Cosa si intende per “romanzo epistolare”? Quali caratteristiche ha, in che epoca si è sviluppato e come si intitolano le opere più famose appartenenti a questo genere letterario? Un approfondimento che passa in rassegna una selezione di testi grazie a cui è diventato particolarmente celebre, a partire dal Settecento e fino ad arrivare ai nostri giorni

Con la definizione di romanzo epistolare ci riferiamo alle opere caratterizzate, in gran parte o nella loro totalità, dalla forma testuale della lettera. Il loro nome viene infatti dal sostantivo latino epistola, e si tratta di testi in cui viene raccontata una storia attraverso le parole di uno o più personaggi direttamente coinvolti nella vicenda.

Caratteristiche del romanzo epistolare

Alcune caratteristiche del romanzo epistolare possono essere riscontrare in molti libri appartenenti a questa categoria. Cominciamo dalla più intuitiva, ovvero dal fatto che l’opera sia scritta in prima persona, dal momento che gli avvenimenti vengono riportati dallo stesso protagonista. Di conseguenza, il romanzo epistolare permette di approfondire con facilità e con grande precisione la psicologia dei personaggi, mantenendo i loro pensieri, le loro azioni e i loro stati d’animo sempre al centro dell’attenzione.

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Il tono e il registro della narrazione dipendono invece dall’età, dall’estrazione sociale e dal carattere di chi impugna la penna: l’effetto di un romanzo epistolare può quindi essere molto diverso se a parlare è un ragazzino, un anziano, un intellettuale o una governante. Ecco perché un romanzo epistolare può contemporaneamente appartenere anche ad altri generi, come a quello storico, giallo, d’amore, d’avventura o perfino a quello di formazione.

Un’altra delle caratteristiche del romanzo epistolare consiste nella sua natura potenzialmente polifonica: se, infatti, è vero che esistono dei testi in cui a esporsi è solo un personaggio, di cui magari vengono ritrovate o raccolte le lettere (poi possibilmente commentate da un curatore reale o di finzione), ce ne sono tanti altri che, al contrario, si basano sullo scambio alternato di punti di vista tra due o più protagonisti, pronti a restituirci uno spaccato sfaccettato dell’epoca in cui vivono.

In ultimo va ricordato che un romanzo epistolare, per essere tale, deve essere composto del tutto (o in gran parte) da lettere. Non basta dunque che nel testo ne appaia una di tanto in tanto: deve essere l’intero discorso a svilupparsi tramite epistole, anche se talvolta può essere intervallato da altre forme di scrittura (come accade per esempio in Cuore di Edmondo De Amicis, romanzo epistolare per ragazzi in cui troviamo pure molte pagine di diario).

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Quando è nato il romanzo epistolare?

Le origini del romanzo epistolare affondano le loro radici in tempi ormai lontanissimi, grazie alla grande versatilità della lettera e alla possibilità di un suo utilizzo nei più diversi contesti culturali. Già nel I secolo d.C. possiamo non a caso individuare ne Le Eroidi (Garzanti, traduzione di Emanuela Salvadori) del poeta romano Publio Ovidio Nasone (43 a.C.-17 o 18) una prima testimonianza di romanzo epistolare ante litteram.

Copertina della raccolta epistolare Eroidi di Ovidio

Si trattava infatti di una raccolta di 21 lettere non in prosa, bensì in distici elegiaci, che idealmente erano state indirizzate da altrettante figure femminili all’oggetto del loro amore (corrisposto o meno): Penelope si rivolgeva a Ulisse, Fillide a Demofonte, Briseide ad Achille, Fedra a Ippolito, Enone a Paride, Ipsipile a Giasone, Ermione a Oreste, Deianira a Ercole, Arianna a Teseo, Canace a Macareo, Medea a Giasone, Laodamia a Protesilao e infine Ipermnestra a Linceo, in un mosaico capace di tracciare un ritratto collettivo dell’universo femminile, scandagliato fin negli anfratti più oscuri dell’animo umano.

Chi ha scritto il primo romanzo epistolare?

Se invece vogliamo risalire ai primi romanzi epistolari moderni, dobbiamo spostarci nell’Europa del 1500, secolo durante il quale proliferò la tendenza a pubblicare delle raccolte epistolari che non erano ancora delle opere narrative propriamente dette, ma che spianarono la strada al fiorire di questo genere letterario in un secondo momento.

