Da un lato ByteDance, società cinese proprietaria di TikTok, si appresta a sfidare Amazon e a testare una piattaforma per l’ecommerce. Dall’altra sta lavorando al lancio di una propria casa editrice, consapevole del successo dei video dedicati ai libri e alla lettura su #BookTok. Quale potrebbe essere l’impatto di un progetto di questo tipo? Alcuni editori tradizionali e autrici e autori autopubblicati temono di perdere visibilità (e non solo), ma non mancano i dubbi sull’iniziativa – I particolari

Da alcuni anni il mondo dell’editoria, dagli Stati Uniti all’Europa (Italia inclusa), è alle prese con l’impatto (positivo) della piattaforma TikTok sulla comunicazione (e indirettamente la vendita) dei libri, e più in generale sulla condivisione da parte delle nuove generazioni (e ormai non solo) della loro passione per la lettura. Passione che appare molto legata all’oggetto fisico (il libro cartaceo), a determinati generi narrativi (il romance, che a sua volta si ramifica in decine di sottogeneri, il fantasy – stesso discorso, quanto ai sottogeneri… -, i romanzi young adult etc.).

Su ilLibraio.it (sito dallo scorso ottobre protagonista anche su TikTok) ne abbiamo scritto in diversi approfondimenti, soffermandoci sull’ascesa di #BookTok, sui libri preferiti dalla community (in cui non mancano sorprendenti “riscoperte”) o, ancora, sul nuovo “linguaggio” che viene associato alla lettura, a suon diaesthetic”, “trend” e “vibes

“Dire che BookTok è estremamente importante per le case editrici, arrivati a questo punto è un eufemismo”, ha non a caso dichiarato Bess Braswell, senior publishing director di Harlequin.

Questa la premessa.

La novità è che la proprietà (cinese) di TikTok, ByteDance, non solo, come ha recentemente raccontato il Sole 24 Ore, si prepara a sfidare Amazon e a testare una piattaforma per l’ecommerce: una nuova funzione, cioè, chiamata “Trendy Beat” (e per ora proposta in via di sperimentazione nel Regno Unito), che permetterà a ByteDance di vendere i propri prodotti su TikTok; ma, come ha svelato il New York Times, si appresta pure a diventare un editore di libri.

ByteDance, consapevole del successo dei video dedicati alla lettura sulla sua piattaforma, sarebbe pronta a lanciare una propria casa editrice. Non una notizia da poco: ci si chiede infatti quale impatto sul mercato librario potrebbe avere un cambiamento di questo tipo e, come sottolinea il NYT, la preoccupazione da parte degli editori (e non solo) appare inevitabile.

L’iniziativa è partita nei mesi scorsi, con i primi corteggiamenti ad autrici autopubblicate di romance e fantasy. Via mail sono state formulate offerte (a quanto pare di poche migliaia di dollari) per comprare i diritti di alcuni libri. Oltre all’anticipo (non elevatissimo) e alla remunerazione legata alle royalties, però, alle autrici (e agli autori) in questione sarebbero state proposte consulenze di marketing digitale.

Per ora, va detto, ByteDance non commenta questi sviluppi. Il New York Times, però, sottolinea come a fine aprile ByteDance abbia depositato il marchio 8th Note Press, realtà nata con l’intento di creare un “ecosistema” in cui le persone possano trovare, acquistare, leggere, recensire e discutere di libri. Non (solo) una casa editrice, quindi.

Inoltre, è stata assunta Katherine Pelz, figura da tempo attiva nel mondo editoriale, in particolare in ambito romance, chiamata a occuparsi delle acquisizioni di titoli.

A destare preoccupazione, il rischio (oggettivamente concreto) che gli algoritmi che regolano il feed della piattaforma di ByteDance favoriscano i libri pubblicati da questa start up editoriale.

Certo, come fa notare anche il quotidiano Usa, gli utenti di TikTok finora hanno mostrato decisamente più interesse (anche su #BookTok) per i video all’insegna dell’autenticità, manifestando al contrario indifferenza per quelli esplicitamente “promozionali”.

Anche le autrici e gli autori autopubblicati sembrano temere la prospettiva del debutto del nuovo progetto (sempre per il timore di perdere visibilità “organica” sulla piattaforma). E poi c’è chi, come Tricia O’Malley, ha già rifiutato la proposta di ByteDance, perché inferiore rispetto ai suoi attuali guadagni con il self-publishing.

Certo, se ByteDance dovesse davvero favorire in termini di visibilità i “suoi” libri, si creerebbero dei problemi, sia per gli editori tradizionali sia per il mondo del self-publishing. Al tempo stesso, non è chiaro quale sarebbe il modello distributivo adottato (aspetto per niente secondario). A questo proposito, per il NYT l’idea sarebbe quella di concentrarsi sugli ebook e su testi stampati in tiratura limitata.

Va detto che in passato anche l’avvento di Amazon Publishing destò preoccupazioni simili. Ma i fatti dimostrarono che quello dell’editore è un mestiere che non si improvvisa…

Sarà così anche nel caso della casa editrice di TikTok?

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