Una selezione particolare (no, non un’altra lista dei “migliori libri dell’anno”), con alcuni libri del 2025 (caldamente) consigliati dalla redazione e dalle collaboratrici e dai collaboratori del nostro sito. Libri che ci hanno colpito, sorpreso o emozionato. Non un elenco di titoli “imperdibili” dell’annata, ma un percorso di lettura sentimentale…

Un articolo atteso, e non semplice, quello dedicato ai libri consigliati del 2025: sì perché non è facile, per più ragioni, provare a rispondere a domande come: quali sono i “migliori” nuovi titoli dell’annata?, quali i romanzi (di generi narrativi molto diversi tra loro), i saggi, le raccolte di poesie e racconti del 2025 “da non perdere”, da regalare o regalarsi?, quali le “ultime uscite” che “resteranno”, resistendo al tempo?

Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, dagli Usa all’Europa tendono come sempre a moltiplicarsi le classifiche di lettura, le liste dei “più libri più importanti” degli ultimi mesi. Spesso, a curare queste speciali selezioni dei “libri dell’anno” sono testate affermate, dal New York Times al New Yorker; in altri casi, invece, le scelte sono meno autorevoli e più discutibili…

Come anche negli anni scorsi, noi del sito ilLibraio.it preferiamo evitare liste di “migliori libri del 2025”, proponendo anche questa volta una raccolta di alcuni tra i libri che ci hanno colpito, sorpreso, emozionato, fatto riflettere (abbiamo fatto la stessa cosa per le precedenti annate editoriali: ad esempio, qui trovate la lista relativa al 2024, qui quella dei consigli relativi al 2023, qui quella dedicata al 2022, e qui quella uscita a fine 2021). Insomma, ormai è una tradizione…

 

 

Quella che pubblichiamo di seguito, preferiamo ribadirlo, non vuole quindi in alcun modo essere una classifica dei “migliori” libri dell’anno secondo noi, quanto invece uno spazio in cui, non senza difficoltà, ciascuna collaboratrice e ciascun collaboratore è stato chiamato a scegliere uno solo tra i nuovi titoli del 2025 che ha letto e amato. Ovviamente sarebbe stato più semplice dare la possibilità di consigliare tre o cinque titoli; ma, in fondo, si tratta di un gioco, di un suggerimento personale, guidato dai propri gusti e dalle esperienze individuali.

Nella lista dei libri consigli del 2025 troverete opere di ogni genere: alcune già note e altre che hanno avuto meno visibilità, firmate da autrici e autori italiani o internazionali affermati, come pure da nuove voci, senza dimenticare imperdibili nuove edizioni.

Ci auguriamo davvero che questa selezione possa ispirarvi.

A proposito, potete condividere con noi anche il vostro “libro consigliato dell’anno”, inviando una mail a digital@illibraio.it, e indicando nell’oggetto l’hashtag #ilLibraioConsiglia2025. Come sempre, siamo in ascolto dei vostri suggerimenti.

Ma prima, ecco i nostri. E come sempre, buone letture!

L’imperatore della gioia 

Copertina di L'imperatore della gioia Ocean Vuong

Raccontare la vita di chi è ai margini ed è ben lontano dal sogno americano: Ocean Vuong con L’imperatore della gioia (Guanda, traduzione di Norman Gobetti – qui una recensione più ampia), ancora una volta è riuscito a dar voce a personaggi emarginati. Il 19enne Hai pensa di farla finita, quando viene salvato da una 82enne, Grazina: conoscersi e stringere un’amicizia, che si fa perfino sodalizio, è un antidoto potente contro la grettezza del quotidiano in una piccola cittadina del Connecticut. Ognuno di loro porta avanti una guerra personale: Hai lotta contro un’endemica assenza di ambizioni, che gli fa nascondere la sua omosessualità e la dipendenza dai farmaci; Grazina nei momenti in cui la demenza le ruba i pensieri torna a rivivere i momenti concitati della guerra che ha vissuto in Lituania, da ragazza. Solo insieme possono accettare le proprie fragilità e tenere a bada la solitudine. Nessuno si ricorderebbe delle loro pallide esistenze, se non fosse per Ocean Vuong (che ha debuttato con Brevemente risplendiamo sulla terra), così abile nel tratteggiare con ironia, commozione e realismo una storia di enorme profondità.
(Gloria Ghioni)

