Composti da (almeno…) cinquecento pagine, i “libri mattoni” (di ieri e di oggi) sono romanzi impegnativi e coinvolgenti, capaci di proporre trame complesse, personaggi affascinanti e ambientazioni intriganti. Da “Don Chisciotte” di Miguel de Cervantes e “Jane Eyre” di Charlotte Brontë a “Infinite Jest” di David Foster Wallace e “Patria” di Fernando Aramburu: sono numerosi i romanzi con tante pagine presenti nella letteratura classica e contemporanea. In questo articolo vi proponiamo un viaggio tra alcuni dei libri più lunghi (e famosi) di sempre, tra epoche, temi e generi differenti. Un’esperienza di lettura immersiva, difficile da dimenticare…
Pesanti, sì, ma solo nell’aspetto: i cosiddetti libri “mattoni” sono romanzi composti da molte pagine (almeno cinquecento) che, però, portano con sé storie indimenticabili e coinvolgenti.
Certo, i libri lunghi possono far paura per via della loro mole ma, una volta superato il timore iniziale, rivelano trame complesse, personaggi affascinanti, ambientazioni intriganti. Senza nulla togliere ai libri brevi, perfetti per essere letti tutti d’un fiato, leggere un “mattone” è un’esperienza unica (quasi d’altri tempi, in questi anni segnati dalle continue distrazioni, digitali e non, e dalla rapidità dei social): permette di abitare per un po’ di tempo dentro a un mondo diverso dal proprio, camminando al fianco del protagonista e dei personaggi che lo circondano.
Esistono “libri mattoni” di tutti i tipi: possono essere classici della letteratura, spesso noti ai posteri proprio per via della loro lunghezza (pensiamo al Don Chisciotte di Miguel de Cervantes o al titanico Guerra e pace di Lev Tolstoj), oppure ancora libri investigativi, romanzi di formazione e opere di fantascienza.
Il fantasy è sicuramente uno dei generi che più ha contribuito alla nascita di libri con tante pagine: pensiamo al romanzo cardine di questo genere, Il signore degli anelli di John R.R. Tolkien (pubblicato in originale nel 1954-55 e oggi edito da Bompiani, con la traduzione di Ottavio Fatica). Concepito dall’autore britannico come un’opera unitaria, il libro è stato poi suddiviso in tre volumi per rendere più agile la stampa e la lettura. Attraverso le mille (e più) pagine di Il signore degli anelli Tolkien non ha costruito solo una storia, ma un intero mondo, con le sue regole, i suoi miti, le sue tradizioni e le sue lingue.
Similmente, anche altre celebri saghe a tema fantastico, come Il Trono di Spade di George R. R. Martin, il Ciclo dell’Eredità di Christopher Paolini e il Ciclo di Dune di Frank Herbert, sono composte da volumi ricchi di dettagli e di eventi, e anche per questo provvisti di molte pagine.
Ma ci sono ancora numerosi altri libri “mattoni” nella storia della letteratura: consapevoli che la lista potrebbe essere ancora molto lunga, vi proponiamo un viaggio tra generi e ambientazioni differenti, alla scoperta di alcuni dei libri più lunghi (e famosi) di sempre, dalla letteratura classica fino ai classici contemporanei.
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Libri lunghi: i classici della letteratura
Tra i classici, sono numerosi i libri “mattoni”, romanzi sfaccettati e intensi che hanno segnato la storia della letteratura. Queste non sono sempre letture semplici – anche a causa della loro lunghezza – essendo opere che raccontano un mondo lontano e che trattano temi profondi e impegnativi.
Anche in ciò risiede la grande sfida del leggere “mattoni”: la consapevolezza di stare per intraprendere un viaggio lungo e intenso. Una sfida che negli anni è stata colta anche dalla booktuber e bookinfluencer Ilenia Zodiaco, @conamoreesquallore, che con il suo gruppo di lettura (da qualche anno in collaborazione con la Libreria Hoepli di Milano) ha affrontato, nell’ordine, una selezione di “mattoni” russi, francesi, inglesi e americani, per esplorare e analizzare alcuni dei grandi capolavori della letteratura di questi Paesi.
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Ed è giusto cominciare la nostra panoramica con il Don Chisciotte (1605) di Miguel de Cervantes, considerato il primo romanzo europeo in senso moderno. Un’opera di più di mille pagine che ripercorre le improbabili disavventure dell'(autoproclamato) cavaliere Don Chisciotte della Mancia e del suo fido scudiero, Sancio Panza.
Nell’Ottocento, secolo d’oro dei romanzi d’appendice (o feuilleton), pubblicati a puntate su riviste o giornali, fanno la loro comparsa alcuni dei più imponenti e intriganti “mattoni”, tra i quali ricordiamo: I tre moschettieri e Il conte di Montecristo (1844-1846) di Alexandre Dumas, I miserabili (1862) di Victor Hugo e, oltrepassando la Manica, David Copperfield (1849-1850) di Charles Dickens.
