Leggere è una delle attività più longeve della storia dell’essere umano, e la lettura (non intesa solamente come atto di piacere), con la sua storia antichissima, è un’attività che continua a diffondersi. A questo punto può venire da chiedersi da una parte perché si legge, e, visto che si tratta di un’abitudine generalmente considerata in modo positivo dalla società, perché leggere fa bene? Sono davvero moltissime le ricerche scientifiche che negli anni si sono dedicate a trovare le risposte a queste domande, dimostrando nei vari contesti quali potessero essere i numerosi benefici del leggere. E i risultati mostrano che non solo leggere fa bene, ma fa bene in contesti molto diversi tra loro: dalla salute alla socialità, passando per il benessere psicologico e la sfera educativa…

Leggere è una delle attività più longeve della storia dell’essere umano: le prime tavolette incise di nostra conoscenza risalgono al terzo millennio a.C., e da quel momento la storia del libro si è evoluta passando da papiri, manoscritti, libri stampati a caratteri mobili, per poi diramarsi nelle varianti contemporanee come ebook e audiolibri.

E la lettura (non intesa solamente come atto di piacere), con la sua storia antichissima, è un’attività che continua a diffondersi, tanto che ci troviamo a poter dire che non ci sono mai state così tante persone in grado di leggere quante oggi.

A questo punto può venire da chiedersi da una parte perché si legge, e, visto che si tratta di un’abitudine generalmente considerata in modo positivo dalla società, perché leggere fa bene?

Sono davvero moltissime le ricerche scientifiche che negli anni si sono dedicate a trovare le risposte a queste domande, dimostrando nei vari contesti quali potessero essere i numerosi benefici del leggere. E i risultati mostrano che non solo leggere fa bene, ma fa bene in contesti molto diversi tra loro: dalla salute alla socialità, passando per il benessere psicologico e la sfera educativa.

Solo per citare uno degli studi più recenti: Cesmer/Università Roma3 ha dimostrato come i lettori italiani sono mediamente più felici dei non lettori, più capaci di apprezzare il tempo libero e meglio attrezzati cognitivamente ad affrontare le emozioni negative. E ha confermato il ruolo decisivo della scuola e delle famiglie nella promozione della lettura tra bambini e ragazzi.

Abbiamo quindi raccolto alcune ragioni che spiegano perché leggere è importante, che possano servire a lettori e lettrici forti come motivazioni per rinsaldare la loro passione, o a chi si è sempre rivelato un po’ scettico per provare a dare una nuova chance a questa abitudine.

Ma prima di tutto, cerchiamo di capire che cosa è la lettura. Scansiamo subito dalla testa le immagini delle liste di libri richieste dalle scuole come letture per le vacanze estive, così come quelle dei lettori appassionati che in una notte e senza un filo di stanchezza riescono a leggere l’intera Ricerca del tempo perduto. Sebbene la lettura possa comprendere anche queste due esperienze, leggere non è per tutti la stessa cosa: e soprattutto non va vissuta né un obbligo da imporsi, né come un’attività che solo pochi e concentrati lettori hanno la capacità di portare avanti.

Leggere per alcuni può significare immergersi in brevi e veloci libri gialli in spiaggia appena arriva l’estate, per altri può voler dire sbocconcellare tutti i giorni paragrafi di libri di economia o di crescita professionale; per altri ancora, leggere potrebbe voler dire accompagnare i propri figli nel sonno con una favola della buonanotte, oppure tenersi sempre informati sulle novità del proprio ambito lavorativo divorando ogni saggio appena uscito sull’argomento. E poi ancora c’è chi vuole dedicarsi solo ai romanzi che mettono di buonumore durante i propri viaggi da pendolare, e chi riempie la libreria di nuove uscite pieno di buoni propositi, ma poi finisce sempre per farsi prestare le chicche del passato consigliate dagli amici.

Leggere quindi può significare moltissime cose, e ognuna è lecita: che piacciano romanzi, saggi, gialli, fantasy, libri per ragazzi, fumetti o altro ancora, leggere può risultare comunque un’attività ricca di benefici: vediamo perché.

Leggere può migliorare la salute mentale

Si dice che già sulla biblioteca di Tebe un’iscrizione riportasse le parole “Medicina per l’anima” e che anche Sigmund Freud utilizzasse i libri per le sue sessioni di psicoanalisi. Al giorno d’oggi invece, a fianco dell’arteterapia e della pet therapy esiste anche la biblioterapia (o libro terapia).

