“Il successo delle live di lettura? La pandemia non ha aiutato questi ragazzi. Molti avevano solo la scuola come unico contatto con i coetanei e altri si sentono etichettati come strani e ‘sfigati’ perché lettori. In live si sentono meno soli, meno strani, meno fuori dal mondo”. “Ben il 91% della community è composta da un pubblico femminile. Quanto all’età media…”. “Il ruolo centrale giocato dai fantasy? Credo dipenda dal tipo di intrattenimento che la piattaforma offre. Mentre Instagram ragiona a scatti, istantanee più o meno studiate e feed in palette, TikTok ragiona su reaction (reazioni a finali, colpi di scena etc.), video aesthetic, cosplay e pov (point of view). Il fantasy ha la meglio perché si adatta a questo tipo di contenuti”. E ancora: “TikTok è una piattaforma che ti permette di crescere velocemente, ma allo stesso modo è in grado di dimenticarti con la stessa rapidità”. Quindi l’ammissione: “Parte del successo del mio profilo è dovuto proprio al fatto che durante l’adolescenza ho letto tantissimi dei libri che ora suscitano enorme interesse sul social…”. Megi Bulla (@labibliotecadidaphne) e Valentina Ghetti (@book.addicted), tra i profili più apprezzati di #BookTok in Italia, raccontano a ilLibraio.it come si sono avvicinate alla lettura prima e a TikTok poi, descrivendo dal loro osservatorio la rivoluzione che sta portando nel mondo dell’editoria (e non solo) il social del momento – L’intervista doppia, in vista dell’incontro che le vede protagoniste, insieme ad altri ospiti, sabato 21 maggio al Salone del libro di Torino

Abbiamo approfondito in diversi articoli l’ascesa di #BookTok e l’impatto crescente sul mondo del libro. Non a caso, sabato 21 maggio, alle 15.45, è in programma un incontro, organizzato da noi de ilLibraio.it, al Salone Internazionale del Libro di T0rino, in cui cercheremo di approfondire, insieme a diversi ospiti, il ruolo che riveste oggi TikTok nel mondo dell’editoria libraria. In quel contesto rifletteremo su come, e cosa leggono le nuove generazioni, provando a descrivere le ultime tendenze editoriali e i gusti e le abitudini di lettura degli adolescenti (a questo proposito, qui parliamo della “rivincita dello Young Adult).

L’appuntamento in questione vede la partecipazione di Megi Bulla – @labibliotecadidaphne (booktoker e ingegnera), Marco Figini (responsabile editoriale di Magazzini Salani, la casa editrice che pubblica Erin Doom, il fenomeno del momento, il cui successo si deve in parte anche al passaparola su TikTok), Enrico Galiano (scrittore, insegnante e assiduo collaboratore del nostro sito), Maura Gancitano (autrice e co-fondatrice del progetto Tlon), e Valentina Ghetti – @book.addicted (booktoker e insegnante). A moderare il panel, Jolanda Di Virgilio (redattrice ilLibraio.it e autrice) e Antonio Prudenzano (responsabile editoriale ilLibraio.it).

In vista dell’incontro, abbiamo intervistato Megi Bulla e Valentina Ghetti per conoscere il loro percorso e guardare a #BookTok dal punto di vista di chi lo frequenta quotidianamente e con un seguito crescente.

