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Al via la corsa al premio Strega 2022: retroscena, anticipazioni e possibili sorprese…

premio Strega

È dal 2017 che al gruppo Mondadori manca la vittoria del premio Strega, in cui nel quindicennio precedente, non senza polemiche, aveva dominato o quasi con le sue case editrici. Ed è dallo stesso anno, quando a trionfare al Ninfeo di Villa Giulia fu Paolo Cognetti con Le otto montagne, che Einaudi non porta a casa l’ambito riconoscimento.

Negli ultimi quattro anni a imporsi al premio romano sono stati marchi come Guanda, nel 2018 con Helena Janeczek, Bompiani, nel 2019 con Antonio Scurati, la Nave di Teseo, nel 2020 con Sandro Veronesi, e Neri Pozza, lo scorso luglio con Emanuele Trevi.

Emanuele Trevi, vincitore del premio Strega 2021 – foto di Musacchio, Ianniello & Pasqualini

Il premio è diventato più contendibile e fare previsioni, alla luce delle novità regolamentari che via via sono state introdotte (anche per fermare lo strapotere di Segrate), è diventato un esercizio più difficile. Molte cose sono cambiate da quando, con poca possibilità di sbagliare, tra gli addetti ai lavori il nome del probabile vincitore dell’edizione successiva circolava con ben oltre un anno di anticipo…

Se, però, prevedere il risultato finale ora è più complicato, lo Strega resta una “garanzia” in veste di moltiplicatore delle vendite del libro vincitore: basti pensare che Due vite di Trevi ha superato le 100mila copie vendute.

Fatte queste premesse, ovviamente dalle parti di Segrate sperano di tornare alla vittoria. Ma, come di consueto, le opzioni di cui si vocifera sono tante, e  all’interno del primo gruppo librario italiano la concorrenza interna è ancora una volta forte.

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Dunque veniamo a queste alternative. Stando a quanto ci risulta, sono diversi i libri che potrebbero essere proposti dagli Amici della domenica per quel che riguarda la Mondadori (al momento è necessario usare il condizionale): gli ultimi romanzi di Maria Pia Ammirati (autrice di Vita ordinaria di una donna di strada, l’attuale direttrice di Rai Fiction è già stata protagonista al premio romano nel 2001 con I cani portano via le donne sole), e di Romana Petri, scrittrice e traduttrice già finalista nel 1998 e nel 2013, che tornerebbe in gara con La rappresentazione.

Anche Dario Buzzolan, in uscita a febbraio con Perché non sanno, potrebbe essere proposto, e nel caso dello scrittore, drammaturgo e autore televisivo si tratterebbe di un ritorno, dopo la partecipazione con I nostri occhi sporchi di terra.

Non è finita: tra le opzioni in casa Mondadori, anche quelle di un ritorno al premio per Vanni Santoni, in uscita a gennaio con La verità su tutto (era stato candidato con La stanza profonda) e per Jonathan Bazzi, in libreria a febbraio con Corpi minori e già finalista con l’esordio, Febbre. Mondadori, però, almeno per il momento non convoglierebbe gli sforzi su un candidato specifico (da regolamento ogni giurato può proporre un libro, nella prima fase, al di là delle scelte degli editori, ndr).

Inoltre, sempre in casa Mondadori si fa il nome di Carmine Abate, autore de Il cercatore di luce, un romanzo sulla vita del pittore Giovanni Segantini.

Non che non manchino le opzioni dalle parti di Einaudi… Partiamo da via Biancamano, dove si parla di Antonio Pascale, autore de La foglia di fico – Storie di alberi, donne, uomini, ma anche della scrittrice e traduttrice Veronica Raimo, in uscita a febbraio con Niente di vero, dopo l’apprezzato Miden, edito da Mondadori.

Ma Einaudi (sempre Torino) avrebbe anche un’altra possibilità, che potrebbe rappresentare una delle sorprese dell’edizione 2022 del premio Strega: sì perché, stando alle indiscrezioni che abbiamo raccolto, salgono le quotazioni di Mario Desiati, che con Spatriati, uscito a fine aprile 2021 (qui la nostra intervista) ha ottenuto consensi trasversali. Lo scrittore di Martina Franca, che si definisce “spatriato” a sua volta e che vive tra la Puglia, Roma e Berlino, era già stato finalista allo Strega con Ternitti.

