Gennaio è il mese dei nuovi inizi, una stagione di buoni propositi e grandi promesse, proprio come settembre. Ma se settembre profuma di carta nuova e nostalgia scolastica, gennaio porta con sé l’ordine adulto di agende e calendari, entrambi simboli di una rinascita personale. La cancelleria diventa protagonista: penne, quaderni e piccoli oggetti ci accompagnano in questi rituali di organizzazione e creatività. Anche nell’era digitale, carta e tecnologia convivono armoniosamente, come dimostrano i trend di #BookTok e i video dedicati alla cancelleria su TikTok. E allora, cosa c’è di meglio di una pagina bianca e una penna nuova per iniziare il nuovo anno con stile?
Esistono due tipi di persone. C’è chi festeggia Capodanno il 31 dicembre, tra brindisi e fuochi d’artificio, e chi lo celebra a settembre, tra profumo di carta nuova e l’entusiasmo di un restart silenzioso. Due momenti diversi, ma accomunati dallo stesso intento: ripartire.
Gennaio e settembre sono i due grandi mesi delle illusioni costruttive. Le liste di buoni propositi si moltiplicano, promettendo trasformazioni fisiche (“Quest’anno andrò davvero in palestra!”), emotive (“Dedicherò più tempo alle persone che contano”), o intellettuali (“Leggerò almeno tre libri al mese”). In fondo, è un po’ come mettersi in posa per una foto ideale della propria vita: un’immagine perfetta, da costruire e inseguire con ardore. E anche se il tempo rivelerà le inevitabili smagliature di queste promesse, quel momento iniziale è sacro.
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Settembre porta con sé l’eco del torpore estivo: la lentezza delle giornate calde lascia spazio a un desiderio frizzante di ricominciare. A gennaio, invece, ci si rialza dalla stanchezza di un anno pesante e dalla frustrazione accumulata. Ma ecco il bello: in entrambi i casi, si arriva al medesimo risultato. Si reagisce, si rinasce. E c’è un elemento che unisce questi due momenti così diversi: la passione per la cancelleria.
Ah, la cancelleria. A settembre tutto profuma di carta e plastica, un’aroma così evocativo che meriterebbe un posto in profumeria. Le cartolerie traboccano di diari immacolati, matite intatte, astucci luccicanti.
Ogni oggetto racchiude la promessa di un anno ordinato, pieno di storie da scrivere. E come non pensare al tempo delle scuole elementari? La scelta del diario era un rito solenne, una dichiarazione di stile e identità. Una decisione che sembrava quasi esistenziale.
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A gennaio, la scena cambia, ma non troppo. Le agende nuove fanno capolino, i calendari tornano a scandire le giornate, e gli impegni da annotare diventano quasi poetici. Se settembre sa di nostalgia scolastica, gennaio è un richiamo all’adultità: scadenze, appuntamenti, promesse di gestire il tempo con disciplina. Due facce della stessa medaglia.
E poi ci sono loro: penne, matite, gomme, evidenziatori, adesivi. Ma anche raccoglitori, graffette, puntine, forbici, scotch decorati. Piccoli oggetti irresistibili, spesso destinati a prendere polvere. Perché, ammettiamolo, la gomma è un simbolo di perfezione (l’augurio irrealizzabile è di non aver niente da cancellare) e gli adesivi sono troppo belli per essere usati (non è mai l’occasione giusta). Ma forse il loro scopo è proprio questo: stare lì, pronti, come talismani per nuovi inizi.
Ce li teniamo vicini, a portata di mano, nella nostra vita sempre più digitale. Eppure, carta e tecnologia non sono avversarie, tutt’altro: convivono in un equilibrio sorprendentemente armonioso. Basta guardare il mondo dei libri. Gli appassionati della carta non disdegnano il digitale, anzi: leggono ebook, ascoltano audiolibri e divorano podcast. E poi c’è #BookTok, che ha riacceso nei giovani la voglia di possedere libri “veri”, sfogliabili, magari con copertine “instagrammabili” e librerie curate come piccoli templi personali.
Lo stesso fenomeno si osserva nella cancelleria.
Su TikTok abbondano video che celebrano post-it dalle tinte arcobaleno, evidenziatori pastello, penne dal design ricercato e righelli che sembrano usciti da una mostra di design. Oggetti quotidiani che diventano protagonisti di scrivanie perfette, simboli di una nostalgia raffinata che abbraccia la modernità. Sono il lato romantico dell’organizzazione, capaci di trasformare anche il caos in qualcosa di esteticamente gradevole.
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Scrivere a mano, annotare pensieri in un’agenda, sottolineare con cura le frasi di un libro che amiamo: sono gesti che vanno oltre la semplice utilità. Rilassano, accendono la creatività e lasciano un segno più duraturo nella nostra memoria. Google Calendar è pratico, certo, ma vuoi mettere il piacere di aprire un quaderno e vedere i tuoi impegni scritti con la tua calligrafia, magari arricchiti da qualche scarabocchio evocativo?
E poi, c’è quel misterioso potere di andare in cartoleria: è una sorta di pellegrinaggio beneaugurale, un modo per tornare a tempi più semplici. Quando bastava un quaderno nuovo per sentirci padroni del nostro mondo, o almeno del nostro anno scolastico.
Una pagina bianca è un invito irresistibile: contiene l’eco di infinite possibilità, che si tratti di un’idea brillante per un bestseller o semplicemente di mettere ordine nei pensieri.
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Non sorprende, allora, che il settore sia in espansione. Secondo l’Associazione Italiana Produttori di Cancelleria, già nel 2023 le vendite di prodotti per la scrittura sono aumentate del 3%. Le cartolerie storiche di quartiere tengono duro con orgoglio, mentre marchi come Moleskine, Fabriano, Muji e Legàmi continuano a evolversi. E per chi cerca il paradiso della cancelleria, ci sono luoghi iconici come Itoya a Tokyo o Smythson a Londra, veri santuari per gli amanti del genere. Ma non serve andare troppo lontano: anche gli angoli dedicati alla cancelleria di Tiger, Action o dei supermercati sanno regalare qualche soddisfazione semplice e immediata.
Alla fine, la cancelleria è molto più di un hobby. È un’arte che unisce generazioni, capace di conquistare tanto chi sogna di scrivere il grande romanzo quanto chi vuole solo pianificare la settimana senza stress. È un ponte tra il passato e il futuro, tra i ricordi d’infanzia e le ambizioni adulte.
E così, che si tratti di settembre o gennaio, tutti abbiamo bisogno di un nuovo inizio. E cosa c’è di meglio di una penna fresca e un quaderno immacolato per tracciare il nostro cammino?
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