Retroscena – Scrittrici come Teresa Ciabatti, Donatella Di Pietrantonio, Lisa Ginzburg, Antonella Lattanzi, Silvia Avallone… ma anche ex vincitori come Nicola Lagioia e Antonio Pennacchi, oltre a molti altri possibili protagonisti: su ilLibraio.it le prime voci sui probabili partecipanti al premio Strega 2021…

Volessimo sintetizzare con un titolo (anche se il condizionale è inevitabile, trattandosi di voci e indiscrezioni raccolte da ilLibraio.it nelle scorse settimane), potremmo dire che il 2021 dovrebbe essere l’anno delle scrittrici a contendersi il premio Strega, il riconoscimento letterario italiano più ambito e discusso. Discusso anche perché raramente, nella sua storia, le autrici sono state protagoniste. 

A questo proposito di recente il nuovo quotidiano Domani ha proposto un’analisi (a cura di Giorgia Tolfo e Giulia Caminito) dei dati sulle candidature, i vincitori e i votanti (gli Amici della Domenica), dal titolo “Perché anche al premio Strega sono quasi sempre tutti maschi”.

L’ultima vittoria di una scrittrice al premio Strega, promosso dalla Fondazione Bellonci diretta da Stefano Petrocchi, è datata 2018, con il successo de La ragazza con la Leica (Guanda) di Helena Janeczek. Bisogna poi tornare al 2003, con Melania Gaia Mazzucco che si impose con Vita (Rizzoli), per vedere un’altra scrittrice vincere al Ninfeo.

Non si tratta di una polemica recente. Negli ultimi anni, non solo in Italia, periodicamente si è parlato dei pregiudizi del mondo letterario nei confronti delle autrici, della loro rappresentazione da parte dei media, come pure dello scarso numero di vittorie femminili ai premi più importanti (sì perché, come fece notare già nel 2016 l’editore Luigi Spagnol in questa riflessione sempre molto attuale scritta per ilLibraio.it dal titolo “Maschilismo e letteratura, cosa ci perdiamo noi uomini?”, il discorso non vale certo solo per il premio romano).

Tornando alle voci sulla prossima edizione, stando a quanto abbiamo appreso le scrittrici dovrebbero essere in maggioranza: tra i nomi più gettonati, quello di Teresa Ciabatti, che esce a gennaio per Mondadori con Sembrava bellezza, romanzo che potrebbe vedere l’autrice (ora su Audible con il podcast Invidia, prodotto da Storielibere.fm) tornare in cinquina (sempre che anche quest’anno non si arrivi alla sestina, vista la necessità, da regolamento, di includere in finale un editore medio-piccolo) al premio Strega dopo il discusso secondo posto del 2017, dietro a Paolo Cognetti, con La più amata.

Restando a Segrate, potrebbe giocarsi la vittoria la stessa Silvia Avallone, autrice per Rizzoli di Un’amicizia, che con il suo esordio del 2010 (Acciaio) vinse il Campiello Opera Prima. E sempre nell’ambito del gruppo Mondadori, in casa Einaudi si fa da tempo il nome di Donatella Di Pietrantonio, che dopo aver ottenuto nel 2017 il Campiello con L’Arminuta, potrebbe puntare al premio romano con il seguito, Borgo sud (sempre Einaudi). Se si aggiunge anche la probabile presenza in gara di Antonella Lattanzi, scrittrice e sceneggiatrice in libreria a metà gennaio per HarperCollins Italia con Questo giorno che incombe, il numero di scrittrici aumenta (e a breve ne citeremo altre che potrebbero essere candidate e che puntano alla finale di inizio luglio…).

Ma torniamo  a Einaudi. Sì perché in via Biancamano non c’è solo la possibile candidatura, certo non di poco peso, di Donatella Di Pietrantonio. Si fanno infatti sempre più insistenti le voci legate alla presenza in gara di Nicola Lagioia. Del resto sono in tanti a tifare per la candidatura dell’autore de La città dei vivi, opera di cui molto si è parlato nelle ultime settimane (giunta seconda, tra l’altro, nella classifica di qualità dei libri del 2020 de La Lettura, l’inserto del Corriere della Sera). Va però ricordato che Lagioia, direttore del Salone del libro di Torino, si è già imposto alla sua precedente partecipazione, nel 2015, con La ferocia. Una sua candidatura a oggi non è né scontata né da escludere: di sicuro riaprirebbe i giochi, e dovrebbe farci cambiare anche il titolo al condizionale con cui inizia l’articolo.