Parlando di libri con tante pagine possiamo menzionare anche Jane Eyre di Charlotte Brontë (1847), pubblicato originariamente sotto lo pseudonimo maschile di Currer Bell. Il romanzo, scritto in forma autobiografica, segue la crescita e l’evoluzione di uno dei personaggi più vividi e conosciuti di sempre, la protagonista Jane: brillante, intraprendente e appassionata.
Altri due titoli lunghi e impegnativi (al punto da poter essere inclusi tra i cosiddetti “libri impossibili“), sono Moby Dick (1851) di Herman Melville e Guerra e pace (1867) di Lev Tolstoj, due opere colossali difficili da sintetizzare in poche righe.
Da un lato un libro intessuto di simbolismi e mitologia, che segue il viaggio della baleniera Pequod, comandata dal capitano Achab, a caccia dell’inafferrabile balena bianca che dà il titolo all’opera. Dall’altro un gigantesco romanzo storico ambientato nella Russia dei primi decenni dell’Ottocento, tra gli avvenimenti delle guerre napoleoniche e le vicende di un gruppo di famiglie dell’alta società.
Restando nell’Ottocento, parliamo di Middlemarch (1871), lungo romanzo della scrittrice britannica Marie Anne Evans, conosciuta con lo pseudonimo di George Eliot. Ambientato a Middlemarch, cittadina di fantasia dell’Inghilterra centrale, il libro è, di fatto, come recita il sottotitolo, Uno studio di vita provinciale.
Scavalliamo il Novecento con una delle opere più famose di Thomas Mann, I Buddenbrook (1901), racconto di circa 700 pagine che tratta il lungo e tortuoso processo di decadenza di una famiglia dell’alta borghesia nel corso di più di quarant’anni.
Nei decenni successivi incontriamo altri due libri “mattoni” fondamentali per la genesi del romanzo contemporaneo: Alla ricerca del tempo perduto (1913-1927) di Marcel Proust e Ulisse di James Joyces (1922). Due opere che in modalità differenti scavano nel pensiero e nella psicologia umana, offrendo sempre nuove possibilità di riflessione.
“Mattoni” da leggere: romanzi contemporanei
Passiamo ora ai libri “mattoni” moderni: opere pubblicate dopo il 1950, accomunate dalla loro mole ma differenti per stili, generi e tematiche.
Infinite Jest
E cominciamo con uno dei mattoni per eccellenza: Infinite Jest (Einaudi, traduzione di Edoardo Nesi, Annalisa Villoresi, Grazia Giua), gigantesca creazione di David Foster Wallace pubblicata nel 1996. Ambientato in un mondo in cui la pubblicità e l’intrattenimento hanno occupato ogni spazio, Infinite Jest è un romanzo sperimentale, labirintico, enciclopedico, che richiede al lettore di districarsi attraverso differenti livelli di narrazione.
Composto da 1284 pagine e da 388 note (spesso suddivise in ulteriori sotto-note), il romanzo di Wallace apre uno spiraglio su un universo parallelo, su un futuro non troppo lontano, animato da innumerevoli personaggi e da altrettanti temi. In breve, le vicende ruotano attorno alla cartuccia smarrita di un film intitolato proprio Infinite Jest, la cui visione è in grado di lasciare lo spettatore in stato catatonico, facendogli desiderare solo di continuare a guardare.
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Il cardellino
Tra i libri contemporanei più lunghi (e affascinanti) citiamo anche Il cardellino di Donna Tartt (2013, Rizzoli, traduzione di Mirko Zilahi De’Gyurgyokai), vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa nel 2014 e adattato a film nel 2019. Imponente romanzo di formazione di circa novecento pagine, il libro racconta la storia di Theo Decker, sopravvissuto all’esplosione di una bomba all’interno del Metropolitan Museum, che lo rende orfano a soli tredici anni. Fuggendo dal museo distrutto, confuso e terrorizzato, Theo porta con sé un piccolo quadro, Il cardellino di Carel Fabritius. Nel corso della sua caduta in un abisso di autodistruzione e criminalità, il dipinto rimarrà una costante nella vita di Theo, un tesoro da proteggere a ogni costo.
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4 3 2 1
4 vite, uno stesso personaggio: questo il presupposto del colossale 4 3 2 1 (2017, Einaudi, traduzione di Cristiana Mennella) di Paul Auster, scrittore statunitense recentemente scomparso. Il protagonista, infatti, è uno solo – Archibald Ferguson, nato a New York nel 1947, figlio della coppia di ebrei di seconda generazione Stanley e Rose. Ma all’interno del romanzo Auster descrive quattro possibili percorsi di vita per il suo personaggio: per ognuna variano amicizie, eventi, passioni, traumi, amori. Come sarebbero cambiate le nostre vite se avessimo intrapreso scelte differenti? La narrazione prosegue su quattro livelli, che simultaneamente seguono la crescita di ogni “Archie”. Sta al lettore scegliere se leggere contemporaneamente le quattro versioni, capitolo per capitolo, o se dedicarsi alle singole storie separatamente.
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Patria
Pubblicato nel 2016, Patria di Fernando Aramburu (Guanda, traduzione di Bruno Arpaia) narra la storia di due famiglie, quelle di Joxian e del Txato, cresciute nello stesso paesino dei Paesi Baschi e legate da una forte amicizia. Le loro strade sono divise dall’attentato che uccide il Txato, deciso a non piegarsi alle richieste dell’ETA, gruppo armato per l’indipendenza del popolo basco. Le due famiglie si trovano così ai lati opposti della barricata: da un lato la moglie del Txato, Bittori, decisa dopo anni a scoprire la verità sul suo omicidio; dall’altro la famiglia di Joxian – gli amici di una vita, ma probabilmente genitori, fratelli e sorelle di un assassino. Un lungo romanzo – premiato da pubblico e critica anche in Italia – che descrive le profonde ferite che attraversano una comunità.
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It
Tra i libri “mattoni” non va sicuramente dimenticato il celebre It di Stephen King (Sperling & Kupfer, traduzione di Tullio Dobner), caposaldo del genere horror pubblicato nel 1986. Ambientato nell’immaginaria città di Derry, nel Maine, il romanzo è composto da 1216 pagine ed è stato trasposto sullo schermo attraverso una miniserie televisiva (nel 1990) e due trasposizioni cinematografiche (rispettivamente nel 2017 e nel 2019). La narrazione è divisa su due periodi (dal 1957 al 1960 e dal 1984 al 1985) e i protagonisti sono sette amici, prima bambini e poi adulti, uniti nella lotta contro una spaventosa creatura mutaforma. Il suo aspetto abituale è quello del terrificante clown Pennywise, e il suo potere è quello di manipolare, oltre alla sua apparenza, anche la realtà esterna, ingannando e uccidendo le sue giovani vittime.
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Shantaram
Tra i libri “mattoni” consigliati c’è senza dubbio Shantaram (Neri Pozza, traduzione di Vincenzo Mingiardi), imponente romanzo ispirato alla vita dell’autore australiano Gregory David Roberts. Caduto nella tossicodipendenza e nella strada del crimine, nel 1978 Greg viene condannato al carcere per rapina, riuscendo però a evadere e a fuggire in India. Il libro si concentra soprattutto sul suo periodo di latitanza a Bombay, in cui il protagonista tenta di costruire una clinica medica gratuita per gli abitanti degli slum indiani. Tra povertà, violenza e crimine, Greg cerca con difficoltà di realizzare una vita migliore, provando a sfuggire al rimorso e alle sue fragilità.
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La cattedrale del mare
Spostiamoci nella Barcellona del XIV secolo con il bestseller La cattedrale del mare (2006, Longanesi, traduzione di Roberta Bovaia) di Ildefonso Falcones. Il romanzo (da cui nel 2018 è stata tratta una serie tv omonima) descrive la vita di Arnau, figlio di un servo della gleba fuggiasco, nel corso di più di 600 pagine. All’ombra della cattedrale di Santa Maria del Màr, in una Barcellona irrequieta e scossa dalla minaccia dell’Inquisizione, Arnau realizza una difficile ma fruttuosa scalata sociale, lottando contro la povertà, i pregiudizi e i tradimenti.
I pilastri della terra
Pubblicato nel 1989, I pilastri della terra di Ken Follett (Mondadori, traduzione di Roberta Rambelli) è un mystery ambientato nell’Inghilterra del XII secolo, anche in questo caso nel corso della costruzione di una grande cattedrale gotica. Questo lungo romanzo ha definitivamente sancito la fama di Ken Follett, che negli anni, tra molte altre pubblicazioni, ha realizzato tre sequel e un prequel de I pilastri della Terra, formando così la “serie di Kingsbridge”, dal nome della cittadina immaginaria che fa da ambientazione alle storie. All’interno del romanzo (di cui nel 2010 è stato realizzato un adattamento televisivo) Follett mischia il thriller a una storia d’amore e, ovviamente, a una precisa e ampia rievocazione storica che ha per protagonisti mercanti, monaci, aristocratici e fanciulle misteriose.
