“In questo momento storico preciso, le parole sono tutto. Hanno un potere sempre crescente, e chi ne conosce il significato e il valore ha un grande potere, che può essere usato sia in modo costruttivo sia distruttivo”. In occasione dell’uscita del libro “La società segreta dei salvaparole”, ilLibraio.it ha intervistato l’insegnante e autore Enrico Galiano che, dopo aver firmato cinque romanzi di successo e un saggio, debutta nella narrativa per ragazzi: “I migliori libri per ragazzi che ho letto, da Roald Dahl a ‘La storia infinita’, divertivano, appassionavano, intrattenevano e poi, solo dopo anni, capivi che in realtà avevano seminato dentro di te qualcosa di bello, un ideale, un sogno. È esattamente quello che ho cercato di fare qui io: lavorare soprattutto sulla storia, di modo che il ‘messaggio’ arrivi in modo implicito, sotto traccia. Spero di esserci riuscito”

Dopo aver pubblicato cinque romanzi, un libro illustrato molto particolare e un saggio (tutti editi da Garzanti), Enrico Galiano, insegnante e scrittore, debutta nella narrativa per ragazzi con La società segreta dei salvaparole (Salani).

Nato nel 1977 a Pordenone, Galiano (che è anche collaboratore de ilLibraio.it), ha esordito con Eppure cadiamo felici, a cui poi sono seguiti Tutta la vita che vuoiPiù forte di ogni addioBasta un attimo per tornare bambini (illustrato da Sara Di Francescantonio), Dormi stanotte sul mio cuoreL’arte di sbagliare alla grande e Felici contro il mondo, tutti lavori in cui, in un modo o nell’altro, è presente la sua esperienza come docente appassionato di storie.

la società segreta dei salvaparole

E veniamo ora alla trama di questo nuovo libro, che inizia quando le parole cominciano a sparire dal mondo. Inizialmente confuso dallo strano evento, il protagonista di questa storia, Samu, pensa che in fondo non sia poi un gran problema. Meno parole significa meno cose da studiare e finché spariscono parole come “marmitta” o “iconoclasta” per lui va benissimo!

Ma cosa succederebbe se ad andarsene fossero parole come “marmellata”, “vacanze”, “amicizia”, “amore”?

Samu potrebbe perdere il suo migliore amico Nico, e certamente dovrebbe dire addio a ogni speranza di conquistare Rachele, la ragazza dai capelli corvini e i calzini spaiati che gli fa battere forte il cuore. No, è un rischio che Samu non può correre. È per questo che sceglie di diventare un Salvaparole. Ed è per questo che, con l’aiuto di una banda alquanto sgangherata, si lancerà a capofitto in un’avventura fatta di missioni clandestine, messaggi in codice e misteriosi rapimenti.

Con uno stile ironico, accompagnato dalle illustrazioni di Stefano Tambellini, Galiano ci racconta una storia di amicizia, coraggio e lealtà che insegna l’importanza di proteggere sempre le parole, la nostra arma di difesa più preziosa contro il male del mondo.

Galiano, lei ormai ha pubblicato diversi romanzi, nonché un saggio. Com’è stato questa volta dedicarsi un libro rivolto esplicitamente ai ragazzi? È cambiato qualcosa nel suo processo di scrittura?
“È stato soprattutto divertente. Davvero, non immaginavo fosse così bello scrivere un romanzo per ragazzi. Riscopri l’aspetto giocoso della scrittura, soprattutto delle parole, dei doppi sensi, dei neologismi. Segui più l’istinto e meno il calcolo, e questo credo faccia bene sia a chi scrive che a chi legge”.

Ci vuole raccontare qual è stata la scintilla che ha fatto nascere questo libro?
“Certo. Stavo guardando il film Yesterday, quello dove un ragazzo si ritrova improvvisamente in un mondo in cui non sono mai esistiti i Beatles, e mi sono chiesto: come sarebbe svegliarsi in un mondo in cui, piano piano, spariscono tutte le parole? Cosa accadrebbe alle persone? Che effetto avrebbe sul nostro modo di comunicare, di comprenderci? E perché mai qualcuno dovrebbe volere che la parole spariscano? Insomma, da una semplice domanda avevo già una storia: quella di un ragazzo che, insieme a una vecchia bizzarra professoressa, cerca di salvare le parole”.

Del resto le parole sono un tema a lei caro, già presenti nel suo primo romanzo Eppure cadiamo felici, e nel seguito Felici contro il mondo. Quanto sono importanti secondo lei?
“In questo momento storico preciso, sono tutto. Hanno un potere sempre crescente, e chi ne conosce il significato e il valore ha un grande potere, che può essere usato sia in modo costruttivo sia distruttivo”.

Ci spieghi meglio.
“Noi siamo letteralmente case costruite con mattoni di parole: le parole degli altri verso di noi, le parole della nostra cultura, le parole in cui crediamo. E purtroppo c’è chi le sta svalutando, sta togliendo loro significato e bellezza: Samu e i suoi amici vogliono proprio impedire questo, che togliendo le parole dal mondo sparisca anche le bellezza”.

E la scuola, che molto spesso è stata un’arena delle sue narrazioni, in questo nuovo racconto che valore ha?
“Be’, come sempre accade tutto lì, fin dall’inizio. È il primo teatro in cui si mette in scena la nostra vita sociale, e spesso la nostra vita adulta non è che il ripetersi delle stesse dinamiche che abbiamo vissuto a scuola. Qui in questo libro in particolare ho voluto esplorare il doppio potere che ha un insegnante rispetto ai propri studenti: tirare fuori il meglio ma anche il peggio, elevarli ma anche affossarli, scoprire i loro talenti o bruciarli. Abbiamo una grande responsabilità, ed è questo a rendere straordinario il mio mestiere”.

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Di solito, quando si parla di letteratura per ragazzi, si finisce sempre per incappare in un dilemma di natura morale: secondo lei deve veicolare un messaggio (che sia costruttivo o meno), oppure può semplicemente divertire e intrattenere?
“I migliori libri per ragazzi che ho letto, da Roald Dahl a La storia infinita, facevano molto di più: divertivano, appassionavano, intrattenevano e poi, solo dopo anni, capivi che in realtà avevano seminato dentro di te qualcosa di bello, un ideale, un sogno, un modo di guardare le cose. È esattamente quello che ho cercato di fare qui io: lavorare soprattutto sulla storia, di modo che il ‘messaggio’ arrivi in modo implicito, sotto traccia, ma in modo comunque potente. Spero di esserci riuscito”.

Quindi le è piaciuto scrivere un libro per ragazzi. Pensa che lo farà di nuovo?
“È stupendo farlo. Credo di non aver in realtà mai fatto altro, mi sentivo un pesce dentro l’acqua, infatti è uno dei libri che mi sono usciti più rapidamente. Per cui mi piacerebbe farlo ancora e ancora, ma dipende anche dalla risposta dei lettori!”.

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