24 libri e 12.007 esametri raccontano il periglioso e turbolento viaggio per mare di Ulisse, eroe della guerra di Troia, e il suo tentativo di ritornare a casa. Un viaggio di ritorno (o nóstos) che è a fondamento della cultura occidentale, e che ancora oggi viene raccontato e studiato nell'”Odissea”, poema epico attribuito al misterioso cantore cieco Omero. Tra pericoli, stratagemmi, creature mitologiche e naufragi, cerchiamo di ripercorrere gli eventi principali di questo poema, attraverso un “riassunto” dell’Odissea e una panoramica dei suoi personaggi più importanti….

Innumerevoli tempeste e naufragi, creature mitologiche, vendette, dèi, ninfe e ciclopi: la storia narrata dall’Odissea è costellata di pericoli, nemici e aiutanti, e viene raccontata da millenni (prima oralmente, e poi per iscritto) costituendo una delle colonne portanti della cultura occidentale. La sua datazione è dibattuta e incerta, ma si ipotizza che la composizione del poema si collochi tra il IX e il VIII secolo a.C., e sia opera dello stesso mitico cantore cieco, Omero, a cui è attribuita anche la paternità dell’Iliade.

24 libri e 12.007 esametri raccontano il viaggio per mare dell’eroe greco Ulisse, re di Itaca, di ritorno in patria al termine della guerra di Troia, a cui aveva posto fine con lo stratagemma del cavallo. Il suo viaggio di ritorno (o nóstos) dura 10 anni, e passa attraverso numerose tappe e insidie, al punto che la parola “odissea” ha assunto il significato di “lungo seguito di peripezie, di casi avventurosi, di disgrazie”, stando alla definizione della Treccani.

In questo articolo cercheremo quindi di ripercorrere alcune di queste imprese, proponendo un riassunto dell’Odissea che descriva gli eventi principali della trama e mostri i personaggi più rilevanti.

Odissea riassunto, edizione con la traduzione di Daniele Ventre

L’Odissea di Omero nell’edizione curata da Daniele Ventre per Ponte alle Grazie, con una nuova traduzione.

Il proemio dell’Odissea

Musa, quell’uom di multiforme ingegno
dimmi, che molto errò, poich’ebbe a terra
gittate di Ilïòn le sacre torri;
che città vide molte, e delle genti
l’indol conobbe; che sovr’esso il mare
molti dentro del cor sofferse affanni,
mentre a guardar la cara vita intende,
e i suoi compagni a ricondur: ma indarno
ricondur desïava i suoi compagni,
ché delle colpe lor tutti periro.
Stolti! Che osaro vïolare i sacri
al Sole Iperïon candidi buoi
con empio dente, ed irritaro il nume
che del ritorno il dì lor non addusse.
Deh! parte almen di sì ammirande cose
Narra anco a noi, di Giove figlia e diva.

(traduzione di Ippolito Pindemonte)

A partire dal proemio, cioè dalla parte introduttiva di ogni poema epico, possiamo avere già un buon riassunto dell’Odissea, della sua trama e dei suoi temi centrali.

Il proemio dell’Odissea rispetta la classica scansione dei versi in invocazione alla Musa e protasi (o proposito). Nel primo verso avviene appunto l’invocazione del poeta alla Musa protettrice delle arti, a cui l’aedo chiede l’ispirazione per comporre il suo poema. Qui viene anche presentato il protagonista dell’Odissea, un uomo dal “multiforme ingegno”, ricco di astuzie: Ulisse, eroe greco emblema dell’intelligenza e della scaltrezza.

La protasi, invece, presenta una panoramica degli eventi che seguiranno: una sintesi della trama dell’Odissea, in un certo senso. Viene quindi rievocato il viaggio di Ulisse a seguito della caduta di Troia (“poich’ebbe a terra gittate di Ilïòn le sacre torri“), attraverso terre e popoli molto diversi; viene anticipata la sofferenza provata dall’eroe sul mare (“molti dentro del cor sofferse affanni”) e per il desiderio di ritornare a casa assieme ai suoi compagni, che lotta invano per salvare. I suoi uomini finiscono comunque per morire a causa delle loro azioni avventate (“delle colpe lor tutti periro”), come quando si cibano dei buoi sacri al dio Sole (“osaro violare i sacri al Sole Iperïon candidi buoi”) che riversa su di loro la sua ira.

Il riassunto dell’Odissea: i 24 libri

La trama dell’Odissea si sviluppa nel corso di 24 libri, che però possono essere distinti in alcuni gruppi specifici.