illibraio incontro Salone Torino

L’INCONTRO AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO

Partiamo dall’inizio: quando è cominciato il vostro percorso su #BookTok e cosa vi ha spinto ad aprire un profilo in cui parlare delle vostre letture preferite?
M.B. – “Seguivo, e tutt’ora seguo, con grandissima ammirazione Francesca Crescentini, sui social @tegamini. Non ho mai, e lo dico con grande onestà, pensato di poter fare qualcosa di ‘simile’, anzi mi sembra quasi di offenderla nel paragonarmi. Esiste un’idea generale che associa l’utilizzo dei social come un qualcosa di appartenenza esclusiva ai giovanissimi, un passatempo che, con il crescere, si perde. Un po’ come lo era il giocare al Game Boy, o con le bambole. Per questo, a 26 anni, non me la sono sentita di mostrarmi o di usare il mio nome nel nickname. Non avevo aspirazioni o illusioni quando ho scaricato ‘l’app per balletti’, ma il semplice desiderio di mostrare alcune delle edizioni più carine che avevo. Era il 31 ottobre 2020. Un giorno ero particolarmente frustrata perché sentivo di poter fare di più, ma per farlo avrei dovuto espormi, e non ero pronta al giudizio. Spronata da mio marito, prova: era il 3 febbraio 2021, data che associo alla vera nascita del profilo. Non so spiegare quello che è successo da allora. So solo che, un anno dopo, il 31 ottobre 2021, in 250, a Modena, festeggiavano i 100mila follower”.
V.G. – “Il mio percorso è iniziato in maniera del tutto casuale. Avevo scaricato TikTok già da alcuni mesi, ma lo usavo unicamente per inviare video simpatici alle mie amiche. Poi, nel luglio 2020, in un pomeriggio di noia, ho registrato il mio primo video, con zero aspettative, sull’ottavo libro della serie di Harry Potter (usando l’audio di Gioca Jouer ‘okay adesso cerchiamo di farlo meglio’). Il video ha avuto un discreto successo, e mi ha portato immediatamente i primi duecento follower, dopo i primi quattro video ero già a mille follower attivi che cercavano un confronto sulle letture. Da lì, è stato spontaneo per me continuare”.

Da lettrici, quali sono i generi che amate?
M.B. – “Sono molto selettiva in ciò che leggo e sono consapevole che questo sia un mio limite. Leggo fantasy,  molto raramente mi approccio a generi diversi”.
V.G. – “Nonostante sul mio profilo si parli principalmente di fantasy, mi definisco una lettrice abbastanza onnivora. Ho iniziato, come buona parte dei ragazzi della mia età, leggendo Geronimo Stilton, e dopo alcuni anni mi sono appassionata al fantasy e distopico con Percy Jackson, Hunger Games Divergent, solo per citarne alcuni. Dalle superiori ho cominciato a muovermi verso i classici, i romanzi storici e i thriller. Forse, l’unica cosa veramente strana della mia vita di lettrice è stato leggere per la prima volta Harry Potter a ben diciannove anni!”.

Parliamo del vostro pubblico: le ragazze sono in netta maggioranza? Qual è, più o meno, l’età media di chi vi segue? Negli ultimi mesi sono aumentati gli adulti tra i vostri follower?
M.B. – “Sì, ben il 91% della community è composta da un pubblico femminile. Quanto all’età media, per essere precise il 18.9% ha tra i 13 e i 17 anni, il 51.8% tra i 18 e 24 e il 20.1% tra i 25 e i 34 anni. Queste sono cifre che variano da settimana a settimana, ma ho effettivamente notato che con il tempo le percentuali dei 24+ sono sempre più in aumento”.
V.G. – “Il mio pubblico è tendenzialmente molto giovane, tra i 12 e i 19 anni. Ci sono alcune persone adulte, ma tendenzialmente l’età è quella che va dalle scuole medie ai primi anni di università, e la cosa mi fa molto piacere, perché mi fa sentire giovane”.

I gusti della community di adolescenti che vi segue rispecchiano i vostri quando avevate la loro età?
M.B. – “Sì, e non solo. In alcuni casi, rispecchiano i miei gusti anche adesso. Alla fine non è questa la meraviglia di ogni libro?! Può avvicinare un* 13enne a un* 35enne come poche altre passioni possono fare”.
V.G. – “Parte del successo su TikTok è dovuto proprio al fatto che durante l’adolescenza ho letto tantissimi dei libri che ora suscitano enorme interesse sul social. Come per esempio Shatter me, The Selection, Il cavaliere d’inverno, Il trono di spade. Quindi, sì, direi che i gusti sono precisamente gli stessi”.

