Fra sentimenti delicati e altri più passionali, anime destinate a incontrarsi fin da subito e altre che si aspettano con impazienza, una selezione dedicata ad alcune fra le poesie d’amore più belle di sempre, dalle quale farci accompagnare in un ideale viaggio letterario (e delle emozioni umane) che va da William Shakespeare ad Alda Merini, passando per Francesco Petrarca, Pablo Neruda e Marina Cvetaeva…

Secondo la scrittrice inglese Emily Dickinson (1830-1886), i poeti sarebbero creature pronte ad accendere una lampada per poi sparire: figure che quindi sanno suggerirci in poche righe importanti spunti di riflessione, ma che poi li lasciano in sospeso per dare a noi la possibilità di arricchirli con le nostre idee, le nostre esperienze, la nostra personale sensibilità.

Eppure, come specifica subito dopo la stessa Dickinson, la luce che viene fuori dai loro componimenti resta lì dov’è, a guidarci lungo la via e a ispirarci con la forza evocatrice delle sue parole. Una considerazione che risulta tanto più vera se pensiamo al vasto novero delle poesie d’amore, così complesse da mettere nero su bianco ma poi così dolci da leggere, e non a caso presenti nelle culture di tutto il mondo fin da tempi antichissimi.

Fra sentimenti delicati e altri più passionali, anime destinate a incontrarsi fin da subito e altre che si aspettano con impazienza, ecco quindi una selezione dedicata ad alcune fra le poesie d’amore più belle di sempre, dalle quali farci accompagnare in un ideale viaggio letterario (e delle emozioni umane) che va da William Shakespeare (1564-1616) ad Alda Merini (1931-2009), passando per Francesco Petrarca (1304-1374), Marina Cvetaeva (1892-1941) e Pablo Neruda (1904-1973)…

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Cominciamo dalla poetessa inglese Elizabeth Barrett Browning (1806-1861), autrice di una delle poesie d’amore più citate da decenni nel mondo del cinema: ci riferiamo a In quanti modi t’amo, tratta da Da Sonetti dal portoghese (Edizioni ETS, a cura di Biancamaria Rizzardi Perutelli).

Un’opera in cui l’amore viene descritto in ogni sua possibile manifestazione, paragonato per entità e per intensità ai fenomeni più disparati, e ribadito con trasporto, con convinzione e con abbandono da una donna che non riesce a immaginarsi senza il proprio innamorato neanche nell’aldilà. Nei suoi ultimi versi, infatti, si legge:

 […] Ti amo
con l’amore che credevo perduto coi miei
perduti santi, – ti amo col respiro, il riso,
i pianti di tutta la mia vita! – e, Dio
mi conforti, meglio ti amerò dopo la morte

Se di poesie d’amore inglesi si parla, non possiamo non citare poi il cantore dei sentimenti per eccellenza, colui che è passato alla storia proprio con l’appellativo de “il Bardo”: William Shakespeare (1564-1616), autore di capolavori come Romeo e Giulietta (Garzanti, traduzione di Silvano Sabbadini), Amleto (Garzanti, traduzione di Nemi D’Agostino) e Il mercante di Venezia (Garzanti, traduzione di Alessandro Serpieri).

A lui si deve, fra gli altri, il Sonetto XVIII, contenuto nella raccolta I sonetti (Garzanti, traduzione di Maria Antonietta Marelli) e dedicato al cosiddetto fair youth, un giovane la cui bellezza è simile a quella di una giornata di sole, anzi, ancora più duratura, perché i versi del poeta la manterranno intatta per sempre. Del componimento è famoso ancora oggi il primo distico, che recita:

Dovrei paragonarti a un giorno d’estate?
Tu sei ben più raggiante e mite […]

Versi tratti da una delle poesie d'amore di William Shakespeare

Densa di metafore e paragoni, ma forse al tempo stesso più concreta e tangibile, è anche la penna dell’autrice milanese Alda Merini (1931-2009), scomparsa all’età di 78 anni dopo una vita intensa e travagliata, che però non l’ha mai allontanata dalla scrittura: nei suoi versi ritroviamo l’angoscia della solitudine e al tempo stesso la fiducia nel prossimo, la speranza di un futuro sereno e la consapevolezza di un’esistenza piena di sfide.

Le sue poesie d’amore, pertanto, risultano sempre vibranti e commoventi, come riscontriamo nella lirica Tra le tue braccia, tratta da Il suono dell’ombra. Poesie e prose (1953-2009) (Mondadori, a cura di Ambrogio Borsani), in cui si celebra l’importanza dell’abbraccio fra l’io lirico e il suo amato:

C’è un posto nel mondo
dove il cuore batte forte,
[…] quel posto è tra le tue braccia

Versi tratti da una delle poesie di Alda Merini

A proposito di dettagli da celebrare, veniamo ora a uno dei sonetti più toccanti di Francesco Petrarca (1304-1374), intellettuale toscano che possiamo considerare precursore e principale esponente del movimento culturale dell’Umanesimo: un poeta dallo stile raffinato e leggiadro, in cui la spontaneità dei versi si mescola alla maestria linguistica.

