano classe ’77, in classe come sui social, dove è molto seguito, sa come parlare ai ragazzi.
Dopo il successo di romanzi (tutti pubblicati da Garzanti) come Eppure cadiamo felici, Tutta la vita che vuoi, Felici contro il mondo, e Più forte di ogni addio, ha pubblicato un libro molto particolare, Basta un attimo per tornare bambini, illustrato da Sara Di Francescantonio. È poi tornato al romanzo con Dormi stanotte sul mio cuore, e sempre per Garzanti è uscito il suo primo saggio, L’arte di sbagliare alla grande.
Con Salani Galiano ha quindi pubblicato la sua prima storia per ragazzi, La società segreta dei salvaparole. Ed è poi uscito, ancora per Garzanti, il suo secondo saggio, Scuola di felicità per eterni ripetenti. Dopo il romanzo Geografia di un dolore perfetto, è tornato in libreria con Una vita non basta… E ora ha pubblicato con Salani il suo nuovo libro per ragazzi,
L’incredibile avventura di un super-errore.
Qui è possibile leggere tutti gli articoli scritti da Galiano per il nostro sito, con cui collabora con costanza da diversi anni (anche in versione video, su Instagram e TikTok).
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