Elena Ferrante è una delle voci più potenti e misteriose della narrativa contemporanea: protetta dall’anonimato, ha trasformato l’assenza pubblica in un tratto distintivo, lasciando che a parlare fossero solo le sue storie. Dai primi romanzi viscerali come “L’amore molesto” fino alla tetralogia-bestseller de “L’amica geniale”, diventata fenomeno globale con tanto di adattamenti HBO e Rai, i libri della scrittrice hanno ridefinito il modo di raccontare Napoli, l’amicizia femminile, i legami familiari e le fratture sociali. Ecco dunque una guida completa ai libri dell’autrice sotto pseudonimo, tra romanzi, saggi e opere per ragazzi che hanno segnato la narrativa degli ultimi trent’anni…
Tutti i libri di Elena Ferrante nascono da un’ombra. O meglio, da un’assenza attentamente coltivata: quella della loro autrice, la cui identità resta, da oltre trent’anni, avvolta nel mistero.
Napoli 1943, recita la scarna biografia ufficiale di una delle numerose “penne” sotto pseudonimo della letteratura, e poi un silenzio compatto che non si incrina neppure davanti a premi, adattamenti cinematografici e serie televisive globali.
Un’autrice senza volto che ha conquistato il mondo: nel 2016 Time l’ha inserita tra le cento persone più influenti del pianeta; nel 2024 il New York Times ha incoronato L’amica geniale come il miglior libro del XXI secolo.
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Dalla sua prima apparizione con L’amore molesto (1992) – romanzo viscerale che Mario Martone ha portato a Cannes – Ferrante ha messo a punto una grammatica narrativa riconoscibile: relazioni intime come campo di battaglia, Napoli come teatro di forze telluriche, un linguaggio che scava nella psiche femminile con la precisione di un chirurgo e la crudeltà di un’amica che non ti risparmia nulla.
Con I giorni dell’abbandono (2002) e La figlia oscura (2006) ha consolidato un percorso fatto di traumi, desideri e fratture; con il saggio La frantumaglia (2003) ha dichiarato, quasi con divertita fermezza, che i libri devono bastare a se stessi, organismi autosufficienti privi di bisogno di un volto in copertina.
Il successo planetario con la tetralogia de L’amica geniale
Poi, del 2011, l’evento: la tetralogia de L’amica geniale. Quattro volumi – L’amica geniale, Storia del nuovo cognome, Storia di chi fugge e di chi resta, Storia della bambina perduta – che non sono solo romanzi di formazione, ma un’indagine senza anestesia sull’amicizia, la classe sociale, l’ambizione e la fuga. Il successo è travolgente, spingendo la HBO e la Rai a tradurli in una serie televisiva di respiro internazionale.
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Forte di questo riconoscimento planetario, Ferrante scrive romanzi che vivono anche fuori dalla pagina: La vita bugiarda degli adulti (2019) è diventato serie Netflix; La figlia oscura ha trovato nuova vita cinematografica grazie a Maggie Gyllenhaal. Ma dietro ogni trama, dietro ogni personaggio, resta l’enigma di chi li ha creati. Negli anni, ipotesi e inchieste hanno provato a smascherarla: Anita Raja, Domenico Starnone, Marcella Marmo. Nessuna conferma, solo scie di indizi e qualche polemica.
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Ferrante Fever e identità misteriosa
Nonostante il silenzio che circonda la sua identità, la voce di Elena Ferrante si è fatta sentire con forza attraverso le rare interviste e gli interventi scritti, come la lista di 40 libri scritti da donne consigliati su Bookshop.org. È il caso anche del dialogo con Nicola Lagioia su la Repubblica, in cui l’autrice ha affrontato temi centrali della sua narrativa: l’impossibilità di una vera solitudine in un ambiente affollato e rumoroso, la tensione continua tra dialetto e lingua italiana, il legame ambivalente con il rione, al tempo stesso matrice di umanità e luogo di corruzione. “Siamo la ressa degli altri“, osserva Ferrante, riconoscendo nella frantumaglia di relazioni, conflitti e memorie la sostanza più autentica della letteratura.
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Eppure, forse il segreto di Ferrante non è un nome da rivelare, ma un patto narrativo: lasciare che a parlare sia soltanto la voce – spietata, seducente, inconfondibile – che risuona nelle sue pagine. Perché, come dimostra la sua carriera, la vera identità di Elena Ferrante è già tutta nei suoi libri.
