“Sportivi e sportive si stanno sempre più rendendo conto che lo sport non è mai solo sport, ma che può veicolare messaggi importanti e, soprattutto, arrivare dritto al cuore di molti ragazzi e ragazze…”. Su ilLibraio.it la riflessione di Enrico Galiano, insegnante e scrittore, che parte dalle polemiche agli Europei di calcio (che coinvolgono anche i giocatori azzurri), dove solo alcuni calciatori si sono inginocchiati prima delle partite, mostrando la loro solidarietà al movimento Black Lives Matter

Quando si parla di queste cose, di solito i poli del discorso sono questi:

A) Lo sport deve essere solo sport, non deve occuparsi di altro!
B) Lo sport non è solo sport, deve occuparsi anche di altro!

Seh, fosse facile!

Agli Europei di calcio abbiamo tutti assistito ad alcuni momenti in cui lo sport non è stato solo sport: il primo, quando il centrocampista della Danimarca Eriksen è stato colto da un malore in campo e improvvisamente, con un gesto spontaneo che ha commosso il mondo intero, tutti i suoi compagni si sono posizionati attorno a lui per fare da scudo ai soccorsi, ed evitare così che una scena tanto drammatica potesse essere data in pasto alle telecamere e alle fotocamere dei cellulari, proteggendo con un gesto di impressionante empatia il dolore del giocatore e dei suoi famigliari.

Qui lo sport c’entra poco: è stato un atto di umanità che andrebbe stampato e appeso in tutte le classi di tutte le scuole.

Sempre durante questi campionati, assistiamo al gesto simbolico di molti giocatori che, al momento del fischio d’inizio, si inginocchiano tenendo la postura simbolica del movimento Black lives Matter, di fatto dando il proprio sostegno ideale alla causa.

Sbagliano questi calciatori a prendere posizioni così forti? Dovrebbero pensare solo a giocare? Chi ha ragione, A o B?

Certo: le Olimpiadi nascono come sospensione di tutte le guerre, come momento “altro”, parentesi dalle discussioni dell’attualità.

Però la storia recente ci dice che non va sempre così: dal pugno alzato di Tommie Smith e John Carlos a Città del Messico nel 1968 a Cathy Freeman e la sua bandiera aborigena sventolata a Sydney 2000, fino all’italiana Elisa di Francisca che a Rio 2016 contravviene alle regole e agita la bandiera europea per mandare un messaggio di unità contro il terrorismo.

Sportivi e sportive si stanno sempre più rendendo conto che lo sport non è mai solo sport, ma che può veicolare messaggi importanti, e soprattutto arrivare dritto al cuore di molti ragazzi e ragazze, che guardano ai propri idoli come esempi anche fuori dal campo da gioco: molto più di tanti altri (sì, mettiamocela via: per loro sono molto più autorevoli di noi genitori e insegnanti!).

Del resto, se dovessimo tenere fede al concetto che lo sport è solo sport, non dovrebbero esistere nemmeno le sponsorizzazioni, che pure traggono la propria linfa proprio dall’esempio e dal desiderio di emulazione (compro quelle scarpe perché le indossa il mio giocatore preferito).

Sponsor infatti ha la stessa radice di “sposare”: e come si può sposare un prodotto, si può sposare anche una causa.

E allora forse dovremmo ricordare a tutti gli sportivi che non sono un esempio per i giovani solo per quel che riguarda un paio di scarpe: ma che possono esserlo anche per i valori più importanti.

Tutto questo per dire ai calciatori della Nazionale italiana: i giovani vi guardano. Lo vedono cosa fate, o non fate. Non importa quale sia la vostra posizione, ma prendetela. Non rimanete in quella terra di mezzo, né in piedi né in ginocchio, e soprattutto quando vi chiedono come mai non vi siete inginocchiati, ditelo: non credo in questo movimento, non lo voglio sposare. Non nascondetevi dietro i “non sapevo” e i “non mi ero accorto”.

Non c’è niente di male ad avere un’idea, anche se impopolare.

Se c’è un male, è nell’esempio che diamo ai ragazzi e alle ragazze quando rinunciamo a prenderci delle responsabilità.

Copertina del libro Felici contro il mondo di Enrico Galiano

L’AUTORE – Enrico Galiano sa come parlare ai ragazzi. In classe come sui social, dove è molto seguito. Insegnante e scrittore classe ’77, dopo il successo dei romanzi (tutti pubblicati da Garzanti) Eppure cadiamo feliciTutta la vita che vuoi e Più forte di ogni addio, ha pubblicato un libro molto particolare, Basta un attimo per tornare bambini, illustrato da Sara Di Francescantonio. È tornato al romanzo con Dormi stanotte sul mio cuore, e sempre per Garzanti è uscito il suo primo saggio, L’arte di sbagliare alla grande. Il suo nuovo romanzo, in uscita a giugno 2021, è Felici contro il mondo (Garzanti), seguito del bestseller Eppure cadiamo felici.

Alla pagina dell’autore tutti gli articoli scritti da Galiano per ilLibraio.it.

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