La leggenda del morto contento
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Sinossi
«Voi due!»
«Dite a noi?» chiese uno dei due.
«Non è giornata per navigare», comunicò.«Minaccia bufera!»
Il corpacciuto rise.
«Ma certo, come no!»
Non ci credeva, era evidente.
«Calerà vento, forte», insisté Lepido.
«Sì», si aggiunse il fighettino, «come il vino che avete bevuto a pranzo.»
Il corpacciuto rise apertamente.
«Tornatevene in contrada, all’ago e al filo, e non impicciatevi degli affari altrui!»
È il 25 luglio 1843, una mattina d’estate senza una nube e con una luce che ammazza tutti i colori. Due giovani in cerca d’avventura salpano su una barchetta con tre vele latine. Dal molo di Bellano, li segue lo sguardo preoccupato del sarto Lepido: non è giornata, sta per alzarsi il vento. L’imbarcazione è presto al largo, in un attimo lo scafo si rovescia. Un’imprudenza. Una disgrazia. Ma la tragedia crea un problema. A riva viene riportato il corpo dell’irrequieto Francesco, figlio di Giangenesio Gorgia, ricco e potente mercante del paese. Il disperso è Emilio Spanzen, figlio di un ingegnere che sta progettando la ferrovia che congiungerà Milano alla Valtellina. Due famiglie importanti. Bisogna a tutti i costi trovare un colpevole.
Per la prima volta, Andrea Vitali risale il corso del tempo, verso l’Ottocento, per raccontare un altro squarcio della sua Bellano. Ritroviamo così l’eco della dominazione austriaca, con i notabili e i poveracci, gli scapestrati e le bisbetiche, le autorità e gli ubriaconi… Tra lacrime e sorrisi, La leggenda del morto contento racconta una storia di padri e di figli, di colpevoli e di innocenti, di giustizia e di malagiustizia: ottocentesca, ma solo in apparenza.
- ISBN: 8811602319
- Casa Editrice: Garzanti
- Pagine: 240
- Data di uscita: 17-05-2018
Recensioni
This review is taken from my IG account @descanto In La Leggenda del Morto Contento - the Legend of Dying Happily, Andrea Vitali tells us another story with Lake Como as indispensable background with his simple and excellent Italian There is a vein a greater sadness or melancholy in this novel than Vi Leggi tutto
Devo dire che questo mi è sembrato un po' più fiacco degli altri romanzi di Vitali, sarà che non è portato per i polizieschi; non mi era piaciuto neanche "Dopo lunga e penosa malattia". Comunque molto meglio di altre "robe" in circolazione di questi tempi.
Mi piacciono sempre di più queste storie ambientate nel passato. È bello respirare l'aria di un'antica Italia.
Divertente come parecchi dei suoi libri. Co nsigliata la lettura agli autoctoni.
Lo stile è come sempre brillante e vivace, l'atmosfera del paesino e dei suoi abitanti resa molto bene, ma ho trovato il libro complessivamente noioso.
Non è assolutamente un brutto libro ma temo che per quello che ha lasciato alla sottoscritta, io sia stata anche troppo generosa di stelle.
Il più triste tra i libri di Vitali che ho letto sino ad ora.
Spensierato, ma anche noioso.
Vitali cambia registro: un po' meno Piero Chiara, un po' più Manzoni ma, soprattutto, tanto Hieronymus Bosch!
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