Di libro in libro: viaggio nelle opere di Elena Ferrante
Intraprendiamo dunque un percorso tra ogni titolo, passando dai romanzi alla narrativa per bambini, fino ai saggi, all’insegna di racconti pregni di passione, diventati presto un caposaldo della letteratura mondiale.
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L’amore molesto
Aspro, carnale e intriso di memorie distorte, L’amore molesto (E/O, 1992) segna l’esordio di Elena Ferrante e introduce il suo tratto più riconoscibile: un’intimità che esplode in conflitto. Ambientato in una Napoli febbrile, umida di segreti e rancori, il romanzo segue Delia, richiamata nella città natale dalla morte improvvisa della madre, Amalia. La ricerca della verità si intreccia a un passato segnato da sospetti, menzogne e ferite mai rimarginate, trasformando il dramma familiare in un thriller psicologico a tinte cupe.
In queste pagine Ferrante scolpisce i dialoghi e i silenzi con precisione chirurgica, facendo affiorare non solo il legame viscerale tra madre e figlia, ma anche le ombre di una città che osserva, giudica e avvolge. Dal romanzo è stato inoltre tratto l’omonimo film di Mario Martone, con Anna Bonaiuto e Angela Luce, amplificando in immagini la tensione e l’ambiguità di una storia che, come la sua autrice, sfugge a ogni facile definizione.
I giorni dell’abbandono
Tra i libri di Elena Ferrante anche I giorni dell’abbandono (E/O, 2002), romanzo in cui l’autrice sotto pseudonimo affonda lo sguardo nell’abisso del dolore con una lucidità quasi spietata. Olga, giovane donna serena e apparentemente appagata, vede crollare di colpo l’architettura ordinata della sua vita quando il marito la lascia senza preavviso. Nella Torino ordinata e distante dalle radici partenopee, la protagonista resta sola con due figli, un cane e un vuoto che presto si trasforma in un vortice di rabbia, umiliazione e perdita di sé. I fantasmi dell’infanzia napoletana riaffiorano, invadendo il presente e distorcendo la percezione della realtà in un alternarsi di lucidità e follia.
Con una prosa rabbiosa e torrenziale, Ferrante trascina il lettore in un racconto che è al tempo stesso cronaca di una caduta e mappa delle zone più oscure dell’esperienza femminile: anche questo romanzo ha avuto successo sul grande schermo con l’omonimo film di Roberto Faenza, presentato in concorso alla 62ª Mostra del Cinema di Venezia, che amplifica sullo schermo la tensione claustrofobica e l’urgenza emotiva di queste pagine.
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La figlia oscura
Intimo e inquietante, La figlia oscura (E/O, 2006) è uno dei libri di Elena Ferrante che più sonda le zone d’ombra della maternità. Leda, insegnante universitaria e madre divorziata, si ritrova improvvisamente sola quando le due figlie partono per il Canada dal padre. Non prova la malinconia attesa, ma una sensazione quasi euforica di libertà: si concede così una vacanza al mare, in un piccolo paese del Sud, immaginando giornate placide e senza scosse. Ma l’incontro con una famiglia rumorosa e minacciosa nella sua caotica vitalità incrina l’equilibrio, e un gesto istintivo e inspiegabile, compiuto da Leda, innesca una spirale di tensione e introspezione che la costringe a confrontarsi con il lato più oscuro della propria esperienza di madre.
Tra i libri più tesi ed emotivi di Elena Ferrante, questo racconto parte come una riconquista di sé e si trasforma in un’indagine spietata sulle colpe e le libertà femminili. Una serrata indagine da cui è stato tratto nel 2021 il film diretto da Maggie Gyllenhaal, che ha portato sullo schermo l’intensità claustrofobica e il mistero emotivo di queste pagine.
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L’amica geniale
Magistrale intreccio di intimità e realtà sociale, L’amica geniale (E/O, 2011) segna l’inizio di una saga che ha trasformato la misteriosa scrittrice italiana in una delle autrici più influenti e celebrate della letteratura contemporanea, consacrandola come voce imprescindibile. Eletto dal New York Times miglior libro del XXI secolo, questo primo volume ci immerge in un rione povero della Napoli degli anni ’50, dove due bambine, Elena e Lila, crescono tra i vicoli stretti e l’odore di mare e umanità. Ferrante non racconta solo una storia di amicizia: qui si incrociano le dinamiche complesse di un legame che è insieme amore e rivalità, complicità e lotta per la propria identità.