È vero che su TikTok sono così amati fantasy, romance, young adult e distopie, mentre trovano meno spazio (almeno per ora) romanzi letterari, saghe familiari, romanzi storici o gialli? È se sì, secondo voi perché?
M.B. – “Credo tutto dipenda dal tipo di intrattenimento che la piattaforma offre. Mentre Instagram ragiona a scatti, istantanee più o meno studiate e feed in palette, TikTok ragiona su reaction (reazioni a finali, colpi di scena etc.), video aesthetic, cosplay e pov (point of view). Il motivo per cui questi generi sembrano avere la meglio è perché meglio si adattano a questo tipo di contenuti. Un libro di poesie, con la giusta caption, rende meglio in foto e un fantasy bellico rende meglio in un video. Credo sia questo”.
V.G. – “È innegabile che, vista anche la giovane età degli utenti, i libri che circolano siano sempre quelli che i ragazzi sentono più vicini a loro. Inoltre l’algoritmo spinge nei ‘per te’ contenuti simili a quelli a cui si è messo like. Però, anche in questo caso, non è da sottovalutare l’importanza di avere una community solida che si fida dei gusti del creator. Sono molti i libri, fuori dalla ‘comfort zone fantasy’ che abbiamo proposto, da La bambina sputafuoco a Una vita come tante, e il riscontro è stato ottimo”.

valentina ghetti e megi bulla

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Un passo indietro: venite da due percorsi personali ovviamente diversi. Partiamo da Megi. Sei albanese, vivi in Trentino, sei un’ingegnera e lavori in un’azienda, e come hai raccontato a  N3rdcore.it qualche mese fa hai vissuto, “un’infanzia senza tv, videogiochi, internet e cellulare”, e hai sempre amato leggere. “Il mio papà è un ex-immigrato degli anni ’90 e insieme alla mia mamma sono partiti da zero e hanno fatto di tutto per permettersi di essere dove sono oggi. Ciò significava dover tagliare su tutte quelle spese non fondamentali, quindi anche i libri non scolastici. Vivevo in biblioteca e mi ero ripromessa che un giorno ne avrei avuta una tutta mia, anche se al tempo mi sarebbe bastato avere anche solo un volume tutto mio. Ero una bimba che sognava a occhi aperti (e lo sono ancora) che si diceva ‘tua figlia avrà tutti i libri che vorrà’. Ho sempre desiderato una figlia di nome Daphne e quando ho creato il profilo mi è venuto naturale chiamarlo La biblioteca di Daphne, perché alla fine sarà tutto suo”, hai raccontato. In che modo #BookTok ha cambiato e sta cambiando la tua vita?
“Non saprei nemmeno da dove cominciare. Il primo volume sfogliabile che ho potuto tenere tra le mani è stato l’album delle figurine di Doremi, e anche se non ho mai potuto aggiungerci le figurine, era la cosa a cui più tenevo al mondo. Oggi ricevo i libri in anteprima direttamente dalle case editrici. Se dicessi che sto vivendo un sogno, ci credereste? Non solo posso parlare della mia passione più grande e avere qualcuno con cui confrontarmi costantemente, ma a oggi è anche un lavoro, un qualcosa che mi consente di mantenermi. Lavoro anche in uno studio ingegneristico, ma a breve essere booktoker potrebbe diventare il mio unico impiego. E poi ci sono loro. Ogni singola persona che forma la community, composta di bibliotecari e bibliotecarie – come hanno preferito essere chiamati – di ogni età e provenienti da tutta Italia. Siamo un gruppo che dai numeri sembra enorme, ma a me appare così intimo e piccino. Mio. Mai avrei pensato di creare questo tipo di rapporto, nonostante fosse l’obiettivo fin dall’inizio”.

