Osservarci da fuori per raccontarci da dentro; strumento dedicato all’apparenza, ma che per altro verso molto sa farci riflettere, lo specchio – dal latino specĕre, “guardare” – è da sempre un binario privilegiato per mettere in comunicazione ciò che mostriamo all’esterno (la nostra immagine) con ciò che appartiene al nostro mondo interiore (l’immaginazione). Per meglio approfondire, chiediamo dunque agli specchi letterari di lasciarci guardare quasi fossimo noi dall’altra parte dello schermo: scopriremo aspetti di noi che non siamo abituati a vedere e impareremo ad apprezzarci anche in assenza di un selfie, o di un avatar, che ci rappresentino di rimando… – Un percorso di lettura che fa riflettere…

Osservarci da fuori per raccontarci da dentro; strumento dedicato all’apparenza ma che per altro verso molto sa farci riflettere, lo specchio – dal latino specĕre, “guardare” – è da sempre un binario privilegiato per mettere in comunicazione ciò che mostriamo all’esterno (la nostra immagine) con ciò che appartiene al nostro mondo interiore (l’immaginazione).

Ribaltando, per l’effetto, la realtà con la narrativa; sì perché nonostante il riflesso si confermi quasi uguale a chi lo proietta – si definisce chirale l’immagine che ne deriva, in quanto non sovrapponibile alla fonte da cui ha avuto origine – sorge davvero il dubbio se, al di là della superficie, ció che trovi spazio sia davvero un doppione o se, invece, qualcun altro in attesa di parlare con noi.

È infatti, quella della riflessione, una legge scientifica che molto assomiglia a un linguaggio; rispondendo come un’eco a tutto ciò che gli poniamo di fronte, lo specchio ci racconta, seppure al contrario, una storia che è preclusa alla maggior parte degli esseri animati (oranghi e scimpanzè esclusi): quella dell’autoconsapevolezza di sé.

Immagine di copertina del percorso sullo specchio in letteratura

A tal proposito sono molte le narrazioni che scaturiscono dal dialogo con l’immagine; da chi ne definisce l’oggetto della propria passione – come il cacciatore Narciso, innamoratosi del suo riverbero già nel terzo libro delle Metamorfosi di Ovidio – a chi ne riconosce un portale per accedere al subconscio – come Alice Liddell in Attraverso lo specchio di Lewis Carroll, prequel del più famoso Nel paese delle meraviglie – lo specchio in letteratura è comunque il nostro osservatore sincero, in grado di mostrarci chi siamo davvero senza ricorrere a filtri fotografici e/o ad apprezzamenti di livello estetico (“è Biancaneve dalla chioma corvina molto più bella della Regina!” risponde l’onesto accessorio alla bramosia di Grimilde nella classica Biancaneve dei Fratelli Grimm; come anche lo Specchio delle Emarb in Harry Potter quando mostra a chi lo interroga ciò che desidera nel profondo del suo cuore).

Ciò detto, e senza dimenticare coloro che, in quanto privi di anima, sembrano non produrre alcun riflesso – tipo il vampiro Dracula nel romanzo di Bram Stoker chiediamo dunque agli specchi letterari di lasciarci guardare quasi fossimo noi stessi dall’altra parte dello schermo: scopriremo aspetti di noi che non siamo abituati a vedere e impareremo ad apprezzarci anche in assenza di un selfie, o di un avatar, che ci rappresentino di rimando.

Palomar di Italo Calvino, uno specchio autobiografico

Palomar di Italo Calvino

Se lo specchio fosse un genere letterario, questo sarebbe di certo un’autobiografia. In particolare, dei tanti romanzi sul tema, ve n’è uno che al massimo riflette la personalità dell’autore; raccolta di racconti tutti appartenenti alla fiction speculativa, Palomar (Mondadori) è un paratesto che, senza ripercorrere la vita di Italo Calvino, ne riscrive tuttavia gli eventi ma dal punto di vista di un ipotetico alter-ego (come un palombaro che si immerge nella superficie).

In particolare, nel brano Il mondo guarda il mondo, la poetica del protagonista si trasforma in un discorso sulla capacità di osservare le cose; ritiratosi alla vita meditativa, Palomar si dedicherà infatti a un doppio livello di riflessione: “Dunque, d’ora in avanti (…) guarderà le cose dal di fuori e non dal di dentro; ma questo non basta: le guarderà con uno sguardo che viene dal di fuori, non dal dentro di lui. (…) ora non è lui a guardare, ma il mondo di fuori che guarda fuori”. Uno specchio letterario fatto persona, insomma.

Amleto di William Shakespeare, lo specchio nello specchio

Amleto di William Shakespeare, questa è l'immagine di copertina

Riproducendo il cosiddetto effetto Droste – quel fenomeno ottico di ripetizione “all’infinito” che si ingenera ponendo due specchi uno di fronte all’altro – la mise en abyme (o messa in abisso) è una tecnica letteraria che consiste nell’inserire, all’interno del racconto principale, un passaggio narrativo che sintetizza un evento già descritto. E ciò al fine di sottolinearne la profondità.

Come avviene nell’Amleto di Shakespeare (Garzanti, traduzione di Nemi D’Agostino); sospettando che suo padre fosse stato ucciso dal fratello Claudio – o almeno così gli ha suggerito lapparizione di un enigmatico spettro – il Principe di Danimarca mette in scena uno spettacolo teatrale col proposito di indagare se lo zio fosse davvero il responsabile dell’omicidio. Ebbene, nel senso del riflesso, “L’assassinio di Gonzago” è una riproduzione quasi speculare del fratricidio avvenuto alla corte di Norvegia qualche tempo prima; tant’è che il re Claudio uscirà dalla sala in preda a un impeto di collera, con ciò confermando, per le vie deduttive, quelle che erano le supposizioni di suo nipote Amleto. 

