Il 18 e il 19 marzo, al Mediolanum Forum di Milano, si è svolta la terza edizione del Festival del Romance, una manifestazione che raccoglie grandi e piccoli editori, ma anche e soprattutto autrici selfpublisher (circa il 70%). Tra dark romance, romantasy, sport romance e colorati gadget di ogni tipo, ecco il racconto della fiera dedicata al genere narrativo del momento (spinto anche da BookTok). Tra gli stand, non manca la consapevolezza sulle dinamiche del settore, da parte delle autrici, come pure del pubblico. Spazio anche alle problematiche, tra cui il “sovraffollamento” nel mondo self, con la conseguente difficoltà di farsi notare tra così tanti titoli autopubblicati…

Ombretti rosa, caramelle, gadget scintillanti di ogni tipo, palloncini a forma di fenicottero, penne colorate e poi trolley, trolley e ancora trolley. Per cosa?, vi starete chiedendo. Be’, è semplice: per riempirli di libri.

Capisci di essere nei pressi del Festival del Romance per la scia di ragazze che sfilano verso il Mediolanum Forum di Milano munite di valigie vuote, pronte a fare il pieno di storie d’amore. È una prassi che sembra piuttosto consolidata e condivisa tra le partecipanti: se sei qui sai bene che non potrai tornare a mani vuote. E così eccoci, mentre ci mescoliamo tra la folla (ci pentiremo di non avere con noi una borsa abbastanza grande per contenere tutto quello che riceveremo in regalo) e ci addentriamo tra i vari stand.

Va detto subito: il Festival del Romance non è come le altre fiere dell’editoria. Te ne rendi conto appena metti piede nella sala dove è allestita la manifestazione, giunta quest’anno alla terza edizione e ideata dal blog letterario Il Rumore dei Libri di Lidia Ottelli, in collaborazione con Serena Famà e con l’agenzia di eventi Kinetic Vibe.

Festival del romance

La maggior parte delle postazioni (130 in tutto) sono dedicate ad autrici selfpublisher (il 70%), alcune realtà editoriali specializzate (Queen, Words, Dri EditoreTriskell, Heartbeat, Blueberry, solo per citarne alcune) e altre a grandi case editrici, tra cui Sperling & Kupfer, Magazzini Salani e HarperCollins (con il marchio Harmony).

Osservando in particolare gli stand delle autopubblicate, ci si ritrova nel regno dell’individualità, il luogo dove l’autopromozione e l’importanza del singolo nome sono fondamentali.

Qui non mancano i colorati omaggi personalizzati: calamite, spille, block notes, post-it, segnalibri, elastici per capelli, bustine da té, matite e molto altro. Per averli non è necessario comprare un libro, ma è difficile resistere dopo aver scambiato qualche parola con le autrici, che si dimostrano sempre disponibili per una chiacchiera e profondamente consapevoli della loro attività (consapevolezza che si riscontra anche nel pubblico della manifestazione milanese, composto in gran parte da ragazze).

festival del romance 2023

Stiamo parlando infatti di persone che non si limitano a scrivere, ma che curano e seguono la propria pubblicazione sotto ogni aspetto: dall’impaginazione alla scelta della copertina, passando per il marketing digitale e il merchandising.

Per l’editing, la correzione di bozze e altri servizi editoriali esistono realtà apposite, che pure sono presenti al Festival con il proprio stand: “Lavoriamo sia con selfpublisher sia con piccole e medie case editrici”, racconta a ilLibraio.it Alessandra Castellengo dell’Accademia della scrittura, realtà che fornisce “servizi editoriali specializzati”. E aggiunge: “Si tratta di un mercato vivace, c’è tanta offerta ma anche tanta domanda da parte di lettrici e lettori. Per la maggior parte lavoriamo su romance, ma nell’ultimo periodo ci stanno arrivando tanti fantasy. Aiutiamo chi scrive a dare forma alle proprie passioni”.

reading is sexy festival del romance

Accanto a loro, ci sono anche altri professionisti, come agenzie di grafica o freelance: “Mi trovo bene a lavorare con chi si autopubblica. Sono rispettosi e precisi, e danno valore al lavoro che svolgo anche da un punto di vista economico”, spiega Pamela Fattorelli, web designer e book covers artist, fondatrice del progetto Catnip Design.

Insomma, l’autopubblicazione non è solo roba da “dilettanti” come a volte si pensa (o meglio, forse, si pensava fino a qualche tempo fa), bensì una scelta consapevole da parte di chi, in alcuni casi, all’editoria tradizionale preferisce il selfpublishing, per la possibilità di potersi esprimere e di scegliere liberamente, e per evitare di essere sottoposte a un giudizio esterno.

festival del romance 2023

Paola Chiozza, tra le autrici self più lette, ci racconta: “Ormai sono abituata a fare tutto da me. Mi piace scegliere i collaboratori e gestire io i tempi. Mi trovo bene con l’autopubblicazione e, anche se non chiudo mai nessuna porta, per ora non vorrei cambiare”.