Attraverso una scrittura intensa e vivida, l’autrice traccia il percorso di queste due ragazze, esplorando le radici profonde di un rapporto che si sviluppa nel tempo, mentre intorno a loro mutano Napoli, l’Italia e il mondo intero. Il racconto è una perfetta alchimia tra la narrazione popolare, che scorre fluida e rapida come durante l’episodio di un Capodanno dove tutto può cambiare, e un’analisi psicologica profonda, fatta di dettagli, sfumature e verità scomode.
L’amica geniale è un’opera che non si limita a raccontare una crescita individuale, ma si spinge a indagare il tessuto sociale, politico ed emotivo che plasma le vite di chi nasce e si muove ai margini, facendo di questo romanzo uno dei libri di Elena Ferrante più amati e discussi a livello globale (diventando poi una serie diretta da Saverio Costanzo). Con la fine di questo primo capitolo si chiude il racconto dell’infanzia e dell’adolescenza, lasciando aperta la porta a sconvolgimenti futuri, pronti a rivoluzionare per sempre il legame tra le due protagoniste.
Storia del nuovo cognome
Storia del nuovo cognome (E/O, 2012), secondo capitolo della saga de L’amica geniale, ci riporta immediatamente nel cuore pulsante di un rapporto tanto tormentato quanto imprescindibile: quello tra Lila ed Elena. Qui, Ferrante scandaglia con precisione chirurgica le sfumature di un legame che oscilla tra amore profondo e conflitto viscerale, in cui si intrecciano dipendenza, rivalità e un’irrefrenabile volontà di autoaffermazione. Attraverso una scrittura densa e incisiva, il romanzo si addentra nelle trasformazioni di due giovani donne che affrontano i primi passi nell’età adulta, muovendosi tra le trame strette di un rione napoletano che sembra ingabbiare i loro sogni e le loro ambizioni.
La narrazione, ricca di tensioni emotive e di dettagli sociali, rivela un mondo in cui il tempo scivola via senza certezze, ma dove l’eco del legame tra le protagoniste continua a risuonare con forza, capace di tenere insieme mondi e destini diversi. Non a caso, Storia del nuovo cognome ha consolidato il successo internazionale dell’autrice, diventando un punto di riferimento imprescindibile tra i libri di Elena Ferrante, tanto da ispirare l’adattamento televisivo di successo che ne ha ampliato ulteriormente la risonanza globale.
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Storia di chi fugge e chi resta
Dopo il successo travolgente di L’amica geniale e Storia del nuovo cognome, arriva Storia di chi fugge e di chi resta (E/O, 2013), il terzo capitolo della saga che ha segnato una pietra miliare nei libri di Elena Ferrante. Qui, Elena e Lila sono ormai donne adulte, segnate da un passato che non si lascia cancellare facilmente. Lila, sposata a soli sedici anni, madre di un bambino e poi fuggita da un matrimonio opprimente, affronta le dure condizioni della fabbrica e di una vita di sacrifici; Elena, al contrario, si è affrancata dal rione grazie agli studi alla Normale di Pisa e a un romanzo di successo, che l’ha introdotta nel mondo colto e benestante.
Il romanzo si apre agli anni Settanta, un decennio che pulsa di tensioni sociali, politiche e culturali, e che riflette le sfide interiori delle protagoniste. Ferrante esplora con la consueta intensità e ritmo incalzante le contraddizioni di un tempo in cui le barriere tradizionali sembrano vacillare, ma la lotta per l’identità e la libertà resta aspra. Il legame tra le due amiche si fa ancora più complesso, un intreccio fatto di silenzi, esplosioni emotive e riconciliazioni che scandiscono il percorso di due donne che cercano di fuggire dal destino imposto dal loro contesto. In questo capitolo, uno dei libri di Elena Ferrante più intensi e stratificati, l’autrice conferma il suo talento nel dipingere con mano ferma la crescita e la trasformazione di un rapporto unico e irresistibile.