Fra le più famose annoveriamo i sei libri di Lettere in volgare di Pietro Aretino (1492-1556), le Lettere di diversi nobilissimi huomini et eccellentissimi ingegni di Paolo Manuzio (1512-1574), figlio dell’editore e umanista Aldo Manuzio, e lo scambio di lettere fra Madame de Sévigné (1626-1696) e sua figlia.

Dopodiché, il passo successivo venne compiuto da Alvisio Pasqualigo (1536-1576), che con il suo Delle lettere amorose di due nobilissimi intelletti firmò il primo prototipo di romanzo epistolare, poi ripreso, ampliato e portato a compimento rispettivamente da Gabriel-Joseph de la Vergne (1628-1685), conte di Guilleragues e autore del libro Lettere di una monaca portoghese, e da Edme Boursault (1638-1701), a cui si devono le Lettere di Babet.

Due scambi amorosi struggenti e di grande risonanza, che segnarono l’inizio di una tradizione narrativa ancora in voga, sebbene oggi in misura forse minore rispetto ai secoli scorsi, e che ci ha regalato pagine indimenticabili della letteratura mondiale, con vari esempi di romanzi epistolari trasformati in film di altrettanto successo.

Esempi celebri di romanzo epistolare

Nella selezione che segue, abbiamo scelto di inserire alcuni romanzi epistolari che per via del loro spessore in termini di stile, temi e contenuti appartengono ormai al canone letterario occidentale, a partire dal romanzo epistolare del ‘700 fino ad arrivare a quello di fine ‘900.

Molte sono infatti le opere che si sono distinte anche nel corso del XX secolo e che tuttora proliferano in libreria, così come sappiamo che decine di altri titoli esemplari si potrebbero riportare tanto del romanzo epistolare francese quanto del romanzo epistolare inglese, al di là di quelli che andremo a segnalarvi.

Il decalogo che troverete, pertanto, non ha la pretesa di essere esaustivo, è strutturato rigorosamente secondo l’ordine cronologico di uscita dei testi citati e non mira a rintracciare i migliori romanzi epistolari della storia, ma solo a suggerire alcuni spunti di lettura da cui cominciare, per poi naturalmente lasciare spazio a ogni possibile approfondimento, divagazione e collegamento diretto o indiretto…

Lettere persiane di Montesquieu

Copertina del libro Lettere Persiane di Montesquieu, trattato filosofico in forma di romanzo epistolare

Partiamo con le Lettere persiane (Garzanti, traduzione di Lanfranco Binni) di Montesquieu (1689-1755), un trattatello filosofico camuffato da romanzo epistolare che l’autore utilizza per denunciare l’attualità politica. Sfruttando la corrispondenza dei viaggiatori persiani Usbek e Rica con i loro compatrioti, infatti, Montesquieu imbastisce una storia a doppio binario: quella degli episodi orientaleggianti di Isfahan e quella delle drammatiche vicende che si svolgono invece nella “civilissima Francia”, l’una metafora dell’altra, ed entrambe utili a raccontare sotto mentite spoglie le dinamiche più o meno esplicite del dispotismo europeo.

Pamela di Samuel Richardson

Copertina di Pamela, romanzo epistolare inglese scritto da Samuel Richardson

In Pamela (Mondadori, traduzione di Masolino D’Amico) di Samuel Richardson (1689-1761), fulcro del romanzo epistolare è invece la vita di una cameriera sedicenne che non cede alle avances del suo padrone, del quale comunque è innamorata e che infine persuade a diventare suo marito. Una storia inedita e conturbante, che vedeva una giovane donna proveniente da una famiglia disagiata lottare strenuamente per rivendicare la parità dei sessi in un contesto di etica sessuale, e che ancora oggi non smette di destare interesse per la sua suspense, per la sua dettagliata descrizione della vita di ogni giorno e per una fine analisi psicologica.

Giulia o la nuova Eloisa di Jean-Jacques Rousseau

Copertina del romanzo epistolare Giulia o la nuova Eloisa di Jean Jacques-Rousseau

Giulia d’Etange è la sola figlia di una famiglia nobiliare, che tuttavia si è innamorata dell’animo nobile del suo precettore, Saint Preux, sfortunatamente di una condizione meno privilegiata della sua. A partire da questi iconici personaggi, Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) intesse con Giulia o la nuova Eloisa (BUR, traduzione di Piero Bianconi) un romanzo epistolare filosofico permeato da uno straziante dilemma amletico: bisognerebbe cedere alla passione amorosa, che da sempre è espressione della natura dell’uomo e ne costituisce un diritto, oppure sarebbe più indicato considerare le convenzioni sociali e rifarsi a loro per vivere secondo rettitudine?