E veniamo a Valentina, conosciuta su TikTok con la pagina @book.addicted. Vieni da Brescia, in particolare da Capo di Ponte, e sei una docente di scuola media. Hai studiato lettere moderne ed editoria all’Università Cattolica, sognando da sempre di lavorare nel mondo dei libri. Un sogno che possiamo dire essere diventato realtà.
“Posso dire che entrambi i miei sogni si sono realizzati. Ho sempre amato leggere e speravo di poter entrare nel mondo dell’editoria, mi sono laureata in triennale con una tesi dedicata a Italo Calvino e ai pareri editoriali, mentre in magistrale ho portato un lavoro sui sessant’anni della casa editrice Marsilio. Dall’altra parte anche lavorare a scuola è sempre stato molto importante per me. Da ragazzina non ho avuto un rapporto idilliaco con docenti e compagni. Sono stata vittima di bullismo e, subito dopo essermi diplomata, mi sono detta che sarei diventata insegnante per non far vivere a nessuno quello che avevo passato io. In più, proprio alla fine del liceo, ho aperto un canale su YouTube per parlare di libri. È stato il mio atto di liberazione per tutto quello che avevo vissuto. Il canale non è mai decollato a differenza del profilo TikTok, che invece ha cambiato completamente la mia vita. Non solo da un punto di vista pratico, ma anche personale. Mi sento più sicura, la mia autostima è aumentata e la mia sindrome dell’impostore si è un po’ attenuata. Vedere che tante persone ti seguono e apprezzano il lavoro che fai è davvero motivante”.

BookTok è una realtà in continua evoluzione. Dalle live all’elenco dei libri letti durante il mese, passando per lo sfoggio di segnalibri colorati tra le pagine, gli intramontabili unboxing e le reaction di lettura. Quali sono i format, le challenge, i trend e i video che apprezzate di più, come creator ma anche come utenti di TikTok? C’è qualche nome, italiano o internazionale, che consigliate di seguire?
M.B. – “I format a cui sono più legata sono le live di lettura, pensate e modellate in modo che possano essere piacevoli sia per me sia per la community, e gli unboxiii. In generale si apprezzano molto i leggo e reagisco ogni 100 pagine, reagisco al finale, book-aesthetic, monthly tbr, monthly read e, ovviamente, le recensioni. I profili che apprezzo maggiormente sono @levv97, @timidalibreriadelriccio, @chiaraa019, @vale.elves, @ideserveabook, @chia.reads, @divoratricedilibri2.0 e @kaven_books”.
V.G. – “Su TikTok amo seguire principalmente una tendenza che proprio non sono capace di riprodurre: i cosplay. Mi piacerebbe tantissimo saper realizzare dei contenuti come quelli di Kayla (@courtofkayla), Lizzy (@bumblebeezus) e l’italiana Sara (@saraluna1997). Un’altra creator che amo è Kaven (@kavenbooks), un must per ogni amante di Sarah J. Maas. Rimanendo oltreoceano, devo nominare Randle (@reignofstars) una creator che per me è profetica, amiamo gli stessi libri e spesso mi passa dei titoli che secondo lei ‘potrebbero piacere in Italia’. Tra i creator italiani, oltre agli splendidi Marti @martilevv97 e Carmelo @timidalibreriadelriccio, sono una fan di Chiara (@chiareads), Francesca (@francescadececchi) e Serena (@ideserveabook)”.

