Sono stati appena approvati i bilanci di Rcs e Mondadori, nelle settimane in cui si discute della proposta di acquisizione di Rcs Libri da parte di Segrate. Ed è interessante notare, tra l’altro, come da una parte non si considerino “strategici” i libri, che per la Mondadori della famiglia Berlusconi sono invece il settore con “la più alta redditività”… IlLibraio.it ha fatto il punto della situazione sulle polemiche (che hanno coinvolto autori, editori, librai e politici) e ha analizzato lo scenario. Senza dimenticare i timori dei lavoratori… – Lo speciale

Sono stati appena approvati i bilanci di Rcs Mondadori, proprio nelle settimane in cui si discute della proposta di acquisizione di Rcs Libri da parte di Segrate. Ed è interessante notare come da una parte Pietro Scott Jovane, Ad di Rcs, nel corso della conference call con gli analisti finanziari sui risultati 2014 del gruppo, abbia spiegato che la potenziale cessione di Rcs Libri, a “corrette condizioni di prezzo”, consentirebbe a Rcs di concentrarsi su aree di business strategiche “come le news e lo sport” e porterebbe il gruppo a livelli di profittabilità in linea con gli altri principali concorrenti; mentre, dall’altra, a Segrate la si pensa molto diversamente: intervistato dal mensile Prima Comunicazione, Ernesto Mauri, Ad del gruppo Mondadori nei giorni scorsi è stato infatti piuttosto chiaro: “E’ evidente che oggi i libri sono il business strategico e prioritario per Mondadori…”. E ieri ha ribadito: “Abbiamo fatto un’offerta in linea con i multipli del mercato e sulla base dei nostri obiettivi strategici. I libri rappresentano il settore dove abbiamo la più alta redditività“. Aggiungendo, sempre a proposito del mercato librario: “Sta scendendo del 4% e prima del 6% all’anno. Se vuoi mantenere redditività, devi essere economicamente sano. Inoltre, se il mercato è frazionato, Amazon fa quello che vuole”.

Nel 2015, dunque, mentre, tra gli editori Usa di libri si respira un clima più sereno rispetto agli anni scorsi, in Italia, se per Rcs i libri non rappresentano un business strategico, lo sono invece per Segrate. La Borsa, tra l’altro, sta premiando l’operazione Mondadori-Rcs Libri, che potrebbe concludersi entro l’estate.

In queste settimane, ineluttabilmente, le critiche (da parte di autori, editori, politici e librai) si sono concentrate quasi esclusivamente sulla sempre più probabile formazione di un vero e proprio super-gruppo librario che avrebbe una posizione dominante (per capirci, nel mercato dei tascabili, insieme, i marchi di Segrate e via Rizzoli sfiorerebbero il 70%, e pubblicherebbero il 25% dei testi scolastici). E, non a caso, è stato da molti invocato l’intervento dell’Antitrust.

Tra l’altro, non sono mancati i riferimenti (scontati) a Berlusconi, la cui famiglia si porrebbe a capo dell’”impero” italiano dei libri. Tornano a questo punto in mente, tra le altre, le polemiche del 2009, per il rifiuto da parte di Einaudi di pubblicare Il Quaderno di José Saramago, vista la presenza di giudizi molti duri nei confronti dell’ex Cavaliere (ne parlava Marco Travaglio in questo editoriale sul Fatto Quotidiano). In quei mesi, si discuteva della possibile “auto-censura” da parte degli autori (l’articolo di Travaglio, non a caso, si concludeva citando un’intervista del Corriere della Sera, del 2007, allo storico torinese Sergio Luzzatto).  Oggi, non la vede così Ernesto Mauri. Che, in merito alle preoccupazioni manifestate da molti scrittori in vista della possibile acquisizione, ha sottolineato: “Mondadori ha preso Einaudi 20 anni fa in una situazione economica difficile. Dopo 20 anni sono aumentati gli autori e le collane. La preoccupazione degli autori è più di ‘pancia’, forse perché Mondadori appartiene a qualcuno. Fosse stato Feltrinelli a comprare…”.

E restando alle aziende di quel “qualcuno”, se da una parte le voci di una possibile cessione (totale o parziale) del Milan proseguono, la stessa Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha appena deliberato di avviare un’istruttoria sulla concentrazione tra Ei Towers (società controllata da Mediaset) e Rai Way, per accertare l’eventuale creazione o rafforzamento di una posizione dominante nel mercato delle infrastrutture per la radiodiffusione televisiva e sonora.

