Armata di acuto umorismo, la celebre scrittrice canadese Margaret Atwood raccoglie nel volume “Questioni scottanti” articoli, saggi, discorsi e prefazioni che ha dedicato a una lucida e spesso scomoda analisi dei tempi che corrono, condotta attraverso gli argomenti cardine già da decenni della sua narrativa – Su ilLibraio.it alcune “considerazioni in pillole” dell’autrice su temi quali il femminismo, l’ecologia e i totalitarismi

Cosa intendiamo per democrazia? Cosa vuol dire oggi libertà? Non è forse arrivato il momento di parlare della distribuzione delle ricchezze in modo equo? E ancora: quali sono i temi caldi del nostro presente e le sfide che ci aspetteranno in un prossimo futuro? Domande ancor più attuali, nei giorni dell’intervento militare russo in Ucraina

A rispondere a questi e altri interrogativi è un punto di riferimento della letteratura internazionale, un’intellettuale che anno dopo anno diventa sempre più ascoltata, una donna che non smette di interrogarsi e interrogarci sui temi di attualità: parliamo della canadese Margaret Atwood, una fra le voci più note della narrativa contemporanea, laureata a Harvard e autrice di oltre venticinque libri tra romanzi, racconti, raccolte di poesie, libri per bambini e saggi (da alcuni dei quali sono state tratte anche delle serie tv di successo).

Più volte candidata al Premio Nobel per la letteratura, e diventata celebre in tutto il mondo per la distopia femminista Il racconto dell’Ancella (Ponte alle Grazie, traduzione di Camillo Pennati) e la serie tv che ne è stata tratta, la scrittrice originaria di Ottawa raccoglie infatti nel volume Questioni scottanti (Ponte alle Grazie, traduzione di Guido Calza, in uscita in contemporanea mondiale) numerosi articoli, saggi, discorsi e prefazioni a libri suoi o altrui, nei quali vediamo emergere, accanto all’autrice di bestseller, una lucida e spesso scomoda analisi dei tempi che corrono.

Armata ancora una volta di un acuto umorismo, Atwood ci rivela non a caso le sue riflessioni toccando tutti gli argomenti chiave che hanno costituito il nucleo della sua narrativa – e per farlo ci introduce nella ricchezza e nella varietà della sua esperienza di vita, di lettura e di scrittura.

In queste pagine scopriamo così da dove questa autrice da oltre 400.000 copie vendute in Italia ha tratto ispirazione, raccontando storie molto più vicine alla realtà di quanto si possa pensare.

Chi la conosce per il suo impegno nelle battaglie per l’ambiente la ritroverà allora nelle storie di una bambina cresciuta nelle grandi foreste canadesi, mentre a chi la considera sbrigativamente una “scrittrice femminista” lei spiegherà prontamente perché, in verità, considera sé stessa una “cattiva femminista“. Dopo aver catalizzato per anni l’attenzione dei media e dei social durante i suoi interventi e le sue pubblicazioni, Atwood ci ricorda così che, “anche se la strada per il progresso è costellata di cambiamenti non sempre positivi, richiede la partecipazione di tutti“.

Dopotutto, l’impegno per le cause giuste non deve mai prescindere dal rigore a cui è chiamato chi attraverso il dono della scrittura ha scelto di trasmettere il proprio punto di vista sulla realtà circostante. Anche a costo di diventarne una scomoda testimone.

Su ilLibraio.it, per gentile concessione della casa editrice, pubblichiamo otto “considerazioni in pillole” contenute nel volume:

Letteratura e morale

Nel corso degli anni romanzieri, poeti e commediografi hanno dichiaratamente perseguito intenzioni diverse: ricostruire i miti fondanti di una società, adulare l’aristocrazia, reggere lo specchio alla natura così che potesse mostrarci la nostra vera indole. […] Ma tutto ciò è ben diverso dal dire che l’intento dei romanzieri e dei poeti debba essere questo. Giudicare un libro in base a quanto sono sacrosante le cause che sostiene o alla «giustezza» delle sue posizioni politiche significa cadere nello stesso genere di pensiero che conduce alla censura.