Dalle sessioni di studio collettive alle “live di lettura”, che voi stesse promuovete settimanalmente (TikTok permette di attivare le “live” solo alle pagine che raggiungono un certo numero di follower, ndr), e in cui centinaia di utenti collegati in diretta leggono in silenzio ciascuno il proprio libro (a differenza dei bookclub), provando a non distrarsi (@labibliotecadidaphne offre anche la possibilità di ascoltare una playlist musicale in sottofondo, ndr), perché a vostro avviso nelle nuove generazioni è così sentito il bisogno di condividere, attraverso la mediazione di uno smartphone, un momento intimo come la lettura? A proposito, è vero che il successo di queste letture non è stato immediato?
M.B. – “Le live di lettura nascono l’11 aprile 2021. Avevo raggiunto da poco i 1000 follower e avevo iniziato immediatamente a fare le live. Le facevo ogni domenica dalle 14 alle 16. Era da qualche giorno che stavo pensando a come creare un momento di lettura condivisa, ma non sapevo bene come proporlo; durante la live di quella domenica avevo proposto alle 11 persone collegate di ritrovarsi alle 21 e provare questa esperienza. L’obiettivo era utilizzare il telefono per non usare il telefono: quante volte mi capitava di leggere un capitolo e poi distrarmi per ore sui social?! Quella sera leggemmo in 3 (io, una ragazza di nome Sara e una di nome Federica). Niente musica, quella arrivò più avanti. Eravamo in poche, ma a me era bastato per sentirmi bene. Decisi di proporlo a cadenza regolare. A oggi le live di lettura sono 5 alla settimana: 3 su TikTok, in cui in una Vale (Valentina Ghetti, ndr) è ospite fissa, e 2 su Twitch. Ci sono la musica, la poltrona gialla e il pigiama. È casa. Il lettore medio non è noto per le grandi capacità a socializzare. La pandemia non ha aiutato questi ragazzi. Molti avevano solo la scuola come unico contatto con i coetanei e altri si sentono etichettati come strani e ‘sfigati’ perché lettori. In live si sentono meno soli, meno strani, meno fuori dal mondo”.

valentina ghetti e megi bulla

Passiamo al vostro rapporto con le fan e i fan: è sempre idilliaco? E anche su TikTok non mancano le critiche e gli haters, soprattutto quando il seguito aumenta?
M.B. – “Ho un rapporto meraviglioso con la community – non apprezzo il termine fan o follower – e alla base di ogni nuovo format c’è sempre l’intenzione di fare qualcosa di gradito, non solo perché i numeri siano alti, ma per farli sentire bene. Gli haters ci sono e non sono pochi. Decido semplicemente di dedicare il mio tempo a coloro che sanno apprezzarlo, e laddove un commento negativo ha del potenziale (e che quindi può essere fonte di dibattito costruttivo) rispondo in maniera educata e pacata. Questo principalmente per dimostrare ai giovanissimi che si può rispondere anche senza alzare la voce”.
V.G. – “Forse sono una miracolata, ma devo ammettere che non ho mai ricevuto odio su TikTok. Forse perché la mia policy è bloccare chiunque cerchi di minare il clima di serenità che cerco di costruire sul profilo. Inoltre non è da sottovalutare il fatto di avere una community forte, che spesso risponde, o mi segnala problemi, prima di un mio qualsiasi intervento. Come ho raccontato, alle superiori ho subito per anni bullismo psicologico e, pur essendo convinta che i traumi non siano d’aiuto per crescere, quegli anni mi hanno insegnato a dare un diverso peso alle parole che mi vengono rivolte in base all’interlocutore”.

