Sebbene da sempre in rapporto con l’archetipo del protagonista cattivo, il concetto di ombra si è arricchito nel tempo di interpretazioni meno dark, lontane dall’elemento soprannaturale; per raccontarci, invece, ciò che di opprimente e/o di non risolto attanaglia le nostre vite. Esploriamone dunque i molteplici significati in questa serie di romanzi (di ieri e di oggi) che ci raccontano il tema sotto un nuovo profilo, quello dell’interiorità: perché è nel buio di noi stessi che ci troviamo, alfine, con le ombre tutte uguali…
Un nuovo modo per accendere il buio
È la parte meno esposta di noi stessi e, forse per questo, anche quella che più merita attenzione; in un mondo in cui spopola l’apparire, ove tutto è online per il solo gradimento dei social, ritrovare il legame con l’ombra significa valorizzare quegli aspetti di noi che non mostriamo all’esterno ma che, a ben vedere, altrettanto ci definiscono di un selfie o di un’immagine riflessa allo specchio.
In tal senso, è sin dall’epoca dei Neanderthal che l’uomo è ricorso all’ombra per ritrarre ciò che scruta nell’invisibile (in Breve storia dell’ombra di Victor I. Stoichita, Il Saggiatore); e sebbene da sempre in rapporto con l’archetipo del protagonista cattivo – si pensi al Darkling nella trilogia Tenebre e ossa di Leigh Bardugo – è pur vero che, da un punto di vista letterario, il concetto di ombra si è arricchito nel tempo di significati meno dark, lontani dall’elemento soprannaturale per raccontarci, invece, ciò che di opprimente e/o di non risolto ci attanaglia nelle nostre vite.
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Spazio, dunque, a interpretazioni le più svariate (come nei libri che di seguito vi proponiamo); che si tratti di un amore mai vissuto – in L’ombra dolce di Hoai Huong Nguyen – o piuttosto di un romanzo sulla guerra – in L’ombra del fuoco di Hervé Le Corre – questa “zona di minore luminosità” è un fenomeno emotivo che riguarda ognuno di noi, al di là dei like o dei gusti personali. E se nei nuovi trope “al negativo” (antieroe e from-enemies-to-lovers, in particolare) è proprio l’ombra che si impone sulla scena, cogliamo allora l’occasione per abbandonare ogni tipo di preconcetto e trovarci dunque uniti sotto un nuovo aspetto, quello dell’interiorità.
Perché è proprio questa l’importanza narrativa del tema: che mentre a riflettori accesi ci atteggiamo gli uni migliori degli altri, una volta spenti ci sveliamo, alfine, con le ombre tutte uguali.
L’ombra come doppio in Storia straordinaria di Peter Schlemihl di Adalbert von Chamisso
Di tutte le storie dedicate all’ombra, quella di Peter Schlemihl (di Adalbert Von Chamisso, Garzanti, traduzione di Laura Bocci) è di certo un classico che richiede la lettura; ispirato alla tradizione fiabesca degli stivali delle sette leghe – ma che ben ricorda anche Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò di Lewis Carroll – il romanzo pubblicato nel 1814 ci tramanda le vicende di un incauto giovane che, ingannato dal demonio, decide di privarsi della propria ombra – e quindi dell’identità – in cambio di una ricchezza senza fine. Ma lo scotto, per contrappeso, sarà tutt’altro che vantaggioso; umiliato dalla famiglia dell’amata (che lo considera una sorta di reietto) e temuto da chiunque si ritrovi al suo cospetto, lo sventurato Peter imparerà sulla propria pelle cosa significhi diventare “invisibile” allo sguardo della gente. Quasi che la differenza di un dettaglio – come l’ombra, ma puranche un’identità non conforme alla regola – assuma un enorme rilievo laddove ingigantita dal grandangolo del pregiudizio.
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L’ombra come oblio in Santuario dell’ombra di Aurora Ascher
Non appena l’Incredibile Circo Elementale pianterà i tendoni presso il centro della città di Beirstad, saranno molte le creature magiche a trovare qui riparo; roccaforte di neutralità nel bel mezzo di una guerra fra Regine, chiunque approderà presso il Santuario dell’ombra (di Aurora Ascher per Ne/On, nella traduzione di Alessia Merlo e Rossella Pinto) potrà mostrare la propria natura senza rischio di ingerenze da parte degli umani. A patto, però, se ne rispettino le regole (specie quelle imposte dal perfido proprietario Salizar); prova ne sia che nel tentativo di scoprire cosa si celi nel passato di Raith – un demone oscuro di cui l’ombra ha occultato i ricordi – la Divinatrice Harrow dovrà abbandonare non soltanto la protezione del parco divertimenti, ma altresì quella dei saltimbanchi che l’hanno fatta sentire a casa dopo il massacro del suo Clan di appartenenza (l’acrobata Malaikah su tutti). Che poi fra i due scoppierà l’amore – oltreché la battaglia contro il Dominio delle Furie – è ovvio sin dall’inizio; ciò che invece è del tutto inaspettato è quanto la tematica romance ben si sposi con l’ambientazione fantasy, regalandoci un nuovo romantasy che sembra proprio una fiamma – gemella – in fondo al buio.
