Il libro “Cuore” di Edmondo De Amicis è considerato un classico della letteratura italiana del tardo Ottocento. Se non l’avete ancora letto, se volete (ri)scoprirne la trama o anche solo qualche curiosità, vi consigliamo questo articolo…
Pubblicato per la prima volta nel 1886 dalla storica casa editrice Treves, il libro Cuore di Edmondo De Amicis (1846-1908) ricevette subito una calorosa accoglienza, raggiungendo le quarantamila copie in quello stesso anno e arrivando a ben un milione di copie nel 1923.
Concepito per i ragazzi e le ragazze dell’Italia recentemente unificata, affinché diventasse un punto di riferimento nella costruzione dell’identità nazionale e nell’educazione delle nuove generazioni, il romanzo è stato effettivamente letto per decenni da Nord a Sud, diventando un classico della letteratura italiana.
Se non l’avete ancora letto, se volete (ri)scoprirne la trama o anche solo qualche curiosità, abbiamo preparato una scheda che ripercorre i punti principali di questo celebre romanzo di formazione…
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Il libro Cuore: di cosa parla, in breve
Cuore è concepito prevalentemente come il diario di un bambino di terza elementare, Enrico Bottini, che per ogni mese che va dall’ottobre 1881 al luglio 1882 parla della sua esperienza in una scuola della città di Torino.
I suoi appunti sono intervallati da alcuni interventi della famiglia, che sotto forma di lettere o di annotazioni inseriscono i propri commenti nella narrazione, dando dei consigli al protagonista o interpretando gli episodi di cui parla sulla base dei valori dell’epoca.
A questa parte del romanzo si aggiungono poi nove storie raccontate dal maestro Perboni, una per ogni mese di scuola, che riportano le vicende (spesso drammatiche) di altrettanti bambini provenienti da diverse regioni italiane.
Dopodiché, l’opera si conclude con Enrico che viene promosso alla classe successiva ma che, con profondo rammarico, dovrà salutare i compagni di classe per trasferirsi altrove con la famiglia, preparandosi a frequentare la quarta elementare in un contesto nuovo e ancora sconosciuto.
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Il libro ci propone quindi uno spaccato dell’Italia postunitaria, descrivendoci realtà anche molto distanti fra di loro grazie all’espediente dell’ambientazione scolastica, che riunisce intorno ai banchi alunni e alunne di diversa estrazione sociale e provenienza, motivando peraltro la presenza di numerosi insegnamenti utili all’intera popolazione.
Fra i temi trattati, non a caso, spicca quello dell’amore per la patria, legato all’eroismo e allo spirito di sacrificio, senza dimenticare il rispetto per le istituzioni e per la famiglia nucleare, e la rilevanza della carità e della pietà, il tutto coadiuvato da uno stile chiaro e scorrevole, che cerca di coinvolgerci specialmente sul piano emotivo.
Al giorno d’oggi, inevitabilmente, l’approccio dell’autore può risultare lontano dal nostro, come anche la visione del mondo di cui si fa portavoce, ma a maggior per questo il romanzo è fondamentale per ricostruire i costumi e la mentalità di quel periodo, così da capirne i limiti e osservarli dalla giusta distanza.
Qualche curiosità sul libro Cuore di Edmondo De Amicis
Se Cuore di Edmondo De Amicis, nonostante i cambiamenti a cui è andato incontro il nostro Paese nel corso del Novecento, si è tramandato di generazione in generazione, è stato anche per via del modello linguistico di italiano scritto che ha a lungo incarnato, insieme a un altro caposaldo di fine Ottocento come Le avventure di Pinocchio (Garzanti) di Carlo Collodi (1826-1883).
Nel contempo, è stato peraltro protagonista di numerosi adattamenti (fra cui l’anime Marco – Dagli Appennini alle Ande, ispirato a uno dei racconti di Cuore e disegnato dal maestro giapponese Hayao Miyazaki, e lo sceneggiato del 1984 di Luigi Comencini, con Johnny Dorelli nei panni del maestro Perboni) e imitazioni – in particolare segnaliamo Piccoli eroi di Cordelia (1849-1916) e il longseller Ascolta il mio cuore (Mondadori) di Bianca Pitzorno, che ne ha mutuato volutamente la struttura.
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Non tutti sanno, inoltre, che tra i romanzi italiani con finalità pedagogiche dati alle stampe in quegli anni, Cuore è quello che contiene meno rimandi alle tradizioni di matrice cristiana, sviluppando per lo più gli argomenti (e le descrizioni) di stampo postrisorgimentale e civile.
In ultimo, ma non per importanza, l’opera ci permette di prendere dimestichezza con l’organizzazione scolastica derivante dalle leggi Casati e Coppino, che avevano diviso le elementari in due cicli di due anni ciascuno, seguite da cinque anni di Ginnasio e infine da tre anni di Liceo: ecco spiegato il motivo per cui la quarta elementare sarebbe stata per Enrico l’ultima annualità, prima di passare al Ginnasio a tredici anni.
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La citazione più memorabile
Considerando che il libro Cuore di Edmondo De Amicis intendeva insegnare ai giovani virtù quali la dedizione alla causa e l’integrità, è inevitabile che al suo interno giochino un ruolo cruciale le figure adulte, da cui i più piccoli possono trarre ispirazione per stabilire come comportarsi di volta in volta.
Un grande rilievo, come anticipavamo, hanno perciò i padri e le madri dei protagonisti (queste ultime, nello specifico, vengono viste come creature da onorare e difendere a qualunque costo), ma pure il maestro di scuola, che qui diventa una vera e propria bussola morale.
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Non stupisce, allora, che una delle frasi più memorabili dell’opera riguardi proprio la sua funzione, che consiste nel mantenere al primo posto il benessere e l’educazione dei suoi studenti, mettendo in pratica quell’abnegnazione e quella dedizione che l’autore contava di trasmettere anche al suo pubblico:
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L’autore
Nato a Oneglia, nei pressi di Imperia, il 21 ottobre del 1846, Edmondo De Amicis proveniva da una famiglia benestante e, a sedici anni, entrò in un collegio di Torino con l’obiettivo di prepararsi agli esami di ammissione per l’Accademia militare di Modena.
Dopo aver partecipato alla battaglia di Custoza, in cui l’Italia venne sconfitta, si votò però alla carriera giornalistica e iniziò a scrivere di temi tanto militari quanto sociali, pubblicando negli anni numerosi reportage anche dall’estero.
Il successo arrivò proprio nel 1886, grazie a Cuore, mentre intanto l’autore aveva perso tragicamente la madre e avrebbe visto suicidarsi pochi anni dopo anche il figlio Furio. Negli ultimi anni della sua vita si avvicinò poi al socialismo e continuò a scrivere fino alla sua scomparsa, avvenuta a Bordighera l’11 marzo del 1908.
La sua produzione, segnata da uno sguardo attento ai fenomeni collettivi, alle classi subalterne e all’importanza di un mentore nella vita dei giovani, è stata rivalutata nella sua varietà soprattutto dalla seconda metà del Novecento in poi, poiché Cuore aveva per molto tempo oscurato le sue altre pubblicazioni.
È stato merito di Italo Calvino (1923-1985), per esempio, se è stato ridato alle stampe il racconto Amore e ginnastica, da cui nel 1973 è stato tratto l’omonimo film di Luigi Filippo D’Amico, e sarebbero ancora molti gli articoli, i racconti e i romanzi dello scrittore ligure da riscoprire per approfondire la poetica di quello che la critica ha definito “l’altro De Amicis“, contrapposto – o comunque complementare – all’autore di Cuore…
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