I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang von Goethe

Copertina del romanzo epistolare I dolori del giovane Werther di Goethe

Romanzo epistolare d’amore, o piuttosto del desiderio d’amore, I dolori del giovane Werther (Garzanti, traduzione di Aldo Busi) di Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) si concentra invece sulla tragica passione del protagonista per l’affascinante Lotte, già promessa sposa a un altro. L’opera scava così in un animo tormentato, esercitando un grande ascendente sull’opinione pubblica grazie al suo lirismo, alla sua matrice romantica, a quell’angoscia di assoluto da cui prende piede e al senso di natura di cui è intrisa – forte al punto da influenzare la generazione dello Sturm und Drang, la quale ben presto fa del Werther il suo manifesto.

Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos

Copertina del libro Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos, esempio di romanzo epistolare francese

Niente viene poi lasciato al caso ne Le relazioni pericolose (Garzanti, traduzione di Maurizio Cucchi) di Choderlos de Laclos (1741-1803), romanzo epistolare che si sviluppa seguendo gli intrighi messi a punto dal libertino visconte di Valmont e dalla sua ex amante, la marchesa di Merteuil. Schietto e amaro, il testo si presta a un crescendo drammatico in cui si svelano le più profonde perversioni a cui possono spingersi uomini e donne, costituendo oltretutto l’antecedente della “scienza del male” poi espressa dal marchese de Sade e lanciando i propri strali contro la nobiltà cortigiana, ritenuta crudele e dissoluta in ogni sua azione.

Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo

Copertina del romanzo Ultime lettere di Jacopo Ortis, romanzo epistolare di Ugo Foscolo

Ultime lettere di Jacopo Ortis (Garzanti), romanzo epistolare di Ugo Foscolo (1778-1827), segue invece le vicissitudini dell’omonimo fuggiasco, che si allontana da Venezia dopo la caduta della Serenissima: un profugo senza meta in un’Italia schiacciata dallo straniero, le cui vicissitudini rispecchiano in parte la vita dell’autore. Opera modello del Romanticismo italiano per via del suo tono passionale, Ultime lettere di Jacopo Ortis descrive infatti il rapporto conflittuale fra l’individuo e la società, menzionando anche l’esilio che riguardò Foscolo in prima persona, il suo sentimentalismo e la sua volontà di creare un mito a partire dalla sua vita.

Frankenstein di Mary Shelley

Copertina di Frankenstein di Mary Shelley, romanzo epistolare inglese

Mary Shelley (1797-1851) scrive invece il suo romanzo epistolare dopo una tempesta, in un anno praticamente senza estate nel quale ha solo 19 anni. La storia è quella del più famoso “uomo artificiale” della letteratura, un mostro creato da un uomo che voleva ergersi a dio e replicare la vita: Frankenstein (Garzanti, traduzione di Maria Paola Saci e di Fabio Troncarelli), “sostituisce però al prodigio la chimica e il galvanismo“, non mancando per di più di farci riflettere sui rischi della scienza, sul nostro timore del diverso, sulla natura umana buona per natura e sul mistero che da sempre avvolge la nostra vita e il nostro bisogno di bellezza.

Povera gente di Fëdor Michajlovič Dostoevskij

Copertina di Povera gente, romanzo epistolare con cui esordì Fedor Dostoevskij

Povera gente (Feltrinelli, traduzione di Serena Prina) di Fëdor Michajlovič Dostoevskij (1821-1881) è dal canto suo un romanzo epistolare in cui a comunicare per sei mesi tramite lettera sono un umile funzionario ormai adulto e una graziosa fanciulla, rimasta senza famiglia e senza protezione: sono loro la povera gente della metropoli di Pietroburgo, costretti a vivere senza grandi speranze mentre vengono circondati da insulti e umiliazioni. Oltre a dare prova di un forte realismo sociale, Dostoevskij già in questa sua prima opera sperimenta fra l’altro quelle tecniche di scrittura con cui cambierà profondamente la narrativa del XIX secolo.

