Il Premio Italo Calvino annuncia le opere finaliste dell’edizione 2022. La cerimonia di premiazione si svolgerà martedì 14 giugno, a partire dalle ore 17, al Circolo dei lettori di Torino

Il Premio Italo Calvino annuncia le opere finaliste della 35esima edizione, scelte dal Comitato di lettura del Premio tra i 926 manoscritti partecipanti al bando e in seguito sottoposte al giudizio della Giuria composta, quest’anno, da Mariolina BertiniSandro CampaniEnzo Fileno CarabbaDonatella Di PietrantonioOrazio Labbate. 

I dieci testi inediti di autori esordienti, tra cui i giurati sceglieranno il vincitore e le menzioni speciali, sono: Un chiodo storto di Stefano Casanova (Costalta – Belluno, 1977), Tanto poi moriamo di Marianna Crasto (Napoli, 1984), Sono d’acqua i nostri pensieri di Loretta Franceschin (Pieve di Sacco – Padova, 1951), Croste di Jessica La Fauci (Genova, 1988), Risacca di Francesco Marangi (Varazze, 1998), I calcagnanti di Nicolò Moscatelli (Cantù, 1985), La scelta di Giulio Natali (Corridonia – Macerata, 1975), Quasi niente sbagliato di Greta Pavan (Desio – Monza e Brianza, 1989), Vita e martirio di Saro Scordia, pescivendolo di Giorgio Benedetto Scalia (Palermo, 1991), La favola racconta che di Rita Siligato (Trieste, 1957). 

La cerimonia di premiazione si svolgerà martedì 14 giugno, a partire dalle ore 17 al Circolo dei lettori di Torino, alla presenza dei finalisti, dei giurati e del direttivo del Premio. La cerimonia verrà trasmessa in diretta streaming sul profilo Facebook e sul canale YouTube del Premio (@premio.calvino). 

I testi finalisti 

Individuare la rosa dei finalisti tra i tanti testi pervenuti – non pochi i meritevoli – e arrivare una scelta che fosse insieme rigorosa e rappresentativa di tendenze, temi e stili diversi – spiega il presidente del Premio Mario Marchetti – è stato un compito laborioso, ma allo stesso tempo affascinante per lo sguardo che ha permesso di lanciare nell’immaginario contemporaneo. 

Per quanto le opere finaliste non siano ascrivibili a una medesima ispirazione o linea narrativa, tutte affrontano nodi esistenziali o tematici di rilievo. È possibile individuare, anzitutto, udiffuso sentimento di incertezza esistenzialein particolare da parte delle voci femminili, che si sentono coartate nei costrutti di ruolo e di comportamento (spesso ancora operanti nella vita vissuta e di conseguenza nelle rappresentazioni narrative, pur se sottoposti da tempo a serrata critica). 

“Si rileva, poi, un intenso coinvolgimento rispetto ai rapporti intrafamiliari: la famiglia, per quanto disfunzionale o segnata da conflitti, conquista o riconquista il focus narrativo, essenzialmente come struttura psicologica (se non psichiatrica) e affettiva. 

Al totale inabissamento  della dimensione politica e al connesso svuotarsi di orizzonti di cambiamento, gli autori rispondono con prospettive, narrativamente elaborate, che fanno perno sull’individuo e sulla sua possibilità, almeno, di optare per la dignità e il rispetto di sé. Non manca una lucida critica rispetto alla sfera politica e alla macchina sociale, anzi, ma remota è l’idea di disporre di un qualche potere di intervento sul mondo come è. Se di futuro anche vicino si parla, si attinge alla distopia, a un imminente crepuscolo, se non a un crollo, a una fine, percepiti come inevitabili. 

Assai apprezzabile, quest’anno, un diffuso interesse per la dimensione lavorativa, soprattutto quella delle attività precarie nel loro condizionante intreccio con la dimensione esistenziale e affettiva; ma anche quella di chi, nelle generazioni passate, in essa ha tanto investito per uscire dall’ancestrale miseria, e magari ne vede adesso i frutti disfarsi con un’incomprensione di risulta per le nuove generazioni. 

Buona ancora la resa di ambienti locali che fanno da campitura alle vicende se non ne sono addirittura gli autentici protagonisti, come l’hinterland lombardo, la provincia marchigiana, il Veneto della montagna, la Liguria collinare, il Polesine di qualche decennio fa, la Palermo della Vucciria, o le stesse Trieste, Genova e il Napoletano in testi il cui nucleo può apparire altro. 