I benefici della lettura sono infatti uno degli strumenti a disposizione degli specialisti per migliorare il benessere della sfera psicologica. Leggere è un divertimento, nel senso originale del termine, e cioè lo stesso espresso da Pascal nella sua teoria del divertissement; immergersi in un libro permette di divergere l’attenzione dai pensieri che preoccupano, e che possono essere fonte di ansia, stress e profonda tristezza.

E sembra che la lettura possa dare dei risultati anche a livello fisiologico: da una parte leggere è un’attività correlata con una diminuzione della tensione muscolare e con un rallentamento del battito cardiaco, dall’altra è un’attività che stimola la mente. Tenendo il cervello attivo, la lettura può quindi contribuire a rallentare il suo naturale processo di invecchiamento; degli studi hanno anche mostrato come la lettura di testi riguardanti dei movimenti attivi le aree del cervello deputate all’attività motoria, quella di testi che descrivono odori le aree legate alla ricezione olfattiva, e così via, fungendo da vero e proprio allenamento e da potenziale strumento di prevenzione per problematiche neurologiche.

La lettura migliora la memoria e la concentrazione

Pensiamo ai romanzi corali, colmi di personaggi, o alle saghe fantasy in cui si diramano dinastie e leggende, oppure ancora ai gialli, in cui ogni piccolo dettaglio può rivelarsi fondamentale per la risoluzione del delitto: leggere aiuta inevitabilmente a tenere allenata la memoria, perché ci costringe a tenere le fila dei nomi, degli accadimenti e degli snodi che si sviluppano nelle storie raccontate.

Per tenere traccia di queste informazioni inoltre la mente ha bisogno di rimanere concentrata. È riconosciuto come ormai le nuove tecnologie abbiano diminuito notevolmente la nostra soglia di attenzione, oltre che il tempo che riusciamo a dedicare a una sola attività senza sentire il bisogno di una distrazione. La lettura contrasta questo fenomeno: la passione che spinge i lettori a voler “sapere come va a finire” tiene incollati alle pagine anche i più distratti, permettendo di allenare la concentrazione e risultare più produttivi anche in altre attività, come il lavoro o lo studio.

Leggere significa esplorare nuove realtà (reali o immaginarie)

Leggere può portare a conoscere, stando fermi in un luogo, nuovi luoghi e orizzonti, non solo immaginari, che per diverse ragioni fisiche o economiche alcune persone potrebbero non avere mai la possibilità di raggiungere. Inoltre, l’impossibilità di viaggiare o di trovare uno sfogo mentale in alcuni periodi difficili della vita può a lungo andare diventare debilitante, o comunque negare situazioni di arricchimento culturale ed emotivo, che fanno bene sia alla mente che allo spirito. I libri offrono quindi un’alternativa per conoscere nuovi paesi e culture, sia attraverso i romanzi ambientati in luoghi ed epoche lontane, sia attraverso i saggi e i racconti documentaristici che li descrivono con dovizia di particolari.

Ma i mondi che la lettura può portarci a conoscere non sono solo quelli lontani. A un certo punto nella vita si fa i conti con il fatto che non tutti i sogni nel cassetto, piccoli o grandi che siano, siano realizzabili in una sola esistenza: e così chi ha dovuto rinunciare alle proprie ambizioni di esploratore potrebbe rivivere la passione attraverso i reportage, chi non è riuscito a sfondare in una carriera musicale potrebbe esperire le gioie del palcoscenico attraverso dei memoir, godendo dei lati positivi (ma scoprendo anche quelli negativi), delle strade alternative che si è scelto di non imboccare.

La lettura consente di creare nuovi legami o di migliorare quelli che ci sono già

I libri sono una scintilla perfetta da cui far partire conversazioni con persone che si vuole conoscere meglio: permettono infatti di aprirsi in modo profondo e personale, raccontando il proprio punto di vista sulle storie, senza rivelare troppo di sé. Ed è proprio da questo genere di conversazione che possono nascere nuove amicizie: al contrario dello stereotipo del lettore solitario, anche diverse ricerche scientifiche mostrano che leggere rende le persone più socievoli.

In questo senso leggere fa bene anche da un punto di vista sociale: le abitudini di lettura sono uno spunto per fare conversazione e sciogliere l’imbarazzo, oppure un modo per approcciare altri lettori che non si conoscono. Non è raro poi che i lettori qualche volta siano avvicinati da qualcuno che vuole saperne di più del libro che gli vede leggere, o che vuole raccontare di averlo già letto per condividere il proprio parere sulla trama.

E una volta che si inizia a leggere, viene spontanea la voglia di parlare delle proprie scoperte con altre persone: è per questo per esempio che nascono i bookclub, che permettono anche di condividere i titoli e i tempi di lettura, oltre che essere una grande fonte di nuove amicizie e spunti e consigli letterari.