L’ostacolo non è tanto rappresentato dall’eventuale “doppietta” (basti pensare che proprio lo scorso anno Sandro Veronesi ha rivinto lo Strega con il Colibrì, La Nave di Teseo, dopo essersi già imposto con Caos Calmo nel 2006). C’è anche da precisare che, teoricamente, un libro come La città dei vivi potrebbe essere protagonista anche al Campiello (premio meno prevedibile, che ha da poco rinnovato la giuria). Bisognerà vedere quali valutazioni faranno da un lato l’autore, dall’altro la casa editrice, che ha più di un’opzione da giocare.

A proposito, appare quasi certa l’ennesima sfida interna al gruppo Mondadori, con almeno una candidatura importante per la casa editrice omonima, per Rizzoli e per Einaudi.

Restando sempre all’affollamento di candidate e candidati nel primo gruppo librario italiano, e citando un altro ex vincitore dello Strega che potrebbe tornare a dir la sua in gara, non va dimenticato il caso di Antonio Pennacchi che, con La strada del mare (Mondadori), ha proseguito la saga della famiglia Peruzzi. L’autore di Canale Mussolini, con cui Pennacchi ha vinto nel 2010, nel corso di un recente incontro pubblico al festival Insieme, a Roma, non ha nascosto la sua disponibilità: “Non dipende da me, ma se qualcuno decide di farmi correre allo Strega, io corro, altrimenti resto a casa mia a Latina, al lago di Fogliano”. Vedremo se uno degli Amici della Domenica, come vengono chiamati i giurati del premio, proporrà La strada del mare.

Premesso che con il nuovo regolamento dello Strega nella prima fase le candidature sono diventate sempre più numerose, circolano, come anticipato, diversi altri nomi. In casa Ponte alle Grazie, editore presente in più occasioni al Ninfeo negli ultimi anni, potrebbe arrivare la candidatura per Lisa Ginzburg, autrice di Cara pace e Stefano Corbetta, autore de La forma del silenzio.

Più di una presenza possibile anche per Bompiani, dove si parla di Aurelio Picca (Il più grande criminale di Roma è stato amico mio), Paolo Di Stefano (Noi), Loredana Lipperini (La notte si avvicina), Giulia Caminito, co-autrice dell’inchiesta citata all’inizio, che a gennaio pubblica L’acqua del lago non è mai dolce e Yari Selvetella (Le regole degli amanti). Certo non poche opzioni…

Proseguendo con gli altri possibili candidati, Giulio Perrone Editore potrebbe giocare la carta Paolo Zardi; dal canto suo 66thand2nd proporrebbe Alice Urciuolo, sceneggiatrice (Skam Italia) classe ’94 all’esordio nel romanzo (di formazione) con Adorazione (qui la sua riflessione scritta per ilLibraio.it, ndr); per Fandango potrebbe invece esserci Giulio Cavalli con Nuovissimo Testamento, ambientato nella stessa cittadina immaginaria di Carnaio. E per Manni potrebbe partecipare Fabio Guarnaccia, in uscita a febbraio con Mentre tutto cambia.  

E vedremo quali scelte faranno Feltrinelli, Marsilio e la stessa La Nave di Teseo (anche qui le opzioni non mancano, da Ermanno Cavazzoni ad autrici come Francesca Serafini, Elena LoewenthalCarmen Pellegrino e Laura Pariani).

Quel che è certo è che l’elenco di candidate e candidati è destinato a infoltirsi, e non poco. Più semplice, forse, provare a prevedere chi quest’anno potrebbe saltare un giro: ad esempio case editrici come minimum fax ed e/o. Staremo a vedere…

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