“Temo che tornare a partecipare ora possa essere un gesto di arroganza, non solo verso gli altri, ma (poiché non ci si conosce mai fino in fondo) anche verso me stesso”. Nicola Lagioia ha scelto di non prendere parte alla corsa per il premio Strega 2021 con “La città dei vivi” (non è invece esclusa la possibilità di correre per il Campiello). A questo punto, a giocarsi la vittoria dovrebbero essere Teresa Ciabatti ed Emanuale Trevi. Tra le candidature già ufficiali, quelle di Lisa Ginzburg, Antonella Lattanzi, Mattia Insolia e Alessandro Gazoia. Per Einaudi dovrebbe esserci Donatella Di Pietrantonio, ma circola anche il nome dell’esordiente Paolo Milone. E si parla, tra gli altri, di Andrea Bajani (Feltrinelli) e Giosuè Calaciura (Sellerio) – I retroscena e gli aggiornamenti

Dopo le indiscrezioni delle scorse settimane, è tempo di prime candidature ufficiali al premio Strega.

Come abbiamo scritto, tra i nomi già circolati pronti a contendersi l’edizione 2021 di uno dei riconoscimenti più ambiti e discussi del panorama letterario italiano, c’era quello di un ex vincitore, Nicola Lagioia, con La città dei vivi, opera di cui molto si è parlato (e che è giunta seconda nella classifica di qualità dei libri del 2020 de La Lettura, l’inserto del Corriere della Sera).

L’attuale direttore del Salone del libro di Torino si era già imposto alla sua precedente partecipazione, nel 2015, con La ferocia.

Nicola Lagioia GettyEditorial

LE MOTIVAZIONI DI LAGIOIA

Via Facebook, però, stamattina l’autore barese ha comunicato la scelta di non competere, per quest’anno: “Nelle ultime settimane è capitato che su qualche giornale si parlasse della possibilità che La città dei vivi partecipasse al Premio Strega. La notizia è rimbalzata su carta e online. La settimana scorsa un’amica giornalista mi ha telefonato per chiedere cosa volessi fare, ho risposto ‘non mi sono ancora posto il problema’. Subito dopo, su un altro giornale, ho dovuto far cambiare l’intestazione a un’intervista dove si dava per certa la mia partecipazione. Infine un ‘amico della domenica’ mi ha chiesto se poteva candidarmi, così a quel punto ‘non mi sono posto il problema’ non valeva più come scusa. Ci ho pensato, l’ho ringraziato, ho risposto che non avrei partecipato“.

La motivazione che avrebbe portato il direttore del Salone a tirarsi fuori dai giochi è presto spiegata: “Temo che tornare a partecipare ora possa essere un gesto di arroganza, non solo verso gli altri, ma (poiché non ci si conosce mai fino in fondo) anche verso me stesso. Sono uno scrittore lento, pubblico un libro ogni cinque o sei anni, è un lavoro a cui dedico tutto me stesso, sono felice per ogni lettore in più che riesco a raggiungere. Però penso anche che fare ogni tanto un passo indietro potendone fare uno in avanti sia un buon insegnamento, un esercizio di misura e (a suo modo) una scommessa“.

La città dei vivi è un libro-inchiesta in cui Lagioia ha ricostruito un noto caso di cronaca nera, l’omicidio di Luca Varani, compiendo un’operazione letteraria che a molti ha ricordato A sangue freddo di Truman Capote. Che possa correre per il premio Campiello 2021?

LA SFIDA TRA CIABATTI E TREVI

Inevitabilmente, la sua presenza in gara l’avrebbe resa più equilibrara, riaprendo i giochi. Senza Lagioia la sfida per la vittoria sembra così essere tra Teresa Ciabatti, da poco tornata in libreria con Sembrava bellezza (Mondadori), la cui partecipazione, meglio precisarlo, non è stata ancora ufficializzata, ed Emanuele Trevi, autore di Due vite (Neri Pozza, che per l’occasione lo presenta in una nuova edizione, nella collana Bloom), già proposto da Francesco Piccolo, ex vincitore del premio a sua volta.

