Da un lato le due favorite, Donatella Di Pietrantonio (in particolare) e Chiara Valerio; dall’altro le polemiche politiche su “Dalla stessa parte mi troverai” di Valentina Mira, libro entrato in “dozzina” e di cui si sta molto parlando – Su ilLibraio.it retroscena e aggiornamenti sulla corsa al Premio Strega (probabile una finale a “sei”…)

L’apparenza inganna, quella del 2024 non sarà un’edizione del Premio Strega sonnacchiosa…

Quanto alla vittoria finale, scaramanzie a parte, stando alle voci raccolte da ilLibraio.it, difficilmente dovrebbe sfuggire all’Einaudi e a Donatella Di Pietrantonio, il cui ultimo romanzo, L’età fragile, è stato proposto da Vittorio Lingiardi.

Il condizionale, come sempre con lo Strega degli ultimi anni (in cui le sorprese non sono certo mancate) è caldamente consigliato…

L’apprezzata scrittrice abruzzese, che nel 2017 vinse il Campiello con il longseller L’Arminuta, nel 2021 era giunta seconda al Ninfeo di Villa Giulia, con Borgo Sud, dietro al vincitore di quell’edizione, Emanuele Trevi. Questa volta, l’obiettivo suo e dell’editore non può che essere il trionfo finale.

A contendere a Di Pietrantonio la 78esima edizione dello Strega sarà Chiara Valerio, il cui nuovo romanzo, Chi dice e chi tace (qui la nostra recensione) è stato proposto dall’Amico della domenica Matteo Motolese.

Scrittrice, editor della Marsilio, direttrice di Più libri più liberi e conduttrice radiofonica, Valerio negli ultimi dieci anni aveva pubblicato i suoi libri proprio con Einaudi, mentre per l’ultimo romanzo ha scelto la palermitana Sellerio che, tra l’altro, non prendeva (volutamente) parte parte al Premio Strega dal 2010. La presenza in gara di Chiara Valerio è senza dubbio stata una delle sorprese di questa edizione, e certamente rende l’esito finale della contesa meno scontato.

FAVORITI I DUE LIBRI FINORA PIÙ VENDUTI

Tra l’altro, tra i 12 libri (su ben 82 proposti dai giurati) selezionati dal Comitato direttivo dell’ambito (e spesso discusso) premio romano – composto da Pietro Abate, Giuseppe D’Avino, Valeria Della Valle, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Dacia Maraini, Melania G. Mazzucco, Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi e Giovanni SolimineL’età fragile e Chi dice e chi tace sono ad oggi (e nettamente) i due libri più venduti.

MA SARÀ SESTINA?

In vista delle prossime tappe dell’edizione 2024 dello Strega, va tenuto in conto che in finale potrebbero entrare sei libri e non cinque. Sì perché, come già accaduto in passato con La nave di Teseo, Sellerio probabilmente non sarà considerato un piccolo editore. Di conseguenza, da regolamento ci sarebbe spazio per un sesto libro, edito da un editore medio-piccolo.

E dunque, nel caso, la sfida sarebbe fra tre libri molto diversi tra loro, tre opere in cui il Comitato direttivo ha creduto: Autobiogrammatica (minimum fax – qui la nostra recensione) di Tommaso Giartosio (proposto da Emanuele Trevi), Nella stanza dell’imperatore (Fazi) di Sonia Aggio (proposto da Simona Cives) e Adelaida di Adrián N. Bravi (proposto da Romana Petri).

LA POLEMICA SUL LIBRO DI VALENTINA MIRA

Dalla stessa parte mi troverai di Valentina Mira

Negli ultimi giorni, però, tra i 12 libri in corsa a far parlare è soprattutto Dalla stessa parte mi troverai di Valentina Mira, proposto da Franco Di Mare e uscito per SEM, che da poco ha iniziato un nuovo corso nell’ambito del Gruppo Feltrinelli, come abbiamo raccontato dettagliatamente.