Infine la lettura può migliorare i rapporti sociali anche perché permette di sviluppare empatia, facendo immedesimare i lettori nelle gioie e nei dolori di personaggi immaginari, anche quelli molto diversi da noi. Allenando questo sentimento diventa più facile empatizzare anche con le persone che ci sono vicine e con quelle con cui ci sembra di non avere niente in comune, migliorando i rapporti già esistenti e creando basi solide per costruirne di nuove.

Leggere permette di imparare ad affrontare i “finali tristi” della vita

Capita a molti lettori, di fronte a una trama in cui ci si sente particolarmente coinvolti, di addolorarsi per un finale in cui il protagonista non ottiene ciò che desidera, o peggio in cui perde qualcosa a cui tiene molto. Questo sentimento di dolore può accompagnare il lettore per qualche giorno, e ricorda (in misura molto ridotta) il dolore che può insorgere quando lo stesso accade nella vita vera. I libri rappresentano quindi una sorta di educazione sentimentale, che prepara ad affrontare le difficoltà e le delusioni vivendole prima sulla pelle dei propri personaggi preferiti.

Anche nella libro terapia che abbiamo citato in precedenza, uno dei principi è quello di poter assimilare tramite la lettura alcuni aspetti negativi delle esperienze di vita, allenandoci contemporaneamente a rivalutare i momenti in cui questi non ci toccano. Si tratta dello stesso principio per cui genitori ed educatori a volte scelgono di affrontare argomenti difficili e dolorosi con i bambini tramite la lettura di un libro a tema, che consente di spostare l’attenzione sull’esperienza del personaggio della storia invece di concentrarla su quella personale.

Con la lettura si impara dagli altri e dal passato

Leggere è sicuramente una delle maggiori fonti di conoscenza per l’essere umano: si impara con i saggi, con i manuali, con i libri di testo, ma non solo. Anche le storie, che siano vere o inventate, permettono di assimilare le esperienze di altre persone (normalmente quelle dello scrittore, che le rielabora in forma narrativa). La comunicazione fin dai suoi albori ha avuto proprio questo ruolo: far sì che le esperienze di ognuno facessero da monito anche per gli altri, in modo che non tutti per imparare fossero costretti a commettere gli stessi errori.

Pensiamo poi a tutti i libri scritti in epoche passate, che ci raccontano del modo di pensare, di vivere e di comportarci di altri tempi, spesso insegnandoci anche molto sulla storia del periodo. Lo stesso vale per libri ambientati in luoghi molto diversi da quello in cui si vive, che aprono lo sguardo su realtà che non si conoscevano.

Leggere quindi significa poter imparare dal passato, in termini di storia e politica, e imparare dagli altri, in termini di scelte di vita. Ma la lettura ha anche un altro potere: quello far sfidare le proprie certezze, leggendo libri in cui gli scrittori (o personaggi) esprimono opinioni diverse da quelle del lettore. La chiarezza del ragionamento e i tempi della scrittura infatti permettono di approfondire le idee altrui meglio che in una conversazione botta e risposta, aiutando così a capire meglio i punti di vista lontani dai propri, anche se non li si condivide.

Leggere aiuta a imparare a scrivere e a parlare meglio

Leggere, oltre ad aumentare le conoscenze, espande il lessico: anche da adulti non è raro trovare nei libri parole che non si conoscono, che una volta cercato il significato si aggiungono al proprio repertorio. Ma non solo: c’è un’ampia classe di parole di cui conosciamo il significato ma che non usiamo attivamente (pensiamo per esempio agli infiniti sinonimi di verbi come fare e di sostantivi come cosa; non si finirà mai di impararne di nuovi). La lettura aiuta quindi anche ad ampliare lo spettro di parole che utilizziamo, rendendo più ricco sia il linguaggio scritto che quello parlato.

Inoltre, se vi è mai capitato di partecipare a un corso di scrittura, o di leggere i consigli di autori famosi, vi sarete accorti che in cima alle metodologie per imparare il mestiere si consiglia proprio di leggere, anzi di leggere tanto. L’atto della lettura infatti permette di integrare senza accorgersene la fluidità delle strutture di frasi più chiare, l’uso della punteggiatura regolato da tempi giusti, l’essenzialità dei periodi, e tutte quelle caratteristiche che rendono piacevole e avvincente la scrittura dei grandi autori.

Ecco quindi alcune delle principali ragioni che mostrano a cosa serve leggere e quali sono i principali benefici di questa attività; ma i lettori più appassionati non hanno bisogno di essere convinti da questa lista di ragioni, perché in realtà gliene basterà sempre una sola: il piacere che provano con un libro tra le mani.

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