Letteratura e trumpismo

Ora che l’era di Trump si staglia all’orizzonte, sono gli artisti e gli scrittori a ricordarci che, in tempi di crisi o di paura, ciascuno di noi è molto più di un voto, di un dato statistico. La politica può deformare la vita, e in tanti casi è sicuramente successo, ma noi non siamo, in fin dei conti, il risultato dei nostri politici. Per tutto il corso della Storia non si è mai smesso di sperare in un’arte che, per ogni luogo ed epoca, fosse in grado di esprimere cosa significa essere umani, con tutta la forza e l’eloquenza possibili.

Tratti dei totalitarismi

All’inizio può sembrare una buona idea, con tutte quelle marce e quei raduni e la sensazione di servire un Capo Valoroso che vi dirà la verità, a differenza dei suoi predecessori. Ma simili faccende non sono mai finite bene, in special modo per i cittadini.
I totalitarismi agiscono più o meno sempre nello stesso modo, quale che sia il loro nome. Il fine ultimo è il potere assoluto e incontrastato […]. Una volta che la macchina della denuncia è giunta a regime, l’impeto che raggiunge è terrificante, e per non essere i prossimi denunciati, viene la tentazione di denunciare a nostra volta. Una tentazione a cui molti, in passato, hanno ceduto.

Valore della verità

Il fatto che una certa cosa dovrebbe essere vera, il fatto che abbiate buone intenzioni, il fatto che la notizia sia compatibile con le vostre posizioni ideologiche, il fatto che tornerebbe utilissima nel momento attuale se fosse vera, non significa che lo sia. Dovete preparare argomenti di sostegno molto validi se intendete dire qualcosa d’impopolare, perché vi salteranno addosso. Oppure, per citare George Orwell, «Se libertà significa davvero qualcosa, significa il diritto di dire alla gente quello che non vuol sentirsi dire». E per citarlo di nuovo, in tre parole: Dite – la – verità.

Controllo dei corpi

Le donne che non possono decidere se avere figli o meno sono schiave, perché lo Stato rivendica il possesso dei loro corpi e il diritto di dettarne l’utilizzo. L’unica situazione analoga, per gli uomini, è l’arruolamento. In entrambi i casi viene messa a repentaglio la vita dell’individuo, ma un coscritto viene se non altro provvisto di cibo, indumenti e alloggio. Gli stessi diritti vengono concessi ai reclusi nelle carceri. Se lo Stato impone la procreazione, allora perché non dovrebbe finanziare l’assistenza prenatale, il parto stesso, le cure postnatali e l’allevamento del figlio, ammesso che non venga venduto a una famiglia più abbiente?

Donne e legalità

Celebrate il vostro essere persone, e già che ci siete, pensate ad aiutare le giovani donne che studiano Legge: torneranno utili per difendere il vostro essere persone, se le cose dovessero mettersi male o se qualcuno dovesse allungare le mani. Certo, nel nostro Paese tutte le donne sono persone almeno formalmente, ma alcune, rispetto ad altre, hanno maggiori probabilità di realizzarsi in quanto tali.

Economia e ambiente

Di tutti i fondi devoluti in beneficenza, soltanto il tre per cento circa riguarda iniziative relative agli animali, e di quel tre per cento metà è speso per animali domestici come i cani e i gatti. Si preferisce donare ai poveri, a ospedali e fondazioni che curano le malattie del cuore e dei reni. Però, come tutti sapete, se si degrada l’ambiente – e lo si degrada su scala mondiale, come sta avvenendo adesso – ci saranno più poveri di quanti se ne possano mai aiutare. E a pensarci bene siamo già arrivati a questo punto, perché la ricchezza umana, in fin dei conti, si basa sulla Terra. Come qualcuno ha scherzosamente commentato poco tempo fa, «L’economia è una società controllata al cento per cento dall’ambiente». Se rovinerete la Terra rovinerete voi stessi, e non avrà più importanza quanti soldi date ai cuori e ai reni, perché nessuno più avrà né cuori né reni.

C’è sempre speranza

Ultimamente […] mi è stato chiesto: «C’è speranza?». La mia risposta è: «C’è sempre speranza». La speranza è innata in noi. È pure contagiosa: dove c’è speranza ce ne sarà sempre di più, perché se c’è speranza la gente si sforza in quella direzione. Ed è uno sforzo quello che, in futuro, tutti dovremo fare. Magari è questo il vero significato degli zombie: sono come noi, ma a loro manca la speranza.
Vi auguro speranza.

(continua in libreria…)

Fotografia header: GettyEditorial 14-02-2022

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