Per chi ama la cosiddetta “Angst” che è capace di suscitare la letteratura (e che anche su TikTok ha conquistato molte lettrici e lettori), ecco una selezione di libri disturbanti che, da “Il racconto dell’ancella” a “It”, passando per “Trilogia della città di K.”, per “A sangue freddo” e molti altri romanzi perturbanti, ci mette in contatto con le nostre inquietudini, offrendoci l’opportunità di affrontarle e di maturare così nuove riflessioni…
“La vita si restringe o si espande in proporzione al nostro coraggio“, affermava la scrittrice francese Anaïs Nin (1903-1977). Un coraggio che, quando lo riusciamo a trovare dentro di noi, ci permette di gestire situazioni difficili, delicate o che ci incutono timore, proprio come accade quando ci troviamo di fronte a certi libri disturbanti.
Perché anche quando ci approcciamo a una nuova storia possiamo imbatterci in un’atmosfera oscura ma trovarla al tempo stesso affascinante, al punto da voler proseguire nella lettura immergendoci in un’esperienza densa di angoscia e di stupore.
Un filone, questo, che non a caso di recente ha spopolato anche su TikTok (nel #BookTok, la categoria #libridisturbanti supera quota 2 milioni di visualizzazioni), generando sensazioni controverse – fra l’attrazione e la repulsione – e portando a evidenziare con un trigger warning le tematiche che potrebbero creare più disagio a chi legge.
Per chi ama la cosiddetta Angst che è capace di suscitare la letteratura, ecco quindi una selezione di libri perturbanti – che non pretende di essere esaustiva e i cui titoli non sono posti in ordine di importanza – che da Il racconto dell’ancella a It, passando per Trilogia della città di K. e per A sangue freddo, ci mette in contatto con le nostre inquietudini, offrendoci l’opportunità di affrontarle e di maturare così nuove riflessioni…
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Il profumo
Cominciamo con Il profumo (TEA, traduzione di Giovanna Agabio), il longseller dello scrittore tedesco Patrick Süskind (che ha ispirato l’omonimo film): il protagonista è Jean-Baptiste Grenouille, che nasce nel luogo più mefitico della Parigi del Settecento, ovvero il Cimitero degli Innocenti. Orfano, brutto e apparentemente insensibile, ha una caratteristica inquietante: non emana alcun odore. Però è dotato di un olfatto unico al mondo, e il suo sogno è quello di dominare il cuore degli uomini creando un profumo capace di ingenerare l’amore in chiunque lo fiuti. E per realizzarlo è pronto a tutto…
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Il racconto dell’ancella
Ne Il racconto dell’ancella (Ponte alle Grazie, traduzione di Camillo Pennati) di Margaret Atwood, invece, romanzo cult che ha ispirato l’omonima serie tv di successo, sono mito, metafora e storia a fondersi per denunciare i regimi totalitari. Narrata da una donna di nome Offred, l’opera è infatti ambientata in un mondo monoteocratico fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che sono ancora in grado di procreare. Ma neanche lo Stato più repressivo riesce a schiacciare tutti i desideri, e da questo dipenderà la possibilità di una ribellione.
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Trilogia della città di K.
Anche la Trilogia della città di K. (Einaudi, traduzione di Armando Marchi, Virginia Ripa di Meana e Giovanni Bogliolo) di Ágota Kristóf (1935-2011) ritrae un’epoca che sembra produrre soltanto la deformazione del mondo, e ci costringe a interrogarci su responsabilità storiche ancora oscure. Un romanzo di formazione i cui protagonisti gemelli, Lucas e Klaus, nati in una nazione dell’Est Europa occupata dalle armate straniere, scelgono due destini diversi: Lucas resta in patria, Klaus fugge nel mondo cosiddetto libero. E, quando si ritrovano, devono affrontare un Paese di macerie morali.
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A sangue freddo
Proseguiamo questo percorso di lettura dedicato ai libri “disturbanti” con A sangue freddo (Garzanti, traduzione di Alberto Rollo) dell’autore americano Truman Capote (1924-1984), considerato da molti il libro che ha dato origine a un nuovo genere letterario, a metà fra il reportage giornalistico e la narrativa. È il 1959 quando a Holcomb, nel Kansas, avviene un brutale omicidio che Capote ricostruisce con l’amica e scrittrice Harper Lee (1926-2016), esplorando le circostanze di questo terribile crimine e l’effetto che ha avuto sulle persone coinvolte, per scavare nella natura più profonda della violenza americana.
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Follia
Con Follia (Adelphi, traduzione di Matteo Codignola) di Patrick McGrath, riscoperto a sua volta grazie a TikTok, siamo davanti a una grande storia di amore e morte, e sulla perversione di chi la osserva. Dall’interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra inizia infatti a esporre il caso clinico più perturbante della sua carriera: la passione tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra, ed Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio. Alla fine del libro ci si troverà a decidere se la “follia” che percorre il libro riguarda solo i protagonisti o anche l’occhio che ci parla di loro.
