“Manzoni è superato? Non ha più niente da dire a noi moderni? Credo, invece, che sia più attuale di quanto non si creda. Un esempio? L’amore che l’autore dei Promessi Sposi provò per sua madre, Giulia Beccaria, è lo stesso di Ghali per sua madre…” – Su ilLibraio.it, in occasione dell’uscita del libro “Il cuore indocile. Come amare Alessandro Manzoni ai tempi della trap”, la riflessione di Andrea Maggi, docente di italiano e latino de “Il Collegio”

A un anno dallo scoppio della pandemia, la sensazione è che le cose non siano cambiate molto da quando tutto è iniziato. Le ambulanze sfrecciano lungo le vie a sirene spiegate, i reparti covid sono di nuovo affollati e gli indici di contagio salgono verticalmente. La bandiera italiana non è più verde bianca e rossa, ma gialla arancione e rossa. La pandemia ha messo in ginocchio la sanità e la scuola, già in passato oggetto di tagli importantissimi, nonché quasi tutti i settori dell’economia.

L’occupazione è in picchiata e la categoria dei lavoratori più colpita è quella delle donne, più precisamente delle madri, costrette a lasciare il lavoro per seguire i figli a casa in didattica a distanza. E poi ci sono i giovani, alle prese con un disagio collaterale sempre crescente. I problemi da un anno a questa parte sono sempre gli stessi e pare che non si trovi il modo di risolverli.

Forse se avessimo un capo del governo donna, ministri donne, un presidente della repubblica donna, e qualche delegazione studentesca autorizzata a presentare i propri cahiers de doléances a una commissione parlamentare, oggi i problemi delle donne e dei giovani sarebbero al centro dell’attenzione delle istituzioni.

Come il governatore di Milano del XVII secolo, don Gonzalo Fernandez de Cordoba, alla notizia del propagarsi della peste rispose “sed belli graviores esse curas” (ossia: “Devo fare la guerra del Monferrato, non mi seccate con altre questioni”), oggi le istituzioni, dinanzi alla “guerra del Monferrato” contro il Covid-19 prendono atto delle altre questioni, “sed belli graviores esse curas”.

Questa visione delle cose dove porterà? Don Gonzalo, racconta Alessandro Manzoni ne I promessi sposi, decise di affrontare un problema alla volta; così facendo trascurò la peste e 86 mila milanesi ne morirono. Sembra strano, ma se vogliamo riflettere su questa nostra situazione così complessa – e nessuno nega che lo sia – la cosa migliore da fare è rileggere I promessi sposi, un romanzo dell’Ottocento.

Come dite? Manzoni è superato? Non ha più niente da dire a noi moderni? Io credo, invece, che sia più attuale di quanto non si creda. Alessandro Manzoni è un autore che gli adulti e i ragazzi dovrebbero riscoprire e rivalutare proprio in questo momento storico segnato dall’incertezza, dallo sconforto e da una visione così nebulosa del futuro. I promessi sposi, come tutti i grandi classici, è un faro che illumina la via nella notte più nera.

Con il mio ultimo libro, Il cuore indocile, ho cercato di raccontare Manzoni e le sue opere in modo da farlo riscoprire alle generazioni X, Y, Z e Alfa, ma anche ai boomer e ai baby boomer. A scuola è sempre risultato noiosissimo: gli studenti non leggono le sue liriche e il romanzo non lo vedono neanche col binocolo, dato che su Internet trovano tutti i capitoli già riassunti. Ma è un peccato, perché Manzoni ha molto da insegnarci, e non mi riferisco solo alla pandemia.

Per certi versi è molto più vicino a personaggi come Fedez, Ghali, Frankie hi-nrg mc e Fabri Fibra di quanto non sembri di primo acchito. Come loro, Manzoni ha segnato un’epoca. Ha rivoluzionato la letteratura italiana come loro hanno cambiato il modo di fare musica e di essere sui social. In più, con le sue opere è stato un paladino degli ultimi contro le ingiustizie dei potenti.

Era un genio tormentato, che visse le vicende storiche del Risorgimento con grande fervore, con il medesimo senso assoluto della giustizia dei giovani di oggi, gli stessi che prima del lockdown abbiamo visto manifestare per la tutela dell’ambiente.

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La denuncia di Manzoni delle malefatte degli spagnoli ai danni della Lombardia è la medesima che possiamo ascoltare nella canzone In Italia di Fabri Fibra e in Fight the Faida di Frankie hi-nrg mc. L’amore che Manzoni provò per sua madre, Giulia Beccaria, è lo stesso di Ghali per sua madre. Manzoni adorerebbe la sua Ninna nanna.

Inoltre, come Kurt Cobain dei Nirvana, soffriva di nevrosi, ma il genio di entrambi partorì opere immense, come I promessi sposi e Nevermind, che avrebbero fatto scuola per tutti coloro che sarebbero arrivati dopo. E il matrimonio tra Enrichetta Blondel e Manzoni fu un evento che fece rumore tanto quanto le nozze dei Ferragnez.

I capitoli sulla peste dei Promessi Sposi ci raccontano l’atteggiamento che noi abbiamo avuto durante l’esplosione della pandemia: all’inizio si pensa che non sia peste, poi sì, è peste, ma è stata portata da qualche untore, che la popolazione impaurita cerca, trova, che le istituzioni condannano a morte, anche se, chiaramente, i condannati sono innocenti.

Nei capitoli sulla peste c’è tutto il nostro recente passato e il nostro presente: ci sono i negazionisti, i gilet arancioni, i no mask, la lentezza delle istituzioni e la loro mancanza di prospettiva. Alessandro Manzoni, insomma, è una voce che può ancora ispirarci, se solo torniamo a prestargli orecchio.

Il cuore indocile, Andrea Maggi

L’AUTORE E IL LIBRO – Andrea Maggi (in copertina nella foto di John Cruel, ndr) insegna lettere a Pordenone ed è famoso in tutta Italia come il professore di italiano e latino de Il Collegio, il docu-reality di Rai 2. Ha vinto il Premio Massarosa nel 2015 e i suoi romanzi storici sono stati pubblicati anche in Spagna e in America Latina.

Ora torna in libreria con Il cuore indocile. Come amare Alessandro Manzoni ai tempi della trap (Piemme), libro in cui racconta una cosa che forse in un primo momento non tutti i ragazzi avranno notato, ovvero il fatto che Alessandro Manzoni ha avuto un’infanzia come quella di Ghali, e che I promessi sposi hanno segnato un’epoca al pari di Nevermind dei Nirvana.

Fotografia header: Il cuore indocile, Andrea Maggi (foto di John Cruel)

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