Sia Trevi sia Ciabatti (entrambe firme del Corriere della Sera) in passato sono già arrivati secondi al Ninfeo di Villa Giulia: Ciabatti nel 2017, con La più amata, e Trevi nel 2012 con Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie).

LA (PROBABILE) CANDIDATURA DI TERESA CIABATTI

Intervistata da ilLibraio.it sul suo nuovo romanzo, Ciabatti, a una domanda sulle voci legate a un suo possibile ritorno allo Strega, ha risposto: “Per ora non credo sia il caso di progettare nulla. In generale penso che sia fondamentale vedere la reazione dei lettori, il modo in cui accoglieranno il romanzo dopo l’uscita. Se piacerà bene, altrimenti pazienza. La carriera di uno scrittore è fatta anche di tanti tentativi falliti. Sicuramente per me è importante andare ai premi con un libro che possa parlare, che possa avere delle risposte, che possa lasciare una traccia. Bisogna partecipare con un libro che ha forza… anche perché, se non ha forza, perché togliere il posto a qualcuno? Esistono anche gli altri“.

Va considerato che la Mondadori non vince lo Strega ormai dal 2012 (quando si impose con Inseparabili: il fuoco amico dei ricordi di Alessandro Piperno): quest’anno, a quanto ci risulta, il marchio di punta di Segrate vuole tornare a trionfare, proprio con Teresa Ciabatti.

Rimanendo a Mondadori, e sempre a proposito di probabili ritorni allo Strega (non dimentichiamo che proprio lo scorso anno Sandro Veronesi ha rivinto al Ninfeo di Villa Giulia con il Colibrì, dopo essersi già imposto con Caos Calmo nel 2006), come abbiamo scritto è probabile anche quello di un altro ex vincitore (con Canale Mussolini): Antonio Pennacchi, che con La strada del mare (Mondadori) ha proseguito la saga della famiglia Peruzzi.

Restando sempre al gruppo Mondadori, ma spostandoci da Milano a Torino, in casa Einaudi dopo la rinuncia di Lagioia rimane in piedi la possibile candidatura di Donatella Di Pietrantonio, che dopo aver ottenuto nel 2017 il Campiello con L’Arminuta, è tornata con il seguito, Borgo sud.

In via Biancamano ci sarebbe però pure un’altra possibilità: L’arte di legare le persone, all’esordio con Paolo Milone.

Per chiudere con il gruppo Mondadori, guarda allo Strega la stessa Silvia Avallone, autrice per Rizzoli di Un’amicizia, che con il suo esordio del 2010 (Acciaio) vinse il Campiello Opera Prima (anche lei, tra l’altro, è una firma del Corsera).

LA CANDIDATURA DI EMANUELE TREVI

Venendo a Trevi, da anni apprezzato per i suoi testi ibridi, dal canto suo torna allo Strega con un bel libro sull’amicizia, che si pone tra biografia, memoir e romanzo di formazione, e che è dedicato a due scrittori, entrambi venuti a mancare, a cui l’autore era particolarmente legato: Pia Pera (1956-2016) e Rocco Carbone (1962-2008).

Al Corriere della Sera Trevi nei giorni scorsi ha spiegato: “Ci tengo a dire che trovo esaltante portare nel ‘giro grosso’ della narrativa una prosa mista come la mia, al di là del vincere o perdere… quello che mi piace dell’idea del premio è infilarsi in un meccanismo che produce durata. E questo della durata è un problema, anzi è ‘il problema’ mondiale della nostra civiltà letteraria: noi siamo in una cultura in cui tendiamo ad attribuire valore assoluto alla novità, tanto che oggi dura più un latticino di un libro (…). Il testo ha bisogno di un certo tempo, come ne ha bisogno un farmaco per rilasciare il medicinale. Io in realtà godo di un vantaggio, i miei libri si occupano di persone reali, di Amelia Rosselli e Cesare Garboli (Sogni e favole, Ponte alle Grazie, 2019), di Pier Paolo Pasolini (Qualcosa di scritto) o di Pia e Rocco qui, e hanno più durata (ad esempio, un ragazzo che studia Pasolini può riprendere il mio testo), ma la narrativa, con questa ‘mancanza di durata’, è soggetta a un meccanismo di dispersione estrema“.