Orbital

Orbital di Samantha Harvey

L’overview effect è un fenomeno che descrive la sensazione provata dagli astronauti di fronte alla vastità della Terra, un’esperienza divisa tra la meraviglia e la paura travolgente. In Orbital (NN editore, traduzione di Gioia Guerzoni – qui una più ampia recensione), vincitore del Booker Prize 2024, Samantha Harvey prova a farci immedesimare in questa sensazione, raccontando una giornata qualunque di sei astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, un giorno segnato da 16 albe e 16 tramonti, a causa del continuo movimento attorno al pianeta. Attraverso gli occhi degli astronauti in missione, osserviamo i continenti, le montagne, i deserti, le nubi che si addensano in tempeste e tifoni. Riscopriamo così non solo l’amore per il nostro pianeta, ma anche per gli esseri umani che lo abitano, con le loro contraddizioni. Perché l’uomo ambisce ad esplorare lo spazio? Cosa siamo disposti a fare in nome del progresso?
(Martina Ostinelli)

Estranea

Estranea libri consigliati 2025

Che cos’ha Estranea, esordio letterario dell’olandese Yael Van Der Wouden (edito da Garzanti, nella traduzione di Roberta Scarabelli) di così speciale da essere stato tradotto in oltre 25 paesi, esser stato selezionato tra i finalisti del Booker Prize e aver vinto il Women’s Prize for Fiction? Senza dubbio la sua capacità di toccare corde diverse, di essere insieme riflessione sulla memoria, fotografia della fenomenologia dell’amore e scavo psicologico intenso. Isabel, la protagonista, vive completamente sola in una casa ordinata al limite dell’ossessione. La sua solitudine è interrotta dall’arrivo di Eva, la fidanzata del fratello, che investe le stanze silenziose e fredde della casa di risa, musica e colore. Eva è l’estranea, non solo perché è un’ospite indesiderata nella casa, ma anche perché è portatrice di una verità che sgretolerà tutto ciò in cui Isabel ha sempre creduto. La forza della penna di Yael van der Wouden (qui una recensione più ampia del suo romanzo, ndr) sta nella capacità di costruire una tensione crescente che, tuttavia, non ha bisogno di risolversi in esplosione, ma con delicatezza accompagna chi legge verso l’interiorizzazione di nuove consapevolezze.
(Ilaria Prazzoli)

Cartagloria 

Copertina di Cartagloria di Rosa Matteucci libri consigliati 2025

Cartagloria (Adelphi, qui una recensione più ampia, ndr) è, ancora una volta nella storia di Rosa Matteucci, scrittrice di ineguagliabile ricchezza stilistica, un ampio e modulato monologo in forma di spezzoni d’autobiografia, non del tutto immaginaria: si parte da un’infanzia mutilata d’affetti in una cadente villa patrizia colma di reliquie piuttosto repugnanti, ma per le cose di valore spogliata dai creditori a causa di una padre giocatore incallito, e si arriva poi molto lontano, dopo un lungo pellegrinaggio nel mondo delle religioni. Rosa Matteucci, o meglio il doppio narrante di sé, non si risparmia nulla; disgrazie e disavventure sono il suo pane quotidiano, il sacro l’avvolge con una cappa di misticismo e fastidio, volgarità, particolari inessenziali e sgradevoli, oppure la seduce e la frustra; il divino, anzi lo stesso Dio, brilla per l’agilità nel sottrarsi, e nel far ciò stimola una prosa modulata e irta di sorprese, atti d’amore, invettive, sgangherati disastri. L’ironia alla prova del tremendo.
(Mario Baudino)

La levatrice

Copertina di La levatrice di Bibbiana Cau libri consigliati 2025

Si parla spesso di lavoro di cura. Lo si nomina come se bastasse riconoscerlo per risarcirlo. Ma, come accade per molti temi legati all’universo femminile, l’interesse resta circoscritto: