Povere studentesse e studenti di oggi, alle prese con aspettative pressanti e l’imperativo silenzioso a non sbagliare! Ecco perché è un’ottima scelta quella di inserire tra le tracce della Maturità ‘L’elogio dell’imperfezione’ di Rita Levi-Montalcini, come spiega su ilLibraio.it l’insegnante e scrittore Enrico Galiano

Che bella, la traccia sul testo di Rita Levi Montalcini all’Esame di Maturità.

A dire il vero, ce n’erano diverse di belline stavolta, e io avrei avuto l’imbarazzo della scelta.

Ok, siamo seri: quella sui social – con un testo del 2014 che parla di blog, che ci sono ragazzi che non sanno neanche più cosa siano – tradiva in chi l’ha pensata una lampante distanza dal mondo degli studenti cui era rivolta; però forse anche lì c’era del buono, perché si poteva cogliere la palla al balzo per scrivere un sonoro “Ok, boomer” e argomentare proprio il concetto che i ragazzi non usano più praticamente i social come venivano usati dieci anni fa.

(infatti mi risulta che in tanti abbiano scelto proprio quella e proprio per dire questo, quindi possiamo esserne contenti)

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Detto questo…

La traccia sull’elogio dell’imperfezione di Montalcini era proprio qualcosa di cui si sentiva il bisogno, e vorrei esprimere tutta la mia ammirazione per chi l’ha scelta e confezionata.

Sapete perché?

Perché stiamo crescendo una generazione di ansiosi.

E certo, nessuno lo nega: avere diciannove anni nel 2024, vorrei vedere se riesci a non esserlo! Fra guerre, crisi climatica, società neanche più liquida ma ormai gassosa e a volte pronta a evaporare, come si fa a non provare almeno un po’ di ansia costante?

Ma non è solo questo presente così complicato a renderli ansiosi: ci mettiamo il nostro anche noi.

Con le nostre aspettative così pressanti.

Con il nostro sempre pretendere il massimo.

Con il nostro stargli sempre addosso senza lasciar loro la libertà di disconnettersi da noi, sperimentare l’autonomia, il doversela cavare da soli.

E, soprattutto, con questo imperativo silenzioso a non sbagliare.

E invece dovremmo essere più onesti con noi stessi: ammettere che siamo quello che siamo non nonostante i nostri errori, ma spesso grazie ad essi.

E rileggere quel testo di Rita Levi Montalcini, noi genitori e insegnanti per primi, prima ancora di loro, ricordarci che l’imperfezione è molto più vitale, molto più gioiosa, come dice la grande medica Premio Nobel.

Per cui grazie a chi ha messo anche questa, fra le tracce d’esame. Una scelta perfetta.

 

L’AUTORE – Enrico Galiano, insegnante e scrittore friulano classe ’77, in classe come sui social, dove è molto seguito, sa come parlare ai ragazzi. Dopo il successo di romanzi (tutti pubblicati da Garzanti) come Eppure cadiamo feliciTutta la vita che vuoiFelici contro il mondo, e Più forte di ogni addio, ha pubblicato un libro molto particolare, Basta un attimo per tornare bambini, illustrato da Sara Di Francescantonio. È poi tornato al romanzo con Dormi stanotte sul mio cuore, e sempre per Garzanti è uscito il suo primo saggio, L’arte di sbagliare alla grande. Con Salani Galiano ha quindi pubblicato la sua prima storia per ragazzi, La società segreta dei salvaparole. Ed è poi uscito, ancora per Garzanti, il suo secondo saggio, Scuola di felicità per eterni ripetenti. Dopo il romanzo Geografia di un dolore perfetto, si appresta a tornare in libreria con Una vita non basta

Enrico Galiano Una vita non basta

Qui è possibile leggere tutti gli articoli scritti da Galiano per il nostro sito, con cui collabora con costanza da diversi anni.

 

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