Le indiscrezioni raccolte da ilLibraio.it in vista del 12 giugno, quando si conoscerà la cinquina (o la sestina?) del premio Strega 2019…

Al Premio Strega sarebbe dovuto essere l’anno della vittoria, più che annunciata, di Marco Missiroli, reduce dal cambio di editore (da Feltrinelli ad Einaudi) e dalla pubblicazione di uno dei romanzi che più ha fatto parlare negli ultimi mesi: Fedeltà. E molto probabilmente alla fine così andrà a finire. O forse no? Stando a quanto risulta a ilLibraio.it, infatti, l’esito finale potrebbe essere meno scontato del previsto: la presenza tra i 12 semifinalisti di Antonio Scurati, autore di M. Il figlio del secolo (Bompiani), rende meno semplici i consueti pronostici degli addetti ai livori.

In ogni caso, Missiroli (che con l’atteso Fedeltà ha diviso la critica ma è stato premiato dai lettori) e Scurati (a sua volta autore di un discusso bestseller, che vede protagonista la figura di Benito Mussolini) dovrebbero giocarsi la vittoria, e sono quindi praticamente certi di un posto in cinquina.

Restano due dubbi: in quale misura l’autore di Fedeltà verrà penalizzato dall’etichetta di “favoritissimo”? E visto l’attuale clima politico, il tema del libro aiuterà o penalizzerà l’autore di M. Il figlio del secolo, che in passato al premio romano per ben due volte si è piazzato secondo, non senza polemiche?

A parte i due autori finora citati, più che in altre occasioni quest’anno non è facile prevedere quali saranno i libri finalisti. Ma partiamo dalle certezze: a ospitare la serata in cui sarà votata la cinquina (o forse la sestina, come vedremo alla fine…), mercoledì 12 giugno, sarà il Tempio di Adriano – Camera di Commercio di Roma, e non l’affollata Casa Bellonci, attualmente in ristrutturazione. Come di consueto, invece, la serata finale, giovedì 4 luglio, sarà ospitata dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.

E veniamo così alle altre voci sui libri che si contendono un posto in finale: detto di Missiroli e Scurati, si fa il nome di Nadia Terranova, autrice di Addio fantasmi (Einaudi Stile Libero, di cui si parla anche in vista della votazione per la cinquina del premio Campiello, in programma a Padova il 31 maggio).

Sarà senz’altro importante capire come all’Einaudi (in questo caso con una delicata sfida interna tra Torino e Roma) gestiranno la presenza di Missiroli e Terranova (che non appare affatto disposta ad arrendersi in partenza…). E in generale, sarà interessante vedere se il primo gruppo librario italiano, Mondadori, spesso accusato (albo d’oro alla mano) di dominare allo Strega (ma non l’anno scorso, quando si è imposta Helena Janeczek con La ragazza con la Leica, pubblicata da Guanda), riuscirà a portare in cinquina tre libri, visto che la stessa Benedetta Cibrario, con Il rumore del mondo (Mondadori), punta a un posto in finale. Tra l’altro, ci sarebbe anche il candidato Rizzoli, Pier Paolo Giannubilo, autore de Il risolutore. Insomma, una situazione piuttosto intricata, in cui entrano in gioco vari fattori.

A conferma dell’affollamento nella lotta per la cinquina, i contendenti non sono certo solo Scurati e gli autori del gruppo Mondadori: punta alla finale Cristina Marconi, in libreria per Ponte alle Grazie con Città irreale, il suo debutto letterario, in cui Londra gioca un ruolo centrale.

La capitale del Regno Unito trova spazio anche in un altro libro di cui si parla per la corsa alla cinquina dello Strega (come pure per quella del Campiello): La straniera, memoir famigliare di Claudia Durastanti, pubblicato da La Nave di Teseo. La casa editrice guidata da Elisabetta Sgarbi ha però anche un altro candidato alla finale: Mauro Covacich, in libreria con Di chi è questo cuore. Un’altra sfida interna, dunque…

A sua volta, Eleonora Marangoni (Lux, Neri Pozza) spera in un posto in cinquina; meta più difficile da raggiungere per Valerio Aiolli (Nero ananas (Voland), Paola Cereda (Quella metà di noi, Perrone) e Marina Mander (L’età straniera, Marsilio).

Considerate queste premesse, oltre ai voti degli Amici della Domenica, nella corsa alla cinquina potrebbero risultare decisive le preferenze degli Istituti Italiani di cultura all’estero.

Non solo: abbiamo citato prima l’eventualità di una finale a sei: da regolamento, infatti, “se nella graduatoria dei primi cinque non è compreso almeno un libro pubblicato da un editore medio-piccolo (così definito secondo la classificazione delle associazioni di categoria e le conseguenti valutazioni del comitato direttivo), accede alla seconda votazione il libro (o in caso di ex aequo i libri) con il punteggio maggiore, dando luogo a una finale a sei (o più) candidati“.

Vista tutta questa incertezza, è inutile dire che quella del 12 giugno sarà una serata piuttosto tesa, come pure i giorni che precederanno la votazione. Del resto, come potrebbe essere altrimenti? Parliamo del premio letterario italiano più ambito (e discusso).

 

 

 

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