Il libro di Mira è dedicato a una (tragica) storia vera, che ha inizio a Roma, una sera d’inverno, per la precisione il 7 gennaio 1978: davanti alla sede del Movimento sociale italiano nel quartiere Appio Latino, vengono uccisi due attivisti di destra. Da quel momento, i morti di Acca Larentia diventano icone intoccabili del neofascismo, come si sottolinea nella presentazione del libro. Si cui si legge anche: “Questa storia ricomincia il 30 aprile 1987, quando viene arrestato Mario Scrocca, un militante di estrema sinistra. Secondo gli inquirenti, Scrocca avrebbe fatto parte del commando che colpì ad Acca Larentia. Lo troveranno cadavere ventiquattro ore più tardi, impiccato in una cella di Regina Coeli. Ma troppe cose non tornano…”.

In libreria dal 12 gennaio, a dire il vero Dalla stessa parte mi troverai ha iniziato a far parlare proprio dopo l’ingresso, un po’ a sorpresa, nella “dozzina” dello Strega, per gli attacchi arrivati all’autrice dalla stampa di destra e da esponenti politici di quell’area.

Come ha ricostruito sul Manifesto Giulia Siviero, Mira “- che si dichiara femminista e antifascista – è stata attaccata e accusata di revisionismo storico sulla vicenda di Acca Larentia da diversi esponenti di Fratelli d’Italia. Le critiche si sono spostate però su un altro piano: un piano personale, a causa della sua passata collaborazione con un sito conservatore (Gli Italiani) sul quale ha pubblicato diversi articoli piuttosto allineati”.

Al Manifesto l’autrice (che in questi giorni è stata anche invitata in tv, ad esempio da Otto e mezzo, su La7) ha chiarito che le critiche sono in realtà cominciate già alla vigilia della pubblicazione, sul Secolo d’Italia, e si sono fatte più intense a seguito dell’ingresso in dozzina.

Sempre sul Manifesto Valentina Mira, accusata dunque non solo di “revisionismo” ma anche di “repentina conversione” politica, è tornata sulla sua vicinanza, in passato, ai gruppi neofascisti, in cui aveva accennato anche in X (il suo esordio uscito per Fandango, di cui ci aveva parlato in questa intervista del 2021): “Quegli articoli li ho scritti io, e me ne vergogno così tanto che non li ho mai più riletti, non ci riesco. Il punto è proprio questo: quando parlo della pericolosità del fascismo lo faccio perché so di cosa parlo. E lo so non solo perché sono cresciuta nel quartiere di Acca Larentia, lo stesso di Stefano Delle Chiaie, dove il fascismo esiste ed è normalizzato. Lo so anche perché, come racconto nel mio primo libro, dopo lo stupro che ho subito la persona che ho incrociato nel mio cammino e che si è posta come mio salvatore era proprio un fascista. Alle cose che mi diceva ci credevo…”.

Su Repubblica la stessa Mira ha anche spiegato: “Mi accusano di revisionismo, di non avere pietà per le vittime di Acca Larentia, ma fanno una confusione strumentale dimostrando di non conoscere le mie pagine: i ragazzi che morirono in quegli anni terribili erano tutti vittime, spesso non avevano neppure il libero arbitrio di decidere il proprio destino. L’ho scritto e lo ripeto. Diverse invece sono le commemorazioni con i saluti romani e le croci celtiche. Quelli proprio non posso giustificarli, perché io sono e resto antifascista”.

Qui invece uno dei pezzi critici usciti negli ultimi giorni, dal titolo La difesa (impossibile) del libro su Acca Larentia, pubblicato dal Giornale.

Feltrinelli, va ricordato, è in corsa allo Strega 2024 anche con Romanzo senza umani di Paolo Di Paolo (proposto da Gianni Amelio), altro autore che punta alla finale. Non sarà affatto scontato vedere al Ninfeo due libri targati Feltrinelli, e al momento l’interesse per Dalla stessa parte mi troverai è senza dubbio alto. Staremo a vedere.

