“Il rapporto tra Virgilio e Dante nell’Inferno è metafora di quello tra scrittori e lettori”. La scrittrice canadese Margaret Atwood, vincitrice del Premio Speciale Lattes Grinzane 2021, in questi giorni in Italia, si racconta a tutto campo con la stampa italiana: “La rabbia può spronare a lottare contro le ingiustizie sociali, a patto che non diventi tossica”. Quanto alla pandemia: “I più colpiti nel loro bisogno di socializzazione sono stati i giovani, e proprio da loro arriveranno le narrazioni più potenti su quanto è accaduto”

Entra nel vivo il Premio Lattes Grinzane 2021, riconoscimento internazionale intitolato a Mario Lattes e giunto alla sua undicesima edizione, che fa concorrere insieme autori italiani e stranieri ed è dedicato ai migliori libri di narrativa pubblicati nell’ultimo anno.

Questa mattina, al Palazzo Banca d’Alba, in provincia di Cuneo, l’autrice canadese Margaret Atwood, (suo il bestseller Il racconto dell’ancella, Ponte alle Grazie, traduzione di Camillo Pennati), ha incontrato la stampa. Atwood, tra i nomi più noti della letteratura contemporanea, è stata infatti designata vincitrice del Premio Speciale Lattes Grinzane, attribuito ogni anno a un’autrice o autore internazionale di fama riconosciuta a livello mondiale, che nel corso del tempo abbia raccolto un condiviso apprezzamento di critica e di pubblico.

Il riconoscimento è stato assegnato dai docenti, intellettuali, critici e scrittori che formano la Giura Tecnica, mentre i cinque romanzi finalisti dell’edizione 2021, che si contenderanno la vittoria domani, sono affidati alla lettura e al giudizio di 400 studenti delle Giurie Scolastiche, avviate in 25 scuole superiori, da Bolzano a Trapani (passando per Torino, Alba, Bologna, Macerata, Matera, etc.).

A concorrere per il premio saranno Kader Abdolah (nato in Iran e rifugiato politico in Olanda) con Il sentiero delle babbucce gialle (Iperborea; traduzione di Elisabetta Svaluto Moreolo), Bernardine Evaristo (britannica di origini nigeriana) con Ragazza, donna, altro (Sur; traduzione di Martina Testa), Maylis de Kerangal (francese) con Un mondo a portata di mano (Feltrinelli; traduzione di Maria Baiocchi), Nicola Lagioia con La città dei vivi (Einaudi) e Richard Russo (statunitense) con Le conseguenze (Neri Pozza; traduzione di Ada Arduini).

“La grande letteratura è sempre impegnata”

Le storie servono a farci entrare in empatia con ciò che accade nel mondo“, ha dichiarato Atwood durante la conferenza stampa, “i numeri da soli non ne sarebbero capaci. Ecco perché è importante distinguere una credenza da un’opinione, e un’opinione da un fatto. In questo consiste il mestiere dei giornalisti, di chi vuole informarsi sul web, ma anche degli scrittori: bisogna sforzarsi di cercare e di comunicare al meglio la verità“.

Per riuscirci, nel caso specifico dei libri o dei loro adattamenti sul grande e piccolo schermo, secondo la scrittrice “un aspetto fondamentale è quello dell’intrattenimento, che ci permette di divertirci e, contemporaneamente, di riflettere sulla realtà, aiutandoci a prendere posizione e a capire determinate dinamiche prima che sia troppo tardi“.

Margaret Atwood

(Margaret Atwood)

Prendendo spunto dal suo impegno letterario e di attivismo, Atwood ci ha infatti tenuto a ricordare, in merito alla crisi climatica e alle disuguaglianze di genere e contro le popolazioni indigene, che “la rabbia può spronare a lottare contro le ingiustizie sociali, a patto che non diventi tossica. La strada per il progresso è costellata di andirivieni, di cambiamenti non sempre positivi, e richiede la partecipazione di tutti”.

Ha quindi suggerito di non abbassare la guardia né sul fronte ecologico (“Saranno queste nuove generazioni di attivisti a votare i potenti di domani”), né su quello politico, con particolare riferimento all’attuale situazione delle donne in Afghanistan. Non sono mancate poi le riflessioni sulla pandemia – “I più colpiti nel loro bisogno di socializzazione sono stati i giovani, e proprio da loro secondo me arriveranno le narrazioni più potenti su quanto è accaduto” – e infine sulla letteratura.

A tal proposito, la scrittrice canadese ha riflettuto sul fatto che la grande letteratura sia sempre socialmente impegnata, perché “altrimenti non sarebbe considerata grande”. E nel menzionare Dante Alighieri, del quale ha riletto la Divina Commedia durante la pandemia, ci ha tenuto a specificare che “il rapporto tra Virgilio e Dante nell’Inferno è metafora di quello tra scrittori e lettori“.

Anche chi legge, infatti, “si lascia guidare in un viaggio la cui porta di accesso sono le prime pagine: fra quelle righe si mostra la buona volontà dell’autore nel coinvolgere il suo pubblico, così come alla fine si manifesta la sua abilità nell’accompagnarlo fuori dal suo mondo”. Perché nell’Inferno è facile addentrarsi, ma “il difficile è uscirne nel migliore dei modi“.

I prossimi appuntamenti del Premio

Tornando al premio, come detto, con i loro voti, i giovani giurati del Lattes Grinzane decreteranno il libro vincitore tra i cinque in gara, che sarà proclamato domani, sabato 2 ottobre 2021, nel corso della cerimonia di premiazione al Teatro sociale Busca di Alba (ingresso libero fino a esaurimento posti, con modalità che saranno definite nel rispetto delle norme sull’emergenza sanitaria Covid-19).

In questa occasione, Margaret Atwood terrà una lectio magistralis e sarà insignita del riconoscimento. Inoltre, nel corso della mattinata, i finalisti incontreranno gli studenti delle scuole del territorio cuneese.

Domenica 3 ottobre, invece, a partire dalle ore 15:30, durante l’anteprima speciale del XXXIII Salone del Libro di Torino, saranno attesi al Centro Congressi Lingotto, grazie alla collaborazione la Fondazione Bottari Lattes, Margaret Atwood e i finalisti Maylis de Kerangal e Kader Abdolah. I biglietti sono ancora disponibili online su salonelibro.it e vivaticket.com.

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