La saga de L’Attraversaspecchi di Christelle Dabos, l’incantesimo dello specchio

La saga de L'Attraversaspecchi di Christelle Dabos, queste sono le copertine

A volte utilizzato quale strumento di divinazione (la speculomanzia, ovverosia la fissazione dello specchio per ottenerne visioni, o intuizioni, al pari di una sfera di cristallo), nella saga de L’Attraversaspecchi – di Christelle Dabos, E/O, traduzione di Alberto Bracci Testasecca il riflesso si fa magia e ci conduce nell’universo di Ofelia, giovane “lettrice” in grado di comunicare con gli oggetti e di spostarsi da un luogo all’altro per il solo tramite di una superficie riflettente. E lo fa con un approccio che molto somiglia a una spy-story; costretta dalle Decane a un matrimonio non voluto con il nobile Thorn, la protagonista attraverserà le 21 isole principali per scoprire gli intrighi politici – e gli inganni, e le malelingue che l’hanno trasferita al Polo, “un’arca” inospitale popolata di Bestie fameliche. Così insegnandoci, nel corso dei quattro volumi, che se osservata dalla prospettiva di uno specchio ogni cosa può apparire ribaltata. Persino una storia di odio che si trasforma in una storia d’amore…

Il segreto di Medusa di Hannah Lynn, uno specchio che uccide

Il segreto di Medusa di Hannah Lynn, è l'immagine della copertina del romanzo

Quando indaghiamo sull’archetipo dello specchio, non possiamo non soffermarci attorno alla figura della Gorgone: essere leggendario con la chioma di serpenti e uno sguardo in grado di pietrificare chiunque lo intercetti, la figlia maggiore di Talete viene uccisa da Perseo grazie allo scudo donatogli da Atena. Come ci racconta Hannah Lynn nel suo retelling mitologico Il segreto di Medusa (Newton Compton, traduzione di Mariafelicia Maione); colpevole di aver profanato il tempio di Atena nel tentativo di sottrarsi alla violenza di Poseidone, colei che avrebbe dovuto essere essere protetta in quanto vittima dell’abuso viene invece trasformata nella spaventosa villainess che tutti quanti conosciamo. Così rispecchiando, nella sua straordinaria apparenza, tutto il dolore del non essere stata compresa. Uno young-adult di stampo femminista da tenere in considerazione ogniqualvolta parliamo di non conformità dei corpi ma anche delle ingiustizie provocate dal patriarcato

Il libro degli specchi di E. O. Chirovici, uno specchio deformante

Il libro degli specchi di E. O. Chirovici, questa è la copertina

Sinonimo di illusione poiché in grado di distorcere la realtà, ne Il libro degli specchi di E. O. Chirovici (Longanesi, traduzione di Luca Bernardi) la memoria è fallace poiché – nell’80% dei casi – si basa su un’immagine inesatta di quanto davvero accaduto. Circostanza che rende impossibili gli sforzi dell’agente letterario Peter Katz: dopo aver ricevuto da un tale Richard Flynn la prima parte di un manoscritto che racconta le circostanze di un presunto omicidio – quello del professore universitario Richard Wieder, impegnato in uno studio accademico circa la capacità di ingannare la mente – il protagonista si mette alla ricerca della seconda parte del racconto, quella in cui si sarebbe rivelata la vera dinamica del caso. Soltanto per scoprire, in corso di indagine, che l’autore del manoscritto è deceduto e che dello stesso report non esistono tracce alcune. Che l’autore si sia inventato tutto? O che invece si tratti di un episodio di mistificazione dei fatti, appunto dovuto alla predetta alterazione del ricordo

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Amorologia di Teresa Cinque, relazioni allo specchio Amorologia di Teresa Cinque, la copertina del saggio

Si dice che, nel rapporto con gli altri, questi ci facciano “da specchio”; manifestando all’esterno parti di noi che tendiamo a reprimere e/o ad accettare, qualsiasi relazione diviene la misura esatta di come noi ci percepiamo all’interno di noi stessi ma anche rispetto a tutto il resto del mondo. Su tutti, sono gli incastri sentimentali quelli che più ci mettono alla prova; per farci da Guida (quasi) imparziale alle relazioni e al sesso nell’affrontare le emozioni questo Amorologia di Teresa Cinque (Longanesi) è proprio il testo adatto. Perché ci ricorda di contattarci dentro prima di messaggiarci fuori, sottolineando negli occhi del partner più le similitudini che ci avvicinano che le differenze che ci allontanano. “Questo (…) è un libro sull’amore e il sesso etero. Ma ho il sospetto che alcune dinamiche (leggi quasi tutte) possano valere anche per amori omosessuali, amori bisessuali, amori queer e amori weird (…) l’elemento in ballo è sempre l’umano” ci dice l’autrice in proposito. Perché, anche se in superficie possiamo apparire diversi, nel profondo dello specchio siamo davvero tutti uguali.

E per chi cercasse altri libri che sanno riflettere, ecco quelli che più rispecchiano le tematiche in argomento:

La casa degli specchi di Cristina Caboni (Garzanti)

Specchio di Mary Elizabeth Braddon (Vallardi)

Il collezionista di specchi di Salvatore Niffoi (La Nave di Teseo)

In uno specchio, in un enigma di Jostein Gaarder (Tea)

Specchi rotti di Elias Khoury (Feltrinelli)

Come per lucido specchio di Ildegarda Von Bingen (Mimesis)

Gatti neri e specchi rotti: Perché siamo superstiziosi di Elisabetta Moro e Marino Niola (Einaudi)

Il lettore allo specchio. sul romanzo e la scrittura di Abraham B. Yehoshua (Einaudi)

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