Dalla partecipazione femminile alla vita pubblica, politica e religiosa, fino ai nomi delle dee e ai loro tratti peculiari, passando per la mistica e per la psicanalisi, per poi arrivare a varie circostanze di stravolgimento collettivo, il saggio “Madre Natura. La Dea, i conflitti e le epidemie nel mondo greco” di Vittoria Longoni rivisita e ri-svela il mondo greco allargando e arricchendo il nostro sguardo sull’antichità, così da rimetterlo in dialogo con i dibattiti nel nostro presente

Il mondo dell’Iliade è dominato dai rapporti di forza: tra le divinità, tra un guerriero e un altro, e tra uomini e donne. Il grande poema sulla guerra, coi suoi molteplici livelli di azione e il suo respiro cosmico, è stato riletto con passione da diverse pensatrici europee allo scoppio della seconda guerra mondiale”.

A raccontarlo è Vittoria Longoni, docente di greco antico e letteratura classica, e scrittrice femminista già autrice del saggio C’era in Atene una bella donna (2019), ora tornata in libreria con Madre Natura. La Dea, i conflitti e le epidemie nel mondo greco, uscito per Enciclopedia delle Donne.

Copertina del libro Madre natura

Un’opera stratificata e affascinante nel panorama degli studi di genere e della rilettura del mondo classico, dal momento che permette di riscoprire modelli letterari e mitologici diversi da quelli presi in considerazione dal patriarcato a cui il mondo occidentale fin da allora era abituato, con i suoi paradigmi di supremazia violenta ai danni delle donne e dello stesso mondo circostante.

La proposta sfaccettata e molteplice di Longoni consiste infatti nella riabilitazione e nell’osservazione sistematica delle caratteristiche di quelle divinità femminili i cui punti fermi consistevano proprio in una profonda interconnessione con la natura, in un pacifico equilibrio con l’Altro e in una consapevole e aperta introspezione dell’individuo.

A dimostrarlo sono le numerose alternative ai culti più conosciuti, così come a una certa mentalità legata al culto della vergogna e perfino all’approccio medico che si è tramandato fino a noi, alternative a volte rimaste in vita nell’immaginario collettivo contemporaneo e a volte, invece, quasi scomparse a vantaggio di un androcentrismo tuttora duro a morire.

Gli spazi del sapere nei quali si è mantenuta – e spesso sviluppata e diramata – la traccia più evidente di tali e tante controproposte culturali e di valori hanno interessato per lo più la filosofia e le arti, due fra tutte la musica e la poesia, e un capitolo dopo l’altro Longoni ne intreccia la matrice originaria con quanto ancora oggi ci influenza e ci riguarda da vicino.

“Il richiamo dei filosofi/medici greci all’equilibrio tra le varie componenti dell’essere umano e nei rapporti col cosmo conserva anche oggi una sua forza, se lo leggiamo in una prospettiva ecologica”, si legge infatti nell’opera. E lo stesso “tema dell’amore, come principio di armonia individuale, energia cosmica, principio di nuova vita e generazione, desiderio inesauribile, ha offerto nella storia molti spunti interessanti a una riflessione sui viventi, sulla salute e sulla creatività”, suggerendo di fatto anche una propensione al pacifismo contrapposta alle grandi guerre del mondo classico.

Come se non bastasse, già dal brano citato si intuisce l’attenzione dell’autrice a ripensare le questioni legate ai diritti umani e civili, i cui primi passi vengo mossi ancora una volta rifacendosi alle pubblicazioni dell’epoca, per poi suggerire spunti di riflessione e analisi ispirate a un vasto corpus bibliografico sul rapporto dei greci con il corpo umano, con il binarismo di genere e con alcune “classificazioni” da cui solo ora le nuove generazioni stanno imparando lentamente a svincolarsi.

Inevitabilmente gli autori citati sono spesso uomini, ora aderenti in maniera quasi stereotipica allo Zeitgeist dal quale provenivano e ora, e perfino più spesso di quanto si potrebbe immaginare, in grado di annotare nero su bianco dei “segnali di apertura artistica e culturale”, che pur non modificando alla radice la società le hanno permesso di rimanere sensibile a delle istanze di grande portata.

Dalla partecipazione femminile alla vita pubblica e politica (nonché a quella religiosa), fino ai nomi delle dee e ai loro tratti peculiari, passando per la mistica e per la psicanalisi, per poi arrivare a circostanze di stravolgimento collettivo – legate fra l’altro all’epidemia di peste – e a determinate affinità con il pensiero orientale, Madre natura riprende, rivisita e ri-svela quindi una Weltanschauung che allarga e arricchisce il nostro sguardo sull’antichità, rimettendolo in un dialogo vivace e aggiornato con tematiche di urgente attualità.

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