Senza negare che molte librerie continuano a chiudere e che le difficoltà non mancano, allo stesso tempo, dati, e storie, alla mano dagli Stati Uniti all’Italia tante piccole librerie, e non solo nelle grandi città, resistono, e tante nuove realtà aprono (spesso si tratta di librerie per bambini) – Lo speciale

Come abbiamo raccontato di recente, stando all’analisi dell’Aie relativa al 2015, è tornato positivo, dopo cinque anni di segni meno, il mercato del libro in Italia (qui tutti i dati).

Non solo: quasi tre quarti della spesa dei lettori italiani per l’acquisto di libri (72,2%) continua a passare attraverso la libreria. A questo proposito, cresce il peso delle catene (che raggiungono quota 41,2%) e cresce, di poco ma dando un segnale positivo, anche quello delle librerie indipendenti (che si attestano al 31%). Gli store online – al netto della vendita di ebook – pesano il 13,9%, tanto quanto la grande distribuzione organizzata (l’ambito più in difficoltà).


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Le difficoltà permangono, inutile negarlo, e nella filiera del libro sono numerose le realtà in crisi. Le librerie continuano a chiudere ma, allo stesso tempo, non sono poche quelle che aprono, soprattutto nell’ambito dei libri per bambini (e lo dimostrano ad esempio le storie che trovate in questa pagina, ndr).


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Allo stesso tempo, non mancano nemmeno voglia di resistere e di “fare rete”: un esempio? La prima edizione dell’Italian Book Challenge, il campionato dei lettori indipendenti, che ha coinvolto decine di librerie da Nord a Sud.


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Spostiamoci oltreoceano dove, da una parte, fanno discutere le voci secondo cui il discusso gigante Amazon starebbe per aprire una catena di librerie fisiche, dall’altra, come racconta il sito del Giornale della Libreria, “dopo il trend positivo registrato per il 2014, anche il 2015 si è ufficialmente chiuso con il report dell’American Bookseller Association che conferma l’apertura di 60 nuovi punti vendita (uno in più rispetto all’anno precedente), sparsi per trentadue stati americani


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Come fa notare il sito, “di queste sessanta, sedici sono succursali di altre librerie già esistenti: segno che il business è abbastanza redditizio per i proprietari da considerare l’espansione come un investimento sostenibile e potenzialmente proficuo”. La maggior parte, tra l’altro, non hanno aperto in grandi città (“la maggioranza ha sede in piccole-medie cittadine, dove evidentemente c’erano lo spazio e il bisogno da parte della cittadinanza necessari per poter pensare di avere una nicchia in cui inserirsi”).


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Tra le caratteristiche di questa nuove librerie aperte negli Usa l’anno scorso, la presenza piuttosto diffusa del servizio di caffetteria, lo sviluppo di club del libro (tendenza anche italiana, non solo nelle librerie, ma anche nelle biblioteche o online) e l’affitto degli spazi per organizzare altri incontri e feste private (anche per i compleanni dei più piccoli)”. Staremo a vedere se il trend positivo proseguirà anche nei prossimi mesi.

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