Dal libro I al libro IV del poema trova posto la Telemachia, cioè il racconto del viaggio di Telemaco, figlio di Odisseo, alla ricerca di informazioni su suo padre. Telemaco è spinto a partire anche a causa della difficile situazione in cui versa l’isola di Itaca, che dopo i dieci anni della guerra di Troia aspetta ancora (apparentemente invano) il ritorno del suo re, esponendosi alle gozzoviglie di un centinaio di giovani e arroganti nobili, i Proci.

Il protagonista dell’Odissea, quindi, si presenta solo a partire dal libro V, mentre è in partenza dall’isola di Ogigia, dove la ninfa Calipso lo ha trattenuto per  sette anni. Dal libro V, e fino al libro VIII, viene narrato il naufragio di Ulisse sull’isola dei Feaci e il suo ingresso presso la corte del re Alcinoo, grazie all’aiuto della principessa Nausicaa e all’intervento della dea Atena, protettrice dell’eroe.

Dal libro IX al libro XII, la narrazione dell’Odissea prende una svolta diversa: attraverso un’analessi (un salto nel passato) le parole di Ulisse ripercorrono il suo viaggio travagliato da Troia fino all’isola di Alcinoo, passando per numerosi pericoli e perdite.

Alla termine del suo racconto, nel libro XIII, Ulisse fa finalmente ritorno a Itaca, grazie all’aiuto dei Feaci. Dal libro XIII al XXIV si colloca quindi l’ultima parte dell’Odissea, che si occupa essenzialmente della riconquista di Itaca. Lo scaltro eroe, aiutato da Atena, si traveste da mendicante per non farsi riconoscere, e pianifica un piano. Ulisse si ricongiunge al figlio Telemaco e al fedele cane Argo, che lo riconosce al di là del travestimento, e muore poco dopo, felice. Anche la sua vecchia nutrice, Euriclea, lo identifica grazie a una cicatrice sul suo ginocchio (libro XIX), ma Penelope rimane ancora ignara della sua identità.

A palazzo, Ulisse ha l’opportunità di studiare la prepotenza dei Proci e i loro tentativi di sedurre Penelope, che nel mentre ha tentato di tergiversare, promettendo che si sarebbe risposata al termine della tessitura di un sudario per il suocero Laerte, la cui trama, però, disfa ogni notte.

Odisseo pianifica di uccidere i Proci per riacquisire il suo trono, e l’occasione si presenta nel momento in cui Penelope organizza una gara con l’arco (libro XXI): chiunque riuscirà a tendere l’arco di Odisseo e a far passare una freccia per gli anelli di dodici scuri, otterrà la possibilità di sposarla. Nessuno è in grado di portare a termine il compito, tranne il misterioso mendicante, che infine si rivela e ottiene la sua vendetta, senza risparmiare nessuno.

Dopo aver messo alla prova Ulisse, anche Penelope riconosce finalmente il marito e i due si ricongiungono: abbiamo quindi portato a termine una prima parte del riassunto dell’Odissea.

Il riassunto dell’Odissea: il viaggio di Ulisse

Nel definire la struttura del poema si sono delineati i punti principali della trama dell’Odissea. Vale la pena però soffermarsi più nel dettaglio su alcune tappe del tormentato viaggio di ritorno di Ulisse, che rendono ancora oggi questa storia appassionante e coinvolgente.

Come già menzionato, questi eventi vengono raccontati nell’Odissea proprio attraverso la voce del protagonista, ospite alla corte di re Alcinoo (libri IX-XII).

La storia dell’eroe comincia con il saccheggio della città di Ismara, nella Tracia orientale (poco lontano da Troia), che causa una prima perdita di uomini tra le fila di Ulisse. Dopo una violenta tempesta, la flotta del figlio di Laerte (composta da dodici navi) perde la rotta; dopo giorni di tormenta raggiunge infine la terra dei Lotofagi, o “mangiatori di loto”. I Lotofagi invitano pacificamente gli uomini di Odisseo a mangiare il frutto del loto, in grado però di causare una dolce amnesia in chi se ne ciba, privandolo del ricordo della patria e del desiderio di ritornarci. Ulisse è quindi costretto a ripartire.