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Si parla spesso delle differenze tra Instagram e TikTok, in relazione alla divulgazione legata ai libri e più in generale. Da una parte a farla da padrone sono scatti curati, editati (e spesso sponsorizzati), dall’inquadratura all’illuminazione, mentre su #BookTok, almeno apparentemente, prevalgono immediatezza, naturalezza, e sembra si faccia meno caso all’estetica. Tra le peculiarità di TikTok, c’è poi il dato di fatto che è meno importante avere una pagina seguitissima, perché anche il video di un utente con pochi follower può diventare virale. Voi siete attive su entrambi i social. Riferendoci in particolare alla comunicazione legata alla passione per la lettura, come spiegate l’ascesa negli ultimi due anni di TikTok, che sembra aver superato Instagram? Dove vi trovate più a vostro agio? A proposito, c’è qualcosa di TikTok che cambiereste?
M.B. – “Preferisco di gran lunga TikTok. Ho sempre preferito girare ed editare video alla fotografia e mi diverte di più guardare i contenuti degli altri utenti quando sono in questo format. TikTok lavora ad algoritmo, che non solo tiene conto dei tuoi like, ma anche dei tempi di visualizzazione di un certo contenuto. Più metti like e guardi un video, più i ‘per te’ saranno ricchi di contenuti simili, creando un feed il più possibile tuo. Su Instagram invece la pagina principale sono i ‘seguiti’, quindi è più difficile incontrare utenti nuovi e scoprire contenuti nuovi. Ecco perché su TikTok anche il profilo con 10 follower può andare virale. Ovviamente avere una pagina molto seguita aiuta, ma tutto dipende dal video e non dalla persona. Di TikTok apprezzerei se l’algoritmo fosse più stabile. Ogni primo del mese si resetta e, come content creator, devi analizzare quali sono i trend del momento e cosa vuole vedere la gente, così da poter portare i contenuti giusti e usare gli hashtag migliori. È una maniera per garantire che l’utente si metta sempre in gioco”.
V.G. – “La convinzione che TikTok sia una piattaforma in cui i contenuti sono più rapidi da produrre è molto diffusa, ma vera solo apparentemente. È giusto dire che la qualità di un video a volte è indipendente dalla sua viralità, e ‘andare virali’ spesso significa guadagnare molti follower, ma questi follower non solo vanno mantenuti, ma vanno trasformati in community, e questo lo si riesce a fare solo producendo contenuti di qualità, pensando a cosa ama il pubblico, in primis. Per quanto riguarda Instagram, è forse la piattaforma social che conosco meno a livello tecnico, i miei follower IG provengono praticamente tutti da TikTok e quindi lì il mio approccio è completamente diverso. Il mio profilo da influencer su Instagram corrisponde al mio profilo privato, quindi mi limito a raccontare aspetti della mia vita personale dei quali non parlo molto su TikTok: dal lavoro, ai viaggi, fino al cibo, un’altra delle mie grandi passioni”.

Fino a solo un anno fa, nonostante giocasse già un ruolo importante, TikTok era da molti considerato ancora come un fenomeno di nicchia (e su cui comunque non sono mancate le polemiche, di vario tipo, come ricordiamo qui), e tra gli addetti ai lavori del mondo del libro non era così conosciuto. In pochi mesi le cose sono decisamente cambiate. Voi che avete seguito l’intero percorso da protagoniste, come immaginate il futuro di #BookTok? Resterà uno spazio all’insegna della passione, della spontaneità e della condivisione, o pensate che con l’arrivo degli “adulti”, delle case editrici, si corra il rischio di smarrire libertà, spontaneità e imprevedibilità?
M.B. – “Il rischio c’è, certo. Sta al content creator non perdere la spontaneità e mantenere credibilità nel profilo. TikTok è una piattaforma che ti permette di crescere velocemente, ma allo stesso modo è in grado di dimenticarti con la stessa rapidità. Non è una foto in cui puoi studiare la caption e le parole da dire. In video, se menti, si vede. Quindi, collaborazione o meno, il contenuto non deve mancare di trasparenza e passione. Ecco perché credo non ci sia molto da temere al riguardo”.
V.G. – “BookTok ha veramente un enorme potenziale, a parer mio, e spero che continui a essere un social adatto a creare un ambiente sereno. Personalmente farò di tutto per mantenere questo clima positivo puntando, come ho fatto finora, sulla spontaneità e sulla sincerità. TikTok è il primo social rivendicato e protetto da una generazione di ragazzi che non ha intenzione di sacrificare un centimetro del loro safe space o di farsi mettere i piedi in testa e sono orgogliosa di essere vicina a loro, sia come creator sia come insegnante”.

Grazie e arrivederci al Salone del libro di Torino.

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