Lo stesso Di Paolo, tra l’altro, sempre su Repubblica ha difeso il romanzo di Mira, che “viene descritto dai detrattori come un manifesto di ‘odio antifascista’ e una ‘ricostruzione a senso unico’ dei fatti di Acca Larentia. Basterebbe intanto sfogliarlo per rendersi conto che, nelle intenzioni e nell’esito, è un’altra cosa. […] Mira costruisce una sorta di reportage emotivo dal decennio che precede la sua nascita. Non offende la memoria delle vittime; non dà un contributo alla ‘fiera del revisionismo’ […] . Si ferma su un dettaglio ulteriormente doloroso di una storia tragica: una morte derubricata come ‘danno collaterale’, ingiustizia nell’ingiustizia. Chi può sindacare sul diritto di raccontarla?“.

In difesa di Valentina Mira anche la scrittrice Dacia Maraini (che fa parte del Comitato direttivo del Premio) in un intervento sul Corriere della Sera.

GLI ALTRI NOMI IN CORSA PER LA FINALE…

Oltre ai nomi già citati, a puntare a un posto in cinquina (o sestina) ci sono poi sicuramente Raffaella Romagnolo, autrice dell’unico libro della Mondadori rimasto in corsa (Aggiustare l’universo, proposto da Lia Levi) e Dario Voltolini, il cui Invernale (La nave di Teseo – qui la nostra recensione) è stato proposto da Sandro Veronesi.

In corsa anche Melissa Panarello, autrice di Storia dei miei soldi (Bompiani), proposto da Nadia Terranova, e Daniele Rielli, Il fuoco invisibile. Storia umana di un disastro naturale (Rizzoli), proposto da Antonio Pascale.

Sogna la finale, ovviamente, Antonella Lattanzi, il cui Cose che non si raccontano (qui la nostra intervista all’autrice pugliese) è stato proposto da Valeria Parrella. Vale lo stesso discorso fatto prima con il Gruppo Feltrinelli: ci sarà spazio per due autrici Einaudi al Ninfeo di Villa Giulia?

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BARICCO E VECCHIONI IN GIURIA

Insomma, al momento non è semplice prevedere quali scelte farà la giuria del premio, in un’edizione in cui, come ha notato Melania G. Mazzucco, presidente del Comitato direttivo, “abbondano le narrazioni oblique e non finzionali, composite, di taglio saggistico, memoriale o confessionale”. E in cui al tempo stesso “ritorna il romanzo d’impianto più classico, sia d’ambiente contemporaneo sia storico, con una lingua media, spesso intarsiata di dialetto, e un ritmo rapido, talvolta adattato alla serialità televisiva”. All’opposto, aggiunge sempre Mazzucco, “svariate scritture sperimentali propongono impervie esperienze di lettura, in polemica e apprezzabile attitudine di resistenza alla prepotenza delle mode e del mercato”.

A proposito della giuria dello Strega, quest’anno tra gli Amici non sono mancate le new entry: Roberto Andò, Alessandro Baricco, Anna Bonaiuto, Giulia Caminito, Giordano Bruno Guerri, Mauro Mazza, Antonella Polimeni, Loretta Santini e Roberto Vecchioni.

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I votanti, per la precisione, passano da 660 a 700, soprattutto per l’aumento dei voti collettivi dei circoli di lettura delle Biblioteche di Roma (da 15 a 20) e degli Istituti italiani di cultura nel mondo (da 30 a 35), che contribuiscono alla formazione della giuria esprimendo ciascuno 7 votanti, “per un totale di 245 studiosi, traduttori e appassionati della nostra lingua e letteratura residenti all’estero”.

Gli aventi diritto di voto sono così suddivisi, spiega la Fondazione Bellonci: “400 voti degli Amici della domenica, 245 voti dall’estero, 25 voti collettivi espressi da scuole, università e circoli di lettura delle Biblioteche di Roma, 30 voti di lettori forti scelti nel mondo delle professioni e dell’imprenditoria”.

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Da qui a mercoledì 5 giugno, quando al Teatro Romano di Benevento si conosceranno i libri finalisti (l’appuntamento finale è invece in programma giovedì 4 luglio, a Roma, nel giardino del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e in diretta televisiva su Rai 3, con il ripristino dello scrutinio dal vivo degli ultimi cento voti espressi dalla giuria), altre sorprese (e polemiche) potrebbero arrivare

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