La tappa successiva del viaggio di Odisseo non è più serena. La flotta achea approda infatti sulle coste di un’isola abitata da capre e Ciclopi, in particolare uno: Polifemo, figlio di Poseidone. Spinto a esplorare l’isola dal bisogno di cibo e dalla curiosità, Ulisse finisce per rimanere intrappolato con alcuni uomini nella gigantesca grotta in cui abita il Ciclope. Fortunatamente, grazie all’enorme otre di vino che avevano portato come dono, Ulisse riesce con grande acume a far addormentare Polifemo e ad accecarlo mentre è incosciente. La sua scaltrezza lo porta inoltre a fornire un nome finto al Ciclope – “Nessuno” – e così Polifemo, accecato, urla disperato ai fratelli che “Nessuno lo ha ingannato”, finendo preda del suo stratagemma.

Gli uomini riescono infine a fuggire aggrappati alla pancia delle pecore di Polifemo, non prima però che Ulisse riveli il suo vero nome al Ciclope, attirandosi le ire di Poseidone.

Le navi di Odisseo arrivano poi al palazzo di Eolo, dio dei venti, che magnanimamente gli offre un otre pieno di tutti i venti avversi al loro viaggio, per aiutarli a tornare a casa:  il dono viene però sprecato a causa dell’avidità e della curiosità dei marinai, che (mentre Ulisse dorme) aprono l’otre, provocando un’ulteriore tempesta. Il successivo incontro con i Lestrigoni, popolo di cannibali, riduce la flotta dell’eroe greco a una sola nave.

Uno degli episodi più intensi della trama dell’Odissea è l’incontro con Circe, la maga che trasforma molti degli uomini di Odisseo in maiali. Grazie all’aiuto di Ermes, il figlio di Laerte assume un’erba che gli impedisce di subire la trasformazione, e, dopo aver messo alle strette Circe, riottiene i suoi uomini e diventa l’amante della dea.

L’arguto eroe e i suoi compagni rimangono sull’isola di Eea, ospiti presso la casa di Circe, per un anno; Ulisse ottiene infine da lei la concessione per ripartire, ma solo a seguito di un’ulteriore impresa: la discesa negli inferi, con l’obiettivo di chiedere all’indovino Tiresia informazioni sul proprio ritorno in patria. Odisseo quindi si reca nell’oltretomba, dove scorge l’anima di sua madre Anticlea (da cui ottiene informazioni su Itaca), e quella di Agamennone, Achille, Patroclo, Aiace e di molti altri eroi.

Facendo un veloce riassunto degli eventi successivi dell’Odissea, il viaggio di Ulisse lo conduce nei pressi delle Sirene, creature mitologiche il cui canto affascinante conduce chi lo ascolta alla morte. Seguendo il suggerimento di Circe, il re di Itaca si fa legare all’albero della nave e, così immobilizzato, ne ascolta il canto proibito, mentre le orecchie dei suoi compagni sono protetti da tappi di cera: è il primo uomo a sopravvivere all’esperienza, come sempre spinto dalla sete di conoscenza.

Successivamente, la nave dell’eroe acheo passa per il pericoloso stretto di Scilla e Cariddi: la prima, una creatura spaventosa, con sei bocche e sei lunghi colli, che ghermisce i marinai che le passano accanto; il secondo un mostro che risucchia il mare, creando vortici letali di acqua. Passando con l’imbarcazione accanto a Scilla, Odisseo deve sacrificare alcuni uomini, ma la nave riesce a superare lo stretto intatta.

Dopo anni di peregrinazioni, Ulisse giunge a fare i conti con la profezia dell’indovino Tiresia, che si compie al di là del suo controllo: i compagni superstiti, infatti, sono condannati a morire per aver mangiato impudentemente la carne dei buoi sacri al dio Sole. Durante una tempesta causata da Zeus, tutti i suoi marinai muoiono, e Odisseo (unico sopravvissuto) naufraga sulle spiagge di Ogigia, dimora della ninfa Calipso, dove il lettore lo ha trovato all’inizio del libro V.

Principali personaggi dell’Odissea

Per concludere il nostro riassunto dell’Odissea è essenziale concentrarsi come ultimo punto sulla presentazione dei personaggi più rilevanti del poema.

Odisseo (o Ulisse, usando il suo nome latino) è l’eroe incontrastato dell‘Odissea, simbolo dell’ingegno e della curiosità umana. Figlio di Laerte e re di Itaca, attraverso il suo acume riesce a superare molti degli ostacoli posti sul suo cammino dal Fato e dagli dèi avversi. Sono molti gli aneddoti che, nella mitologia greca, dimostrano il suo pensiero brillante: la pazzia simulata per non partire in guerra, lo stratagemma del cavallo di Troia, l’inganno di Polifemo. Anche se la sua continua sete di conoscenza lo porta spesso ad affrontare grandi pericoli, il suo animo rimane avventuroso e deciso, tanto che miti successivi raccontano che, una volta tornato a Itaca, Odisseo decida di ripartire verso terre lontane.