In una delle sue poesie d’amore presenti nel Canzoniere (Garzanti, a cura di Piero Cudini), intitolata Benedetto sia ‘l giorno, e ‘l mese, e l’anno, troviamo infatti una vera e propria ode al giorno e al luogo che hanno permesso all’autore di conoscere l’oggetto dei suoi sentimenti, e che si apre come segue:

Benedetto sia ’l giorno, e ’l mese, e l’anno,
e la stagione, e ’l tempo, e l’ora, e ’l punto,
e ’l bel paese, e ’l loco ov’io fui giunto
da’ duo begli occhi che legato m’hanno […]

Restiamo in Italia, ma torniamo per un attimo ai nostri giorni in compagnia della scrittrice Vivian Lamarque (1946), che pur nella sua diversità di stile e retorica condivide con Petrarca il desiderio di una comunicazione semplice e diretta, attraverso la quale raccontare una vasta gamma di emozioni e di situazioni in cui chiunque possa riconoscersi.

Lo possiamo osservare con cognizione di causa in una delle sue poesie d’amore tratte da Poesie. 1972-2002 (Mondadori): si chiama Il signore nel cuore ed è dedicata a un uomo che, come già ci anticipa il titolo, si è incamminato lungo una strada che lo porta a entrare nel cuore della sua innamorata.

E lì cosa faceva? 
Stava.
Abitava il suo cuore come una casa.

Una maniera curiosa ma efficace per descrivere gli effetti dell’amore nella nostra vita quotidiana, all’estremo opposto forse di quanto sceglie di fare un autore come Pablo Neruda (1904-1973), che nella sua scrittura trasforma invece tanti oggetti ed elementi giornalieri in entità quasi mistiche, parte di un mistero più grande che non si potrà mai conoscere o spiegare fino in fondo.

A dimostrarlo è, fra le numerose poesie d’amore che ha composto, il noto Sonetto XVII dei suoi Cento sonetti d’amore (Passigli, a cura di Giuseppe Bellini), nel quale Neruda parla dei suoi sentimenti associandoli a elementi naturali dal fascino insolito, per poi ammettere con accorata rassegnazione:

T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti […]

Versi tratti da una delle poesie d'amore di Pablo Neruda

Proseguiamo nella stessa direzione dedicando ora la nostra attenzione all’autrice russa Marina Cvetaeva (1892-1941), conosciuta per lo struggimento e il lirismo con cui ha sempre descritto la sua vita e si è dedicata all’attività della scrittura. Anche lei, come il poeta cileno, cerca infatti di accostare alla sua esperienza sentimentale dei concetti a noi familiari, che calati in un certo contesto assumono però un profilo tutto nuovo.

Ce ne accorgiamo in particolare in Versi per Blok, tratta dalla raccolta Poesie (Feltrinelli, traduzione di Pietro Antonio Zveteremich) e che possiamo ascrivere alla categoria delle poesie d’amore anche se quello fra lei e il poeta di Pietroburgo fu un rapporto più complesso e sfaccettato. È qui che troviamo i suggestivi versi:

Il tuo nome – ah, non si può! –
il tuo nome è un bacio sugli occhi […]

Versi tratti da una delle poesie di Marina Cvetaeva

E passiamo ora a uno dei principali intellettuali tedeschi della seconda metà del Settecento, il drammaturgo, filosofo e critico Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832), autore di opere come il Faust (Garzanti, traduzione di Andre Casalegno) e I dolori del giovane Werther (Garzanti, traduzione di Aldo Busi), e il cui stile neoclassico e plastico incontra ben presto l’impeto della corrente dello Sturm und Drang.

Se prendiamo, perciò, un componimento come Io penso a te, che ritroviamo nella sua versione integrale nelle sue Poesie d’amore (Newton Compton Editori, traduzione di Anna Reali), vedremo come l’armonia del ritmo si mescoli alla passionalità del desiderio amoroso per una donna che vive lontana dal poeta:

Io ti sono vicino e tu mi sei vicina,
pur sapendo che sei così remota,
mentre il sole tramonta e sorgono le stelle.
Oh tu fossi con me, più bella fra le belle!

Nonostante ciò, sembra al tempo stesso suggerirci Goethe, la distanza fisica si discosta dalla distanza emotiva che percepiscono i poeti, capaci con le loro parole di trovare legami e vicinanze d’anima là dove la vita crea apparentemente ostacoli e paletti insormontabili.

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A raccontarcelo a modo suo è anche la scrittrice polacca Wisława Szymborska (1923-2012), Premio Nobel per la Letteratura 1996, che nella poesia Amore a prima vista tratta dall’omonima raccolta (Adelphi, a cura di Pietro Marchesani) ci parla dei momenti in cui due innamorati si erano incrociati prima di conoscersi, convinti di essersi incontrati per caso mentre in realtà, fra di loro, c’era già un’invisibile affinità elettiva:

Ogni inizio infatti
è solo un seguito,
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà

E concludiamo con una poesia d’amore che a sua volta si ricollega a questo discorso, ovvero Amo in te di Nâzım Hikmet (1902-19), presente nell’opera Poesie d’amore (Mondadori, traduzione di Joyce Lussu). Qui il poeta turco naturalizzato polacco – definito di solito “comunista romantico” o “rivoluzionario romantico” – riscontra infatti nella donna amata delle caratteristiche che suscitano in lui una grande ammirazione.

Eppure, allo stesso tempo, Hikmet  capisce che non tutti i suoi tratti distintivi appartengono nella stessa misura anche a lui, e che la sua amata è unica nel suo genere. Di conseguenza, non può dire di amarla per quello che condividono, bensì per quello che li rende teneramente complementari, e che nei suoi versi esemplari esprime così:

[…] Amo in te le cose lontane
amo in te l’impossibile

Versi tratti da una delle poesie d'amore di Nazim Hikmet

(Le grafiche sono state realizzate con Canva)

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