Da Torino a Roma: il 22 febbraio esce per Stile Libero di Einaudi Trema la notte di Nadia Terranova che, dopo l’apprezzato Addio fantasmi, nel nuovo atteso romanzo ci porta a fine 1908, quando un terremoto devastante rase al suolo Messina e Reggio Calabria. Anche nel suo caso parliamo di una candidatura che potrebbe puntare alla vittoria. Stesso discorso per un altro nome che si fa: quello di Viola Ardone, che dopo il bestseller Il treno dei bambini è tornata protagonista in classifica con Oliva Denaro (qui la nostra recensione).

Ci sarebbe anche Daria Bignardi, in uscita a febbraio, sempre per Einaudi Stile Libero, con il memoir di formazione Libri che mi hanno rovinato la vita, ma una sua presenza in gara in questa edizione appare difficile. Vale anche per Simona Vinci (vincitrice del Premio Campiello 2016), sulla scia di Shirley Jackson con il bel romanzo gotico L’altra casa, e per Alberto Rollo, scrittore, editor e consulente della Mondadori, che dopo la cinquina dello Strega raggiunta nel 2017 con Un’educazione milanese (Manni), ha pubblicato con Einaudi Stile Libero Il miglior tempo (qui la nostra intervista).

Restando nell’ambito del primo gruppo editoriale italiano, ma passando a parlare della Rizzoli, potrebbe essere proposto Stirpe e vergogna di Michela Marzano, scrittrice e filosofa, che ha scoperto tardi il passato del nonno, fascista convinto della prima ora.

Venendo alla Bompiani, circolano (almeno) tre nomi: Marco Peano, editor della narrativa italiana di Einaudi, che dopo l’esordio del 2015 (L’invenzione della madre, minimum fax) torna con Morsi; Davide Orecchio, autore di Storia aperta, che ha ottenuto il consenso della critica; e Pietro Castellitto: l’attore, figlio d’arte (del regista e attore Sergio e della scrittrice e sceneggiatrice Margaret Mazzantini), ha da poco debuttato nella narrativa con Gli Iperborei.

La penultima illusione, in uscita per Feltrinelli, è il memoir di Ginevra Bompiani, a 30 anni dalla morte del padre Valentino: “Tra i viaggi e le amicizie, si incontrano fra gli altri Umberto Eco, Italo Calvino, Elsa Morante, Giorgio Manganelli, Giorgio Agamben… si partecipa alla fondazione di una casa editrice, alla costruzione e ricostruzione di biblioteche nell’Africa subsahariana e a Sarajevo, alle tante battaglie, vinte e perse…”.

Arriverà una candidatura? Anche nel suo caso restiamo nel campo delle ipotesi. E non sarebbe il solo nome importante in casa Feltrinelli: sì perché questa edizione potrebbe essere quella giusta per la partecipazione di Chiara Gamberale, in libreria con Grembo paterno: la protagonista, Adele, è profondamente influenzata da un’infanzia che condizionerà i suoi rapporti futuri. Un padre che la ama, ma che è autoritario e incapace di essere felice, è un modello difficile a cui rifarsi da adulta, così come è difficile, se non impossibile, soddisfarlo con ottimi voti prima e successi lavorativi poi…

Staremo a vedere se queste possibilità, entrambe da cinquina, si concretizzeranno o meno…

E veniamo agli altri nomi che si fanno. A partire da Angela Bubba, studiosa di italianistica e scrittrice (già candidata allo Strega con La casa), che a febbraio torna in libreria per Ponte alle Grazie con Elsa, dedicato alla Morante, e in cui trovano spazio l’infanzia a Testaccio, la maturità e gli esordi, l’esperienza della guerra, Moravia e Pasolini, la letteratura e il cinema, i viaggi in giro per il mondo, i salotti romani e, inevitabilmente, lo stesso Premio Strega…

Sempre Ponte alle Grazie ha appena mandato in libreria Il digiunatore di Enzo Fileno Carabba, che nel 1990 ha vinto il Premio Calvino, e che nel suo nuovo romanzo, una biografia sentimentale, parte da una storia vera, quella di Giovanni Succi, il più grande digiunatore di tutti i tempi, per trasfigurarla.