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Storia della bambina perduta
Finalista al Man Booker International Prize 2016 e al Premio Strega 2015, Storia della bambina perduta (E/O, 2014) chiude in modo magistrale la saga dei libri di Elena Ferrante, consacrando definitivamente la potenza narrativa dell’autrice. Qui, Lila ed Elena, ormai adulte, portano sulle spalle vite complesse, segnate da scoperte, cadute e rinascite che raccontano una lotta continua per liberarsi dalle catene del loro quartiere napoletano, una prigione di conformismo, violenza e legami inscindibili.
Elena è diventata scrittrice affermata, ha abbandonato Napoli, vissuto matrimoni e separazioni, cresciuto due figlie, ma decide di tornare nella sua città per inseguire un amore passato che riemerge con forza nella sua esistenza. Lila, al contrario, è rimasta radicata nel rione, profondamente coinvolta nelle dinamiche familiari e camorristiche, ma si è reinventata come imprenditrice nel campo dell’informatica, esercitando un ruolo carismatico e nascosto di leader della sua comunità. Il loro rapporto, al centro della narrazione, è un vortice di scontri e riconciliazioni, di ammirazione e rivalità, un legame che evolve ma che non perde mai la sua intensità originaria.
Ferrante dipinge con maestria, sullo sfondo di una storia d’Italia e di un mondo in trasformazione, la storia di due donne che sono opposti complementari, poli di una stessa energia che si cerca e si respinge, riflettendo con profondità il significato dell’amicizia, dell’identità e della memoria. Questo ultimo volume della tetralogia di Elena Ferrante rappresenta una conclusione potente e struggente, che invita il lettore a riflettere sulle molteplici sfaccettature dell’esistenza femminile e sui legami che ci definiscono.
La vita bugiarda degli adulti
In La vita bugiarda degli adulti (E/O, 2019), l’autrice italiana torna a indagare con una scrittura potente e incisiva il complesso passaggio dall’infanzia all’adolescenza, attraversando i territori delicati e contraddittori della crescita. Questo romanzo, tra i libri di Elena Ferrante più acclamati, esplora la ricerca di sé di Giovanna, una ragazza che si trova a confrontarsi con la trasformazione del proprio volto e della propria identità in una Napoli divisa tra opposti.
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Ferrante dipinge con straordinaria lucidità una città sospesa tra due Napoli, quella di sopra, elegante ma fredda, e quella di sotto, caotica e vivace, entrambe però intrise di tensioni e segreti. Giovanna, scossa da una frase terribile pronunciata da suo padre, si muove tra questi mondi, cercando di decifrare quale maschera sia vera e quale sia bugiarda, in un percorso doloroso e disorientante. Il romanzo si apre così a una riflessione profonda sulla formazione, sulle fragilità umane e sul peso delle parole che ci definiscono o ci deformano.
Con uno stile intenso e una narrazione che fonde il privato e il sociale, Ferrante ci regala un viaggio nell’intimità e nel conflitto di una giovane donna che cerca di rispondere alla domanda fondamentale: “Crescere per diventare cosa, per assomigliare a chi?”. Tra atmosfere dense e immagini vibranti, La vita bugiarda degli adulti (da cui è stata tratta nel 2023 una serie tv su Netflix) si conferma un’opera chiave, capace di catturare le ombre e le luci di una giovinezza tormentata e universale.
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La spiaggia di notte
La spiaggia di notte (E/O, 2007) è un delicato e avvincente racconto per bambini firmato da Elena Ferrante, che con una scrittura limpida e coinvolgente trasporta lettrici e lettori in un’avventura notturna carica di suspense e magia. La protagonista è Celina, una bambola dimenticata sulla spiaggia da Mati, una bambina di cinque anni che, presa dal nuovo gatto Minù, non si accorge più della sua fedele compagna di giochi.
Inizia così per Celina un viaggio nell’oscurità, sotto la minaccia inquietante del Bagnino Crudele del Tramonto e del suo sinistro amico, il Grande Rastrello, che si divertono a raccogliere e spaventare tutti gli oggetti abbandonati sulla riva, dall’innocuo cavalluccio di plastica al misterioso scarabeo. La notte si anima di incontri e pericoli che Celina affronta con coraggio, finché l’alba non riporta la luce e la speranza, permettendole di ritrovare la sua amata Mati.
Questo libro dedicati a giovani lettori e lettrici è una favola di crescita e coraggio che intreccia realismo e fantasia, affrontando con dolcezza temi come la solitudine, l’abbandono e la forza dell’amicizia, rivelandosi un’esperienza di lettura appassionante e rassicurante per bambini e adulti.