Sono personaggi centrali dell’Odissea anche gli dèi, che con le loro azioni modificano il corso degli eventi, talvolta facilitando e talvolta contrastando il ritorno a casa di Ulisse e dei suoi compagni.

Atena, dea della sapienza, delle arti e della strategia bellica, è comprensibilmente la protettrice dell’acuto Odisseo, anche se talvolta le è impossibile intervenire in suo favore. Poseidone, dio dei mari e dei terremoti, è invece nemico di Atena, oltre che il principale responsabile delle peripezie e dei naufragi di Odisseo. Anche Eolo, dio dei venti, ed Ermes, messaggero degli dèi, forniscono il loro aiuto all’eroe: il primo racchiudendo in un otre tutti i venti contrari alla sua rotta, il secondo donandogli un’erba magica per contrastare i poteri di Circe.

Tra i più spaventosi personaggi dell’Odissea c’è sicuramente Polifemo, il ciclope figlio di Poseidone. I ciclopi, enormi creature mitologiche con un occhio solo, sono dediti alla pastorizia e vivono tutti su un’isola, sulle cui rive approda l’equipaggio di Ulisse. Per scappare dalle grinfie di Polifemo, Odisseo deve ricorrere a tutto il suo ingegno, accecando il gigantesco ciclope e fuggendo con una parte dei suoi uomini. A causa del torto subito da suo figlio, Poseidone cercherà in ogni modo di ostacolare il ritorno a casa del guerriero acheo.

Circe è una delle figure più affascinanti del poema omerico. Figlia del titano Elios e della ninfa Perseide, è padrona dell’isola di Eea, rigogliosa e verdeggiante quanto ricca di insidie: su questa terra, infatti, i compagni di Ulisse vengono trasformati in maiali dalla magia della dea, che li seduce con un lauto banchetto. Dopo essersi protetto dall’inganno e aver salvato i suoi compagni, Ulisse rimane ospite nella casa di Circe per un anno. Un antico poema andato perduto, la Teogonia, racconterebbe che Odisseo e Circe abbiano avuto un figlio, Teogono, cresciuto dalla madre sull’isola.

Proseguendo, Ulisse incontra la splendida ninfa Calipso, figlia di Atlante (secondo Omero) e unica abitante di Ogigia, un’isola lontana dagli uomini su cui è stata confinata. La ninfa vive circondata dalle meraviglie della natura, e ha la sua casa in una grotta composta di tante stanze. Odisseo arriva sulle spiagge di Ogigia dopo un naufragio, trovando assistenza e cura in Calipso, che finisce per innamorarsi di lui e per trattenerlo sull’isola per sette lunghi anni, promettendogli l’immortalità. Su ordine di Zeus e per intercessione di Atena, è alla fine costretta a lasciar partire l’eroe.

Telemaco è il figlio di Odisseo e Penelope, rimasto lontano dal padre per vent’anni. Il giovane (protagonista della cosiddetta Telemachia), parte all’inizio dell’Odissea per cercare informazioni su Ulisse, recandosi a Sparta e a Pilo. Al suo ritorno a Itaca incontra il padre, travestito da mendicante, e lo aiuta a ottenere vendetta.

Penelope è la moglie di Ulisse e la cugina di Elena, e rappresenta nell’Odissea il simbolo dell’astuzia, della prudenza e della fedeltà coniugale. Esempio emblematico della sua intelligenza è lo stratagemma della tela, che le impedisce per alcuni anni di cedere alle pressioni dei pretendenti. Al termine della gara con l’arco e dell’uccisione dei Proci, Penelope mette alla prova persino Ulisse, per verificare che sia veramente chi dice di essere: chiede infatti che il loro letto venga spostato al di fuori della loro stanza, ben sapendo che sia impossibile, essendo il loro talamo intagliato in un albero di ulivo. Odisseo dà la prova di essere a conoscenza del segreto e dimostra quindi la sua identità.

Infine, per chiudere questo riassunto dell’Odissea, rimangono solo da rievocare i personaggi dei Proci,  i nobili che insidiano la dimora di Odisseo durante la sua lunga assenza. Giovani e arroganti, vivono come parassiti nel palazzo di Ulisse, cercando di convincere la regina Penelope a sposare uno di loro. Il loro capo è il giovane Antinoo, che pianifica persino un piano per uccidere Telemaco, unico erede al trono. Tutti i Proci falliscono la gara di tiro con l’arco organizzata da Penelope, e vengono alla fine uccisi da Odisseo.

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