Doppia festa per la casa editrice italiana di Annie Ernaux, premio Nobel per la Letteratura 2022, che proprio in queste settimane festeggia i suoi primi 10 anni. Sui social esultano lettrici e lettori dell’autrice francese, a cui su ilLibraio.it abbiamo dedicato numerosi articoli

In tante e tanti, anche sui social, in queste ore stanno esultando per l’assegnazione del premio Nobel per la Letteratura 2022 ad Annie Ernaux. A partire dalla sua casa editrice italiana negli ultimi dieci anni, L’Orma, che proprio in queste settimane festeggia (con una bellissima sorpresa giunta da Stoccolma) i primi 10 anni di storia, e che ha contribuito a far (ri)scoprire a lettrici e lettori del nostro Paese la grande autrice francese, le cui opere sono tradotte dall’editore Lorenzo Fabbri.

L’Orma, che il 9 novembre pubblicherà Il ragazzo, uscito nei mesi scorsi oltralpe, nell’ultimo decennio ha proposto diverse opere della scrittrice, nata a Lillebonne (Senna Marittima) nel 1940: Il posto, Gli anni, vincitore del Premio Strega Europeo 2016, L’altra figlia, Memoria di ragazza, Una donna, vincitore del Premio Gregor von Rezzori 2019, La vergogna, L’evento, La donna gelata e Guarda le luci, amore mio.

Su ilLibraio.it in questi anni ci siamo occupati in più occasioni dell’autrice, che abbiamo intervistato con Noemi Milani nel 2017, per parlare di Memorie di ragazza: “Quella dell’identità è la sfida più complessa che ogni ragazza deve affrontare”, aveva spiegato. In quell’occasione abbiamo domandato ad Ernaux se per lei la scrittura è un modo di imprimere il passato nella memoria, oppure è più uno strumento per meditare e “processare” il passato, per poi superarlo. Riproponiamo qui la sua risposta di allora: “Prendendo in prestito la formula dal filosofo Paul Ricoeur, credo che la memoria sia una forma di conoscenza, perché contiene milioni di immagini e di parole. Con un termine informatico, si potrebbe dire che comprende milioni di dati ma, a differenza della memoria di un computer, quella di un individuo si modifica senza sosta, riportando alla luce cose che illuminano il passato o fanno comprendere il presente. Attribuisco alla mia scrittura questa funzione, quella di essere uno strumento di conoscenza della memoria; e dunque del reale”.

L’anno prima, nel 2016, in un approfondimento dal titolo “Annie Ernaux e la fiamma della scrittura che si accende”, la scrittrice Giusi Marchetta aveva ripercorso su ilLibraio.it l’opera della vincitrice del Nobel 2022, soffermandosi sul tema dell’urgenza di scrivere: “(…) L’altra figlia è un gioiello dalle molte epifanie, ma per chi come me cerca spesso nei libri, sotto la superficie della trama e le invenzioni dello stile, un senso stesso della scrittura, questa lettera aperta a una sorella mai conosciuta rappresenta un modo incredibilmente suggestivo di confessare l’urgenza di scrivere…”.

Sempre Giusi Marchetta ha poi pubblicato un articolo dal titolo “Leggere Annie Ernaux in attesa che si realizzi un altro tipo di amore”. Erano le prime settimane della pandemia: per l’autrice, La donna gelata in quel momento assumeva un significato ancora più importante (“In questo marzo di lotta contro un virus che si ostina a restare e che tra le sue vittime in maniera indiretta conta anche l’altissimo numero delle donne rimaste senza lavoro e delle violenze inflitte da compagni e mariti tra le mura di casa…”).

Nel 2018, sempre sul nostro sito Oriana Mascali aveva scritto de La vergogna,memoir in cui, con la lucidissima capacità introspettiva, l’autrice francese ricorda il momento della fine dell’innocenza dell’infanzia, spingendo la sua analisi anche al contesto storico-culturale che l’ha prodotta”.

E veniamo all’ultimo articolo che abbiamo dedicato, lo scorso aprile, a un altro libro di Annie Ernaux, Guarda le luci, amore mio, un reportage sul mondo dell’ipermercato e della grande distribuzione. Per Maddalena Vatti “la poetica dell’autrice francese, che ha sempre riservato alle questioni di classe un’attenzione particolare, si presta a fare di questo luogo un soggetto letterario di tutto rispetto, non fosse altro che per la forza significante della merce nel dar forma alla vita. Nel bene e nel male”.

L’auspicio è che il Nobel avvicini un nuovo pubblico alla scrittrice, già molto apprezzata dal pubblico e dalla critica nel nostro Paese e che, ovviamente, continueremo a seguire.

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