La frantumaglia e gli altri saggi di Elena Ferrante
Passando invece ai saggi di Elena Ferrante, La frantumaglia (E/O, 2003) è un viaggio nel cuore del laboratorio creativo della scrittrice italiana, un testo che apre una finestra rara e preziosa sul processo di scrittura e sulle tensioni emotive dietro i suoi romanzi più celebri, come L’amore molesto e I giorni dell’abbandono. Attraverso una raccolta di lettere, interviste e riflessioni personali, l’autrice si svela come mai prima d’ora, offrendo al lettore uno sguardo intimo e sincero sul rapporto tra scrittura e identità.
In queste pagine, Ferrante affronta con lucidità le domande che la comunità dei lettori le ha rivolto nel corso di oltre un decennio, spiegando perché chi scrive dovrebbe spesso restare in disparte, lasciando al testo la sua autonomia e vita propria. Racconta le inquietudini e le aspettative di un romanzo che si trasforma in film, le difficoltà di rispondere alle interviste senza tradire il mistero dell’opera e la complessa esperienza di chi si confronta con una storia che, dopo essere stata narrata, appare sempre in parte incompiuta.
La frantumaglia è dunque un testo fondamentale per comprendere non solo l’universo narrativo di Elena Ferrante, ma anche le pulsioni, le ansie e le passioni di una scrittrice che continua a incantare milioni di lettrici e lettori con la sua voce unica e potente.
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L’invenzione occasionale
L’invenzione occasionale (E/O, 2019) raccoglie cinquantuno frammenti eterogenei che intrecciano esperienze personali, riflessioni poetiche e intuizioni autobiografiche. Originariamente pubblicati in inglese sul Guardian nella traduzione di Ann Goldstein, questi brevi testi costituiscono un vero e proprio laboratorio di scrittura e poetica, che permette di entrare nel mondo interiore di Elena Ferrante con la consueta prosa essenziale e rigorosa, lontana da sentimentalismi e compiacimenti.
La raccolta si presenta come una mappa fluida e in continuo movimento, dove ogni frammento svela aspetti differenti della vita e dell’arte di Ferrante, sondando la memoria, le relazioni, i gesti quotidiani e le necessità più profonde. Attraverso un percorso che rovescia i confini tra alto e basso, passato e presente, il lettore viene guidato a scoprire le tensioni che animano la scrittura: la ribellione contro le convenzioni, la ricerca del vero nascosto sotto la superficie, la rivendicazione di un punto di vista femminile originale e intenso.
L’invenzione occasionale rappresenta così un contributo fondamentale per comprendere non solo il percorso artistico di Elena Ferrante, ma anche la sua capacità di scavare sotto la patina del verosimile, per portare alla luce un immaginario femminile complesso, sovversivo e profondamente umano. Un testo imprescindibile per chi voglia addentrarsi nell’universo dei libri della scrittrice e nella sua visione del mondo.
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I margini e il dettato
Tra gli ultimi libri di Elena Ferrante, I margini e il dettato (Einaudi, 2020) raccoglie quattro testi inediti, tra lezioni e saggi, che si confrontano con il piacere e la difficoltà di leggere e scrivere, e soprattutto con la necessità di una scrittura autentica e corale delle donne. Le pagine nascono da occasioni prestigiose — come le Umberto Eco Lectures di Bologna e il convegno degli italianisti su Dante — e diventano una vera e propria chiamata all’azione culturale.
Ferrante denuncia la cosiddetta “lingua cattiva”, quella lingua storicamente incapace di accogliere le verità e le esperienze femminili. Invita a superare le divisioni tra scrittrici per creare una rete di talenti e di voci che sappiano costruire un linguaggio condiviso e potente. La scrittrice lancia un appello per un lavoro collettivo, capace di fare emergere una scrittura femminile autentica e forte, dove non un rigo va perso nel vento.
Con il suo stile essenziale e diretto, I margini e il dettato è un testo di intensità politica e poetica, che intreccia riflessioni sul processo creativo, sul ruolo della donna nella letteratura e sull’urgenza di costruire nuovi spazi di libertà espressiva: un’opera imprescindibile per chi ama i libri di Elena Ferrante e per chi vuole comprendere il cuore del suo impegno artistico e culturale.
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