Molte lettrici e lettori amano visitare cimiteri più o meno famosi, per rendere omaggio ai grandi della letteratura di ieri e di oggi. Da Immanuel Kant a Sylvia Plath, da Francis Scott Fitzgerald a Muriel Spark, passando per Leonardo Sciascia e per Agatha Christie, un viaggio tra epoche, luoghi del mondo e suggestioni di ogni sorta, alla scoperta di alcune tra le lapidi più toccanti, bizzarre e memorabili di grandi autori e autrici del passato…

Nel profondo silenzio dei cimiteri, tra le pietre consumate dal tempo e le foglie che si posano sul selciato, può capitare di imbatterci in delle parole destinate a vibrare in eterno. Frasi più o meno brevi, ma comunque incisive, che nello spazio di un epitaffio ci restituiscono l’essenza di tanti importanti scrittori e scrittrici della letteratura.

C’è chi ha scelto l’ironia e chi la filosofia, chi il mistero e chi la malinconia: tutti e tutte, però, hanno lasciato a modo proprio una traccia, un segno che in poche righe riesca a raccontare l’avventura di una vita intera.

Da Immanuel Kant a Sylvia Plath, passando per Leonardo Sciascia e per Agatha Christie, scopriamo quindi alcune tra le lapidi più toccanti, bizzarre e memorabili di autori e autrici del passato, capaci di ricordarci come anche la morte possa diventare un racconto straordinario

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Immanuel Kant (1724-1804)

Cominciamo dal grande filosofo tedesco Immanuel Kant (1724-1804), sepolto in un mausoleo della cattedrale di Königsberg, nella città oggi nota come Kaliningrad. Il suo è un epitaffio solenne e particolarmente celebre, dal momento che coincide con l’explicit della sua Critica della ragion pratica (Einaudi, a cura di Serena Feloj):

Due cose riempiono la mente con sempre nuova e crescente ammirazione e rispetto, tanto più spesso e con costanza la riflessione si sofferma su di esse: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me.

John Keats (1795-1821)

Altrettanto toccante è il pensiero d’addio del poeta John Keats (1795-1821), morto in un appartamento affacciato su piazza di Spagna, a Roma, e poi seppellito nel Cimitero Acattolico della capitale. Suggestivo e sintetico, ma soprattutto caratterizzato dall’umiltà che il giovane scrittore inglese ha sempre dimostrato in vita, il suo epitaffio recita infatti:

Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua.

Uno degli epitaffi più celebri nel mondo della letteratura quello di John Keats

(GettyImages)

Antonio Machado (1875-1939)

Ci spostiamo ora in Francia, e più precisamente nel cimitero di Collioure, in Occitania, per scoprire la tomba dell’autore spagnolo Antonio Machado (1875-1939), che riposa accanto alla madre Ana Ruiz. Nel suo caso, l’epitaffio coincide con la metafora tratta da una sua poesia famosa e di spessore, che dice:

E quando verrà il giorno dell’ultimo mio viaggio, e salperà la nave che non tornerà mai più, mi vedrete a bordo leggero di bagaglio, e quasi nudo, come i figli del mare.

Uno degli epitaffi più celebri nel mondo della letteratura quello di Antonio Machado

(GettyImages)

Francis Scott Fitzgerald (1896-1940)

Non è da meno la lapide dello scrittore e sceneggiatore americano Francis Scott Fitzgerald (1896-1940), la cui salma si trova presso l’Union Cemetery di Rockville, nel Maryland. Sua figlia, infatti, fece incidere sulla sua tomba l’iconica frase finale del romanzo Il Grande Gatsby (Newton Compton, traduzione di Bruno Armando):

Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato.

Sylvia Plath (1932-1963)

Più controverso è, invece, l’epitaffio scelto da Ted Hughes (1930-1998) per la moglie Sylvia Plath (1932-1963), sepolta nel nuovo cimitero di Heptonstall, nel West Yorkshire. Un’antica poesia cinese che forse venne scelta dopo che l’uomo aveva fatto sparire le più critiche testimonianze della scrittrice statunitense sul suo conto:

Anche nel mezzo delle fiamme più feroci, il loto dorato può essere piantato.

Dorothy Parker (1893-1967)

Proseguiamo con Dorothy Parker (1893-1967), giornalista e poetessa americana le cui ceneri sono state abbandonate e spostate di luogo in luogo per decenni. Ora sono custodite definitivamente nel cimitero monumentale di Woodlawn, nel Bronx newyorkese, e ad accompagnarle c’è un’epigrafe breve, irriverente e brillante:

Scusate la polvere.

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Agatha Christie (1890-1976)

A colpire, sebbene per motivi un po’ diversi, è anche la frase incisa sulla tomba della regina del giallo classico, e cioè Agatha Christie (1890-1976). Per leggerla dobbiamo recarci presso il cimitero della chiesa di Santa Maria a Cholsey, una cittadina dell’Oxfordshire, dove scopriremo che si tratta di alcuni versi di Edmund Spenser (1552-1599):

Il sonno dopo il duro lavoro. Il porto dopo i mari tempestosi. Il riposo dopo la guerra. La morte dopo la vita. Danno un grande piacere.

Uno degli epitaffi più celebri nel mondo della letteratura quello di Agatha Christie

(GettyImages)

Leonardo Sciascia (1921-1989)

Torniamo ora in Italia, e più precisamente in Sicilia, con lo scrittore e critico Leonardo Sciascia (1921-1989): seppellito nel cimitero di Racalmuto, sua città natale in provincia di Agrigento, l’autore lasciò sulla sua tomba una riflessione concisa ma pregnante, il cui soggetto sembrano essere tutti coloro che abbiano mai vissuto

Ce ne ricorderemo, di questo pianeta.

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Muriel Spark (1918-2006)

Sempre nel nostro Paese si trova anche l’epitaffio della scrittrice britannica Muriel Spark (1918-2006). I suoi resti sono custoditi a Firenze, insieme a un messaggio composto proprio in lingua italiana e che si sofferma sull’unicità degli istanti che viviamo, come anche sulla capacità della scrittura di cristallizzarli:

Nessuna foglia si ripete. Ripetiamo solo la parola.

Uno degli epitaffi più celebri nel mondo della letteratura quello di Muriel Spark

(Foto di Elisa.rolle, WikiCommons)

Octavia E. Butler (1947-2006)

E concludiamo con l’epitaffio dell’autrice americana Octavia E. Butler (1947-2006), sepolta al Mountain View Cemetery and Mausoleum di Altadena, in California. Tratta dal suo romanzo La parabola del seminatore (Sur, traduzione di Martina Testa), la frase scolpita nella pietra accanto a lei, in grado di riecheggiare forte ed evocativa, è la seguente:

Tutto ciò che tocchi, lo cambi. E tutto ciò che tu cambi, cambia te. L’unica verità che sopravvive è il Cambiamento. Dio è Cambiamento.

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