LE ALTRE CANDIDATURE UFFICIALI

Per quanto riguarda il primo giro di candidature – che man mano vengono comunicate sui social dello Strega – troviamo diversi libri che ilLibraio.it ha già anticipato a inizio gennaio: Noi di Paolo Di Stefano (Bompiani), proposto da Luca Serianni; Questo giorno che incombe di Antonella Lattanzi (HarperCollins Italia Editore), proposto da Domenico Starnone; La notte si avvicina di Loredana Lipperini (Bompiani), proposto da Romana Petri; I divoratori di Stefano Sgambati (Libri Mondadori), proposto da Daria Bignardi; il già citato Due vite di Trevi (Neri Pozza), proposto da Francesco Piccolo.

A questi si aggiungono Madri gotiche di Patrizia Busacca (Linea edizioni), proposto da Giorgio Amitrano; Orgoglio e Sentimento di Benedetta Cosmi (Armando Editore), proposto da Antonio Nicola Augenti; Tredici lune di Alessandro Gazoia (nottetempo), proposto da Gaia Manzini; Cara pace di Lisa Ginzburg (Ponte alle Grazie), proposto da Nadia Terranova; Gli affamati di Mattia Insolia (Ponte alle Grazie), proposto da Fabio Geda; Biancaneve nel Novecento di Marilù Oliva (Solferino libri), proposto da Maria Grazie Cutrufelli; Il più grande criminale di Roma è stato amico mio di Aurelio Picca (Bompiani), proposto da Edoardo Nesi; Il medesimo mondo di Sabrina Ragucci (Bollati Boringhieri), proposto da Maria Teresa Carbone; Grande karma di Alessandro Raveggi (Bompiani), proposto da Giorgio Van Straten; Fiori di mango di Isabella Schiavone (Lastaria Edizioni), proposto da Giulia Ciarapica.

Tra le candidature che dovrebbero aggiungersi nei prossimi giorni, a quanto abbiamo appreso, troviamo per e/o quella di Chiara Mezzalama con Dopo la pioggia, per Giulio Perrone Editore, quella di Paolo Zardi, per 66thand2nd, quella di Alice Urciuolo, sceneggiatrice (Skam Italia) classe ’94 all’esordio nel romanzo (di formazione) con Adorazione, per Fandango, quella di Giulio Cavalli con Nuovissimo Testamento, e per Manni quella Fabio Guarnaccia, in uscita  con Mentre tutto cambia.

Staremo a vedere se sarà in gara anche Andrea Bajani, che per Feltrinelli ha appena pubblicato Il libro delle case (qui la nostra recensione, ndr), e vedremo quali scelte faranno Marsilio e la stessa La Nave di Teseo (qui le opzioni non mancano, da Ermanno Cavazzoni ad autrici come Francesca Serafini, Elena Loewenthal, Carmen Pellegrino e Laura Pariani).

Senza dimenticare la palermitana Sellerio, che non è certo un’assidua frequentatrice del premio romano, ma che potrebbe concorrere con l’ambizioso Io sono Gesù, nuovo romanzo di Giosuè Calaciura.

LE DATE DELL’EDIZIONE 2021

Nel frattempo sono state ufficializzate le date dell’edizione 2021 dello Strega: il 22 marzo verrà annunciata la “dozzina”, il 10 giugno è prevista la votazione della cinquina, mentre l’appuntamento per la serata finale è fissato per giovedì 8 luglio (si spera in presenza, nella tradizionale cornice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia).

Fotografia header: Teresa Ciabatti, foto di Chiara Pasqualini/MIP, ed Emanuele Trevi

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