Ponte alle Grazie nel 2021 ha pubblicato anche un altro libro apprezzato dalla critica, Stradario aggiornato di tutti i miei baci di Daniela Ranieri, già autrice di Mille esempi di cani smarriti.

In casa Bollati Boringhieri il protagonista potrebbe essere Marco Amerighi, autore di Randagi, romanzo che abbiamo raccontato in quest’approfondimento, che ruota attorno alle vicende della famiglia Benati, e che porta il lettore a cavallo fra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila.

Neri Pozza, reduce dalla vittoria con Trevi, avrebbe più opzioni, a partire da Piera Ventre con Le stanze del tempo e Pierpaolo Vettori con Un uomo sottile (libro dedicato a Daniele Del Giudice).

Solferino potrebbe essere della partita con L’alta fantasia, avventuroso racconto firmato dal regista e autore Pupi Avati, che ci porta nel Medioevo, al tempo di Dante.

Potrebbe partecipare anche Giulio Perrone, scrittore ed editore, con America non torna più, pubblicato da HarperCollins Italia. E sempre restando ad HarperCollins, si fanno i nomi di Giorgio van Straten, in uscita con Una disperata vitalità, e di Sabina Guzzanti, autrice di 2119 – La disfatta dei Sapiens, tra satira, distopia e profezie.

Dopo Lo spregio, vincitore del premio Comisso e del premio Mondello nel 2017, Alessandro Zaccuri torna in libreria per Marsilio con un romanzo che reinventa la vita di Alessandro Manzoni: Poco a me stesso potrebbe essere tra i libri proposti.

Tra i nomi che circolano, anche quello di Fabio Bacà, che dopo Benevolenza cosmica è tornato, sempre per Adelphi, con Nova, di cui abbiamo parlato qui.

NN potrebbe esserci con di Andrea Donaera (qui la sua riflessione per ilLibraio.it), mentre marcos y marcos dovrebbe schierare Roberto Livi, autore di Solo una canzone (qui un estratto). Dal canto suo, potrebbe esserci Matteo Trevisani, autore di Libro del sangue (Atlantide), che chiude una trilogia.

Silvia Cossu, nata a Roma nel 1969, autrice di romanzi e racconti, sceneggiatrice per il cinema, a metà febbraio pubblica con Neo Edizioni Il confine, il suo nuovo libro, che racconta il corpo a corpo di una donna nell’ombra con un uomo di fama internazionale la cui figura, incontro dopo incontro, diventa sempre più inafferrabile. Anche il suo romanzo potrebbe essere presentato allo Strega 2022. Renato Minore parla di “un piccolo giallo dell’anima” che, “con grande sapienza costruttiva, avvicina ad una più profonda domanda di senso. Quasi un viaggio iniziatico”.

Probabile che venga presentato Il veleno nella coda di Francesco Mazza, edito da Laurana, in cui, come sintetizza Giulio Mozzi, “un figlio decide di scrivere un libro per regolare i conti con il padre – un padre che è una specie di ‘Re Mida al contrario’. Ma proprio nei giorni in cui finisce di scriverlo, il padre si suicida. E lascia un memoriale: con il quale fa, a sua volta, i conti con tutta la propria vita…”.

Staremo poi a vedere come si muoveranno La Nave di Teseo (tra le opzioni, Sono cose che passano di Pietrangelo Buttafuoco e Il nostro meglio di Alessio Forgione) e Baldini+Castoldi, Italo Svevo Edizioni, minimum fax (che, a meno di ripensamenti, non dovrebbe prendere parte alla competizione quest’anno) e la stessa Sellerio, quest’ultima spesso evocata, ma praticamente mai in gara allo Strega, negli ultimi anni.

Sicuramente altri nomi si aggiungeranno via via. Del resto gli Amici della domenica hanno tempo fino al 28 febbraio per inviare le proprie segnalazioni. Da qui alla serata finale, in programma a Roma giovedì 7 luglio, altre sorprese (e polemiche) potrebbero arrivare.

 

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