Per alcune autrici, poi, è anche una questione di soldi. La stessa Chiozza rivela di riuscire a mantenere la sua famiglia grazie alle vendite dei suoi libri autopubblicati. In un attimo il discorso vira sul nome del momento: Erin Doom, la misteriosa autrice di Nel modo in cui cade la neve e Fabbricante di lacrime (Magazzini Salani), il libro più venduto del 2022. Il suo è un caso editoriale che nasce su Wattpad e che pian piano si trasforma, grazie al passaparola, in un bestseller nazionale. “In questi casi bisogna anche considerare il fattore TikTok“, aggiunge Chiozza, “non si può ignorare che la popolarità del romance e di certi titoli sia stata ampliata da questa piattaforma. Ma diventare virali non è una cosa che può succedere a chiunque”.

E a proposito di soldi, veniamo al nodo cruciale: come vanno le vendite per chi si autopubblica? Fermo restando che ogni singolo caso è diverso, e che difficilmente si possono avere informazioni certe, ci affidiamo alle parole di alcune delle protagoniste del Festival, come per esempio Elena Rusiello, che ci racconta di essere “andata sold out” l’anno scorso. Dal canto suo, Anna Nicoletto, alle 12.30 del primo giorno di fiera, ha già dato fondo alle copie dei suoi romanzi (per chiacchierare con lei, come per altre, ci sono code lunghe mezz’ora). Va però considerato che, dati alla mano, gli ingressi al Festival sono stati in tutto 1400 per il giorno di sabato e circa 1000 per la domenica, arrivando a un pubblico ben lontano da quello delle tradizionali fiere editoriali. Rispetto ad altre e più note manifestazioni, tra l’altro, il costo del biglietto è decisamente maggiore: 30 euro per il giornaliero, 50 per essere al Festival del Romance entrambi i giorni, mentre l’ingresso è gratuito fino ai 12 anni.

Sempre a proposito del confronto con le grandi fiere, anche il Salone Internazionale del Libro di Torino, l’appuntamento più atteso dell’anno editoriale (che lo scorso anno ha fatto registrare ben 168mila visitatori), da sabato 20 a lunedì 22 maggio darà spazio al mondo del selfpublishing in un’area dedicata: “L’obiettivo – si legge sul sito del Salone – è dare rilevanza e valorizzare un settore che in questi anni sta diventando sempre più importante nel panorama librario, promuovendo e dando rilievo agli autori e alle autrici self, anche grazie all’esposizione – in collaborazione con le più importanti piattaforme di self publishing – dei libri top seller dell’anno”.

Girare tra gli stand del Festival del Romance dà la conferma che la realtà del selfpublishing rimane solo apparentemente vicina a quella dell’editoria tradizionale, essendo animata da dinamiche differenti: “Mi trovo molto bene a pubblicare con Amazon, tuttavia apprezzo la linea di tante case editrici, tra cui Magazzini Salani, che sta facendo un lavoro brillante con le sue autrici. Credo che il confronto con la realtà del self possa offrire spunti e nuove opportunità anche alle grandi case editrici”, ci spiega l’autrice Angela D’Angelo.

E, del resto, non si può dire che questo non stia già avvenendo: proprio grazie all’autopubblicazione e a piattaforme come Wattpad, il mercato editoriale si è arricchito di generi e sottogeneri del romance che prima non avevano né lo spazio, né la rilevanza di adesso.

Con sempre più naturalezza oggi si parla di dark romance, di romantasy, di sport romance e di mafia romance (solo per elencare quelli più popolari), dimostrando un’apertura verso narrazioni che fino a qualche tempo fa, appunto, rimanevano più al margine.

Lo stesso vale per numerose firme che hanno fatto il “grande salto” e che sono approdate in importanti case editrici: per esempio Felicia Kingsley (scrittrice in cima alle classifiche e celebre su TikTok per romanzi come Matrimonio di convenienza, Due cuori in affitto e Stronze si nasce, pubblicati da Newton Compton) e Valentina Ferraro (giovane autrice molto popolare tra le selfpublisher, all’esordio con Wings per Magazzini Salani), che sono state senza dubbio tra le ospiti più desiderate al Festival del Romance.

Su ilLibraio.it abbiamo approfondito e raccontato in diverse occasioni il boom del (nuovo) romance che, come detto, deve molto anche all’esplosione del fenomeno BookTok.

Eppure, anche in questo mondo nel quale sembra esserci “spazio per tutti” – come non smettono di ripetere le autrici – non mancano alcune problematiche. Se è vero che l’autopubblicazione online è una risorsa aperta e accessibile a chiunque (come in generale lo è internet), non si possono ignorare non solo la difficoltà di farsi notare tra così tanti titoli, ma anche il rischio di pubblicare testi di scarso valore: “Il mercato delle autopubblicazioni sta andando incontro a un sovraffollamento dettato dall’inondazione di testi provenienti dall’estero. C’è troppa gente che prende romanzi e li traduce a caso, mandando online testi di scarsa qualità. Così facendo si abbassa il valore dell’offerta in generale e ne risentono tutti, specialmente perché sono romanzi che spesso vengono venduti a prezzi molto bassi (0,99 euro) e si crea una sorta di concorrenza sleale“, conclude sempre Chiozza.

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