Dal calcio e dalla tv, di nuovo ai libri: quando si parla di possibili “concentrazioni”, va ricordato che l’Antitrust nei mesi scorsi è già intervenuta, in merito all’alleanza tra Messaggerie e Pde-Feltrinelli nell’ambito della distribuzione libraria, “con un impegno formale delle parti nei confronti dei piccoli editori”. In quel caso, l’alleanza ha passato l’esame anche perché nell’accordo è stata sì messa in comune la logistica, che resta però al servizio di diverse direzioni commerciali legate a diversi editori, ciascuno indipendente a livello editoriale e commerciale. Anche rispetto ai librai, ciò è importante.

Ma torniamo ai bilanci dei due gruppi: il 2014 per Rcs Media Group si è chiuso con ricavi in calo e una perdita dimezzata rispetto al 2013; quanto a Mondadori, i ricavi complessivi scendono a 1.177 milioni e il debito si riduce a 291 milioni. Nel comunicato di Rcs si legge, tra l’altro: “Rcs Libri consolida la propria posizione di secondo operatore di mercato, raggiungendo la quota dell’11,8% a valore, in crescita del 4,8% rispetto al 2013, unico tra i grandi gruppi editoriali a vedere aumentare il proprio peso sul mercato”. Non l’unico, in realtà: nel 2014 anche la quota di mercato del gruppo GeMS (editore de IlLibraio.it, ndr) è cresciuta (qui i dati del gruppo Mauri Spagnol).

Ancora un passo indietro: nei giorni scorsi, com’è noto, il Cda di Rcs “ha deliberato a maggioranza di proporre al Gruppo Mondadori la concessione di un periodo di esclusiva sino al 29 maggio 2015, al fine di approfondire termini e condizioni dell’eventuale operazione, riservandosi ogni conseguente valutazione nel merito”. A prendere la decisione definitiva sarà dunque il nuovo Consiglio di amministrazione (giovedì 23 aprile è in programma l’attesissima assemblea degli azionisti per l’approvazione del bilancio 2014 e il rinnovo del Cda in scadenza), ma la strada sembra spianata, nonostante le preoccupazioni manifestate, come detto, anche dai librai (IlLibraio.it ha ospitato l’intervento del presidente dell’Ali Alberto Galla, che oltre a Mondadori-Rcs Libri ha citato il dibattito sulla legge Levi che regola gli sconti, il gigante Amazon e le “anomalie” del sistema editoriale italiano).

Restando in questo ambito, stamattina ItaliaOggi scrive che Rcs potrebbe vendere anche le storiche librerie di Milano (quella nella Galleria del Duomo è stata appena rinnovata), e New York, in fase di trasloco.

Dalle librerie a un altro tema non meno rilevante: come fa notare sul suo blog Loredana Lipperini, tra l’altro, quando si parla di operazioni di questo tipo, il rischio di tagli del personale è dietro l’angolo. Non a caso, in queste settimane tra i dipendenti delle case editrici dei due gruppi crescono i timori.

Sull’argomento è intervenuta Lidia Ravera, scrittrice (è appena tornata in libreria per Bompiani con Gli scaduti) e Assessore alla Cultura e allo Sport della Regione Lazio guidata dal Presidente Nicola Zingaretti). Intervistata da IlLibraio.it all’indomani delle dichiarazioni del premier Renzi, che si è detto “non preoccupato” dalla possibile acquisizione (a differenza, tra gli altri, del ministro dei Beni Culturali Franceschinie dell’ex segretario del Pd Bersani), l’autrice del libro cult Porci con le ali ha preso una posizione netta: “Forse Renzi sottovaluta i rischi per la bibliodiversità e il pluralismo culturale. E forse non sa dei rischi che corrono i lavoratori dei due gruppi in caso di acquisizione, in un Paese, l’Italia, in cui tra l’altro la disoccupazione intellettuale è un problema purtroppo attualissimo”.

Dai rischi per i lavoratori a quelli per l’autonomia delle case editrici: sempre su IlLibraio.it ha detto la sua anche il filosofo ed ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari (“Essendo un autore Adelphi da tanto tempo mi auguro che la casa editrice resti autonoma, e che non entri a far parte di questa operazione”). Staremo a vedere.

Quel che è certo, è che la tensione nelle prossime settimane è destinata a salire.

 

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