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It
E ci spostiamo adesso in una cittadina del Maine in cui si risveglia una creatura informe e mostruosa: è It (Sperling & Kupfer, traduzione di Tullio Dobner), che dà il nome all’omonimo romanzo di Stephen King (1947), autore considerato da decenni il Maestro dell’Horror e che con i suoi bestseller ha ispirato la trama di altrettanti film e serie tv di successo. Per sconfiggere It, tanti anni dopo, i ragazzini protagonisti dell’opera, ormai diventati adulti, dovranno allontanarsi dalla loro famiglia nella speranza di neutralizzarlo, affrontando le loro paure uniti da un’incrollabile amicizia.
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Una stanza piena di gente
Usa, anni ’70. Il ventiduenne Billy Milligan soffre di un gravissimo disturbo dissociativo dell’identità, per il quale nella sua mente “vivono” ben 23 personalità distinte che interagiscono tra loro, prendono di volta in volta il sopravvento e spingono Billy a comportarsi in maniera imprevedibile. È grazie alla sua collaborazione che Daniel Keyes (1927-2014) ha scritto Una stanza piena di gente (Editrice Nord, traduzione di I. C. Blum e N. Stabilini), un resoconto in presa diretta che ricostruisce la sua storia vera, permettendoci di entrare in quella stanza affollata che è la sua psiche.
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Seni e uova
In Seni e uova (Edizioni E/O, traduzione di Gianluca Coci), Mieko Kawakami racconta invece il viaggio di tre donne che affrontano costumi oppressivi e incertezze. Makiko va a Tōkyō per mettere delle protesi al seno a prezzi accessibili. È accompagnata da sua figlia Midoriko, incapace di accettare i cambiamenti del suo corpo di adolescente e sconvolta dal desiderio della madre. Dieci anni dopo Natsu, sorella minore di Mikiko, ritorna nella sua Ōsaka per diventare madre in una clinica specializzata, e si scontrerà con i pregiudizi e i problemi legati alla fecondazione assistita.
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Una vita come tante
In una New York fervida e sontuosa, Una vita come tante (Sellerio, traduzione di Luca Briasco) di Hanya Yanagihara ci racconta di quattro ragazzi che da sempre si sono rimasti vicini. Jude, avvocato brillante e riservato, è il loro centro di gravità. Per lui i ragazzi hanno una cura particolare, perché la sua vita oscilla tra il riscatto e l’autodistruzione. E così, intorno a Jude, al suo passato, alla sua lotta per conquistarsi un futuro, si plasmano campi di forze e tensioni, lealtà e tradimenti, sogni e disperazione. E la sua storia diventa una disamina della crudeltà umana e del potere dell’amicizia.
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Lapvona
Con Lapvona (Feltrinelli, traduzione di Silvia Rota Sperti) di Ottessa Moshfegh ci spostiamo nell’omonimo villaggio medievale, un luogo povero e timorato di Dio che viene perennemente prosciugato dei suoi averi dal signore feudale che vive in cima alla collina. Quando il piccolo Marek, il figlio maltrattato e delirante di un pecoraio che non ha mai conosciuto la madre, si avvicina per caso alla famiglia del Signore, nuove forze occulte sconvolgono il vecchio ordine. Ed entro la fine dell’anno il velo tra cecità e vista, vita e morte, mondo naturale e mondo degli spiriti si rivelerà molto sottile.
Il caos da cui veniamo
Bitty Lazarus ha 17 anni e non vuole e non riesce ad accettare la sua condizione in una società in cui il sesso è una maledizione per le donne: questo è il punto di partenza de Il caos da cui veniamo (Atlantide, traduzione di Lucia Olivieri) di Tiffany McDaniel, già conosciuta in Italia per L’estate che sciolse ogni cosa (Atlantide, traduzione di Lucia Olivieri). Negli anni la protagonista scoprirà il dolore, la sofferenza ma anche l’amore per una famiglia complessa, guidata da un uomo che non ha nulla, tranne il suo affetto per i figli, e da una donna segnata da un passato terrificante…
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La vegetariana
Concludiamo questa selezione di libri “disturbanti” con La vegetariana (Adelphi, traduzione di Milena Zemira Ciccimarra) di Han Kang, che esplora la conturbante bellezza delle rinunce estreme: “Ho fatto un sogno” dice infatti Yeong-hye, e da quel sogno di sangue e di boschi nasce il suo rifiuto di mangiare, cucinare e servire carne, che la famiglia accoglie con costernazione, fastidio e rabbia. È il primo stadio di un distacco in tre atti, un percorso di trascendenza distruttiva che rinuncia alle convenzioni e si allarga al desiderio, per abbracciare l’ideale di una dissoluzione nell’indifferenza vegetale.