E infine, piacevole sorpresa, non mancano le tonalità ironiche, divertite e divertenti, almeno in qualche testo, pur se comunque declinate all’interno del quadro accennato”, si legge nella presentazione

Per far conoscere nel modo migliore al pubblico e alle case editrici i finalisti di questa edizione e i loro testi, a partire da martedì 7 fino a sabato 11 giugno, sul sito del Premio verrà pubblicato, in ordine alfabetico e senza alcuna gerarchia di merito, un video di presentazione per ciascun finalista, con la voce dell’autore, la lettura di un estratto del testo e un commento critico a cura del Premio.

Un chiodo storto di Stefano Casanova

In uno scenario cadorino, grazie a una lingua scarna, attentissima a gesti e oggetti, si disegna un intero mondo del secondo novecento (ormai estinto, sebbene non remoto), col suo duro lavoro, il vino ristoratore e le sue poche parole. Protagonista un eroe semplice e insieme malinconico, bello e analfabeta, che procede nella vita a occhi chiusi, animato però da un profondo senso di ciò che è giusto e senza mai venire meno alla propria dignità. Uno sguardo sulla vita di quelli di sotto.

Tanto poi moriamo di Marianna Crasto

Un romanzo apocalittico a bassa intensità senza strabilianti effetti speciali: un gruppo di personaggi, ruotanti attorno a un centro commerciale ‒ luogo antonomastico della contemporaneità ‒ in un palpabile hinterland napoletano, attende la fine del mondo annunciata via tv per una scadenza precisa. La narrazione, con lingua ora spedita ora indugiante, segue le loro variegate reazioni in un viaggio verso il nulla sentito come esito inevitabile dell’antropocene. Non c’è via di fuga.

Sono d’acqua i nostri pensieri di Loretta Franceschin  

Un romanzo dalla limpida prosa, intriso delle acque del Polesine, che analizza finemente un rapporto matrimoniale coi suoi ondeggiamenti, i suoi detti e i non detti, le sue fibrillazioni, la sinusoidalità del desiderio. Lo sguardo smascherante di una bambina rompe l’apparente equilibrio della coppia. Siamo a cavallo del 1970 in una provincia periferica colta in un momento in cui confliggono il vecchio e il nuovo, ma sempre attuale è la grammatica dei sentimenti che vi si dispiega. 

Croste di Jessica La Fauci

Una figura femminile inconciliata è al centro di questo testo fondamentalmente analitico dove, per frammenti e frantumi, si traccia un percorso di sempre più radicale estraniazione rispetto al mondo, alle consegne sociali e alle relazioni, a conclusione del quale non resta che un corpo sfatto abitato da ricordi. Una cantina, dove si affastellano gli oggetti che non si possono buttare né tenere fa da correlato oggettivo all’accumulo mnestico. Sfondo una suggestiva Genova, mai citata.

Risacca  di Francesco Marangi

Siamo in Liguria, tra orti e serre, in un piccolo centro di costa sospeso tra il verde degli ulivi e l’azzurro del mare, e la vita di tre fratelli è immersa, in un passato del quale sembra impossibile liberarsi. Il giovanissimo autore scava con visionarietà faulkneriana nei segreti e nei morbosi rapporti della famiglia e dei loro vicini, ordendo un complesso andirivieni temporale dove voci e versioni sfumano le une nelle altre. Fanno da suggestivo contrappunto squarci di paesaggio mediterraneo.

I calcagnanti di Nicolò Moscatelli

Una fantasticheria nutrita di suggestioni provenienti dalle più diverse tradizioni narrative del mondo alla rovescia dal ricco ventaglio stilistico, tra cui un’inventiva lingua furbesca. Un’utopia picaresca e anarchica che si svolge in un patchwork spazio-temporale in cui il mondo di sotto, quello dei marginali e dei poveri, combatte vittoriosamente il mondo di sopra dei potenti e dei ricchi. Un testo scintillante di intelligenza, ironia e allusioni colte: a suo modo un viatico di speranza.

La scelta di Giulio Natali

Una sorta di parabola, sottilmente crudele. Ci troviamo nel maceratese tra gli anni Ottanta e oggi, tra sviluppo e regresso, come è avvenuto in tanta provincia italiana nello stesso periodo. Al centro la paradigmatica famiglia Micozzi, descritta con occhio entomologico tra bottega di giocattoli, multinazionali e mercato del sesso. Si salverà solo la madre, semplice nella sua bellezza, che si troverà a dover accettare ‒ in realtà una scelta ‒, per rispetto di se stessa, i lavori più umili, pultroppo.