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1Q84
Il colossale 1Q84 (Einaudi, traduzione di Giorgio Amitrano) di Murakami Haruki è stato pubblicato in Giappone in tre volumi tra il 2009 e il 2010 (e in Italia a partire dal 2011, suddiviso in due volumi). Di fatto, però, si tratta di un’unica, grande opera che fa esplicito riferimento a 1984 di George Orwell. Ambientato nella Tokyo del 1984, il romanzo presenta Aomame, spietata e fragile assassina, decisa a vendicare tutte le donne che hanno subito violenza. Come spesso accade nelle opere dell’autore giapponese, però, la sua storia scorre parallela a quella di Tengo, ghostwriter con il compito di riscrivere un libro inquietante e profetico. Aomame e Tengo sembrano destinati a incontrarsi, ma quando Aomame vede sorgere in cielo una seconda luna, capisce che la barriera che separa il 1984 dal 1Q84 sta per spezzarsi…
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Una vita come tante
Passiamo ora a tutt’altro genere con Una vita come tante (Sellerio, traduzione di Luca Briasco) della scrittrice statunitense Hanya Yanagihara: un’opera drammatica, brutale e commuovente che affronta il tema dell’amore e dell’amicizia nel XXI secolo. Il libro – di cui si è molto parlato negli ultimi anni, anche su #BookTok, segue la storia di un gruppo di quattro amici da poco arrivati a New York, approfondendo in particolare la figura di Jade, giovane brillante e sensibile, tormentato dai demoni del suo tragico passato.
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Angeli e demoni
Tra i più celebri libri lunghi ricordiamo anche Angeli e demoni (Mondadori, traduzione di Annamaria Biavasco e Valentina Guani) di Dan Brown. Pubblicato in edizione originale nel 2000 e arrivato in Italia nel 2004, il romanzo fa conoscere per la prima volta ai lettori e alle lettrici il personaggio di Robert Langdon, professore di storia dell’arte all’Università di Harvard, interpretato da Tom Hanks nelle note trasposizioni cinematografiche. In questo thriller, Dan Brown indaga il mistero che circonda gli Illuminati, antica setta di scienziati perseguitata dalla Chiesa cattolica: la loro storia si lega, in qualche modo, al brutale assassinio di un professore del CERN, a cui è stata sottratta un’arma sperimentale. Toccherà a Langdon svelare il complotto che si cela dietro all’omicidio.
Il quinto giorno
Il quinto giorno (Nord, traduzione di Sergio Vicini) di Frank Schätzing deve il suo nome al giorno in cui Dio, nella Genesi, crea le creature marine. È proprio il mare, infatti, a rivelarsi centrale in questo romanzo, pubblicato nel 2004: le balene iniziano ad attaccare le navi, strani vermi marini ricoprono la piattaforma continentale e banchi di pesci si rivoltano contro le barche di pescatori. Gli esseri umani devono fare i conti con una crisi improvvisa e misteriosa, proveniente dalle profondità dell’oceano: attraverso le storie di alcuni di loro – scienziati, pescatori, biologi, militari – Frank Schätzing mostra la lotta titanica dell’uomo per sopravvivere all’attacco.
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Eccomi
Proseguendo con i libri “mattoni” degli ultimi anni, Eccomi di Jonathan Safran Foer (2016, Guanda, traduzione di Irene Abigail Piccinini) possiede più di 650 pagine e racconta la storia di una famiglia in crisi. Già autore dei bestseller Ogni cosa è illuminata (2002, Guanda, traduzione di Massimo Bocchiola), Molto forte, incredibilmente vicino (2005, Guanda, traduzione di Massimo Bocchiola) e del saggio Possiamo salvare il mondo, prima di cena (2019, Guanda, traduzione di Irene Abigail Piccinini), Jonathan Safran Foer porta il lettore all’interno di complesse dinamiche famigliari, tra imprevisti, tradimenti, frustrazioni e tentativi di ribellione. A Washington, la famiglia di Jacob e Julia riceve la visita di alcuni cugini provenienti da Israele, che porteranno con sé una lunga serie di interrogativi senza risposta.
2666
Concludiamo la nostra panoramica sui libri lunghi con 2666, l’ultimo romanzo dello scrittore cileno di culto Roberto Bolaño (Adelphi, traduzione di Ilide Carmignani), scomparso nel 2003. L’opera, composta da cinque parti sostanzialmente indipendenti, è stata a lungo al centro di un dibattito sulle modalità di pubblicazione, per decidere se presentarla attraverso un unico volume oppure con cinque romanzi distinti. Oggi Adelphi presenta l’opera di Bolaño in un unico testo di più di 950 pagine, ambientato tra Messico, Europa e Stati Uniti, ma anche tra realtà e irrealtà. La ricerca di uno sfuggente scrittore tedesco e una serie di omicidi femminili sono l’occasione per Bolaño di indagare i temi del Male e della morte.
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