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L’ombra del dubbio in L’ombra dei Beati Paoli di Silvana La Spina
Con il proposito di risolvere il mistero sulla sequela di tragedie che, nel 1783, sconvolsero i piani nobili dell’alta borghesia siciliana (fra i quali l’assassinio del marchese Camille de Gubarnatis), questo ultimo romanzo di Silvana La Spina – Neri Pozza – getta l’ombra del dubbio sulla setta dei Beati Paoli, una famosa confraternita di giustizieri mascherati che, quale atto di protesta avverso i soprusi esercitati dai signorotti feudali, commisero numerosi crimini, alcuni dei quali, rimasti a tutt’oggi impuniti. In particolare, è sull’intuito del Barone Maurizio di Belmonte che il Vicerè farà affidamento per svelare chi si nasconda dietro ai famigerati cappucci bianchi; aiutato dalla “pittora” dei morti Sofia Schulz e nel bel mezzo dei festeggiamenti dedicati alla Santa Rosalia, riuscirà l’uomo del Governo a far luce su una delle vicende più intricate della tradizione storicistica italiana? Ancora permane la teoria, mai confermata, che la stessa mafia proverrebbe dalla setta che dà il titolo al romanzo.
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L’ombra come vendetta in Nevernight di Jay Kristoff
Immaginatevi un mondo i cui tre Soli non tramontano mai e dove la notte, anche detta Verobuio, appaia al massimo una volta ogni due anni; è questa la Repubblica di Itreya, uno stato teocratico fondato sulla luce e presidiato dalla Legione dei Luminatii (una compagine militare simile ai soldati romani). Ebbene, crescere in un luogo in cui la Luna è temuta al pari di una maledizione e dove la dea del buio è soprannominata “Nostra Signora dell’omicidio benedetto” non è impresa affatto facile per un Tenebris – un essere notturno in grado di comunicare con l’oscurità – e ciò tanto più quando il Senato ti ha sterminato la famiglia e il tuo unico scopo è quello di vendicare il buon nome di tuo padre. Come ben sa la protagonista della trilogia di Nevernight (di Jay Kristoff, Mondadori, traduzione di Gabriele Giorgi) Mia Corvere; provetta assassina e con l’abilità di manipolare le ombre, la figlia delle tenebre entrerà nella “Chiesa Rossa” allo scopo di diventare una Lama e porre così fine al predominio della luce. Un dark-academia di grandissimo successo e da molti definito l’erede oscuro di Harry Potter.
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L’ombra come indizio in L’uomo nell’ombra di Daniel Cole
Secondo volume (ma capitolo a sé stante) nella trilogia dedicata al detective Wolf, il thriller mozzafiato di Daniel Cole L’uomo nell’ombra (Longanesi, traduzione di Alberto Pezzotta) ci presenta una nuova protagonista – lo spigoloso ispettore capo Emily Baxter – e ci sfida a risolvere con lei un complicatissimo rebus letterario: «La tua vita è appesa a un filo. Ma chi è a tirarlo?». Già, perché nella serie di suicidi-omicidi che speculari si ripetono fra l’America e l’Inghilterra emerge palese un inquietante dettaglio: a morire fra atroci torture non è soltanto la vittima ma altresì il presunto carnefice. Un enigma peraltro rafforzato per effetto di un provocatorio messaggio che sempre appare sui corpi rinvenuti: “esca” da una parte, “marionetta” dall’altra. Certo, rivelarvi l’identità di chi stia tramando nel buio – forse uno psicopatico, forse un’organizzazione criminale – non è proprio nei nostri intenti; quel che invece preme sottolineare è come l’ombra rappresenti, se vista dalla prospettiva opposta, l’immagine al contrario della luce stessa. Un semplice indizio per un rompicapo davvero oscuro, come questo.
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L’ombra della Storia in D’amore e d’ombra di Isabel Allende
E come non concludere con il romanzo che, sopra tutti, ha saputo raccontare il profilo intimistico del tema, ovverosia il celeberrimo D’amore e d’ombra di Isabel Allende (Feltrinelli, traduzione di Angelo Morino); opera semi-finzionale fra le più importanti dell’autrice, l’indagine d’assalto di Irene e Francisco è l’immagine perfetta della luce (amore) che dipana in fondo al buio (ombra). É d’altra parte, quella fra i due, una relazione emotiva nata in un contesto sfavorevole (la dittatura di Pinochet a seguito del golpe del 1973); entrambi sostenitori di una responsabilità militare nella strana sparizione di Evangelina – una giovane veggente che aveva osato contraddire le indicazioni del governo – sarà per il duo psicologo-giornalista questione di primaria importanza ritrovare il corpo della donna e con esso riscrivere entrambe le Storie: quella dei desaparecidos cileni (spariti nell’ombra a causa del regime dittatoriale) e quella del loro rapporto (a dire il vero una delle narrazioni d’amore più coinvolgenti della letteratura contemporanea).
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E per approfondire ulteriormente, ecco una selezione di “libri sull’ombra” che davvero vi faranno buio, anche nei momenti di luce.
-La linea d’ombra di Joseph Conrad (Garzanti)
-L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón (Mondadori)
-L’ombra dello scorpione di Stephen King (Bompiani)
-Ombra di Enrico Pandiani (Rizzoli)
-L’ombra in esilio di Norman Manea (Il Saggiatore)
-Inseguendo un’ombra di Andrea Camilleri (Sellerio)
-Ombra di Suzy Lee (Corraini)
-Libro d’ombra di Jun’ichirō Tanizaki (Marsilio)
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