Quasi niente sbagliato di Greta Pavan 

Un efficacissimo spaccato ambientale, tanto da poter definire il testo un romanzo della Brianza, narrato con una lingua espressiva e sporca (come sporco è il paesaggio) attraverso tasselli che si susseguono con salti temporali tra presente e passato. Protagonista, tra infanzia e giovinezza, una figura femminile delle nuove generazioni, la cui sofferta rivolta contro l’etica lombardo-veneta della fatica e dei valori e dei ruoli costituiti non potrà che essere dimostrativa e individuale.

Vita e martirio di Saro Scordia, pescivendolo di Giorgio Benedetto Scalia

Una narrazione dai tratti surreali, incuneata nel mercato palermitano della Vucciria. Con amabile ironia e facendo ampio ricorso al dialetto, ci racconta della trasformazione in santo del mite pescivendolo Saro, innamorato della sua folta capigliatura. La discesa sulla sua nuca di una colomba che gli strappa un ciuffo mettendo a nudo un’effigie di Cristo segna l’inizio della sua gloria ma anche delle sue tribolazioni. Un divertissement tra sacro e profano, sotto traccia struggente.

La favola racconta che di Rita Siligato 

Una sorta di favola nera, come suggerisce lo stesso titolo, perfetto quadro di una famigliola piccolo-borghese apparentemente felice visto attraverso l’occhio sensibile dell’undicenne Teresa, che comincia a percepire come gli adulti nascondano sempre qualcosa ai bambini. La suspense è accuratamente costruita con un inanellarsi di segnali per arrivare a una tragedia domestica dal finale abilmente criptico. L’innominata città del borino e del mare è palesemente Trieste.    

La storia del Premio Italo Calvino

Il Premio Italo Calvino è stato fondato a Torino nel 1985, poco dopo la morte di Italo Calvino, per iniziativa di un gruppo di estimatori e di amici dello scrittore, tra cui Norberto BobbioCesare CasesAnna ChiarloniNatalia GinzburgMassimo Mila, Lalla RomanoCesare Segre. Calvino, com’è noto, ha svolto un intenso e significativo lavoro editoriale per l’Einaudi; l’intenzione è stata, quindi, quella di riprenderne e raccoglierne il ruolo di talent scout di nuovi autori: di qui, l’idea di rivolgersi agli scrittori esordienti e inediti, per i quali non è facile trovare un contatto con il pubblico e con le case editrici. Il Premio ha impostato la propria attività seguendo gli stessi criteri che hanno guidato Calvino: attenzione e equilibriogusto della scoperta funzione critica. Ideatrice del Premio e sua animatrice e presidente fino al 2010 è stata Delia Frigessi, studiosa della cultura italiana tra Ottocento e Novecento. Attuale presidente è Mario Marchetti. 

I vincitori e le Giurie delle passate edizioni

Le Giurie del Premio, ogni anno diverse, sono sempre state costituite da critici letteraristorici della letteratura, scrittori e operatori culturali tra i più rappresentativi della scena culturale italiana dagli anni Settanta a oggi: Natalia Ginzburg, Cesare Segre, Ginevra Bompiani, Vincenzo Consolo, Edoardo Sanguineti, Ernesto Ferrero, Gianluigi Beccaria, Dacia Maraini, Angelo Guglielmi, Marino Sinibaldi, Michele Mari, Tiziano Scarpa, Nicola Lagioia, Carlo Lucarelli, Antonio Scurati, Valeria Parrella, Michela Murgia, Mario Desiati, Marco Missiroli, Luca Doninelli, Teresa Ciabatti, Vanni Santoni, Davide Orecchio, Giuseppe Lupo, Sandra Petrignani, Omar Di Monopoli, Gino Ruozzi, Helena Janeczek, Nadia Terranova, Alessio Torino, Valeria Della Valle, solo per citarne alcuni.

Il Premio Calvino può ormai contare un notevole numero di autori affermati, che hanno iniziato il loro percorso editoriale proprio partendo dalla partecipazione al concorso. Tra gli altri: Marcello FoisFrancesco PiccoloPaola MastrocolaFulvio ErvasFlavio Soriga, Peppe FioreErrico BuonannoPaolo Di PaoloRossella Milone , Giusi MarchettaMariapia VeladianoLetizia Pezzali,  Simona BaldelliFrancesco MainoDomenico DaraVeronica Galletta. 

Tra gli ultimi vincitori pubblicati: Elisabetta Pierini (La casa capovolta, Hacca), Cesare Sinatti (La Splendente, Feltrinelli), Emanuela Canepa (L’animale femmina, Einaudi Stile Libero), Filippo Tapparelli (L’inverno di Giona, Mondadori), Gennaro Serio (Notturno di Gibilterra, L’orma), Maddalena Fingerle (Lingua madre, Italo Svevo),  Francesca Valente (Altro nulla da segnalare, Einaudi). 

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