La signora di Wildfell Hall di Anne Brontë

Copertina del libro La signora di Wildfell Hall di Anne Brontë

Nel 1848, la più giovane delle sorelle Brontë, Anne Brontë (1820-1849), dà alle stampe un romanzo scandaloso al di là delle intenzioni, ovvero La signora di Wildfell Hall (BEAT, traduzione di Alessandra Sarchi). Qui racconta, infatti, la storia di una donna che si è installata da poco in una decrepita e isolata residenza inglese, vivendo solo con un bambino e un’anziana domestica. Un personaggio che perde mai il rispetto di sé e lotta per la propria indipendenza con fede, intelligenza e coraggio, fino a violare le convenzioni sociali e persino la legge inglese, in spregio alla morale vittoriana dell’epoca e configurandosi come una figura femminista ante litteram.

Lady Susan di Jane Austen

Copertina di un libro di opere di Jane Austen, contenente anche il romanzo epistolare Lady Susan

La provincia inglese, i pettegolezzi dei salotti, le rigide norme e convenzioni della piccola borghesia: in Lady Susan (Newton Compton, traduzione di Daniela Paladini) gli elementi per riconoscere l’universo di Jane Austen (1775-1817) ci sono tutti. Il personaggio principale di questo frizzante romanzo epistolare è infatti una donna risoluta e brillante, che senza farsi scrupoli ama prendersi gioco dei sentimenti degli uomini. La trama si sviluppa così a suon di lettere, quasi come nelle scene di un testo teatrale, e rappresenta l’unico caso nella produzione dell’autrice in cui la protagonista è una donna ormai adulta.

Storia di una capinera di Giovanni Verga

Copertina del romanzo epistolare Storia di una capinera di Giovanni Verga

Storia di una capinera (Newton Compton), romanzo epistolare pubblicato da Giovanni Verga (1840-1922) nel 1869, prende le mosse da un’esperienza autobiografica risalente alla giovinezza dell’autore, e raccoglie le lettere scritte all’amica Marianna da una giovane siciliana di nome Maria. Obbligata a vivere in convento dal padre, pur non avendo nessuna vocazione, la ragazza si reca in campagna con i familiari per un breve periodo e, mentre è sul posto, condivide con la sua confidente i propri turbamenti, mentre per la prima volta si scopre suo malgrado innamorata. Il suo sentimento viene però ostacolato da tutti, e non può che portarla a una fine infelice.

Dracula di Bram Stoker

Copertina di Dracula di Bram Stoker, romanzo epistolare dell'Ottocento

Segnato da un costante successo internazionale, come testimoniano le sue tante trasposizioni cinematografiche, Dracula (Newton Compton, traduzione di Paola Faini) di Bram Stoker (1847-1912) è invece un romanzo epistolare gotico dall’atmosfera spettrale e a tratti erotica. Il Conte protagonista appartiene infatti a quella categoria di personaggi che segnano per sempre l’immaginario collettivo e che ci costringono a confrontarci, come scriveva Thomas Wolf, “con misteri primordiali: la morte, il sangue, l’amore e i loro reciproci legami”, facendoci comprendere fino a che punto la natura di un vampiro possa assomigliare a quella umana

Il colore viola di Alice Walker

Il colore viola (SUR, traduzione di Andreina Lombardi Bom) di Alice Walker ( ) è un romanzo epistolare fresco e ricco di inventiva, che al suo primo apparire, nel 1982, ha conquistato il pubblico e la critica per il candore con cui affrontava temi universali come il razzismo, la violenza di genere e la sessualità femminile, vincendo l’anno successivo il Premio Pulitzer e ispirando uno dei film più amati di Steven Spielberg. Racconta la storia di due sorelle, Celie e Nettie, in fuga da un padre violento e da un passato di abusi, che a seguito di sparizioni e incontri fortuiti porteranno Celie a riannodare i propri legami di sangue attraverso gli anni e i continenti…

Si sta facendo sempre più tardi di Antonio Tabucchi

Ora con tenerezza e ora con sensualità, nostalgia, rancore, ferocia o delirio, in Si sta facendo sempre più tardi (Feltrinelli) di Antonio Tabucchi (1943-2012), diciassette personaggi maschili scrivono diciassette lettere ad altrettante figure femminili, tessendo i fili di una trama fatta di cerchi concentrici che paiono allargarsi nel nulla. A loro risponde infine, raccogliendo le diverse vicende in un romanzo epistolare polifonico, una voce femminile distante, implacabile e allo stesso tempo colma di pena nei loro confronti. Ne viene fuori un percorso tra le passioni umane in cui l’amore diventa un punto di fuga che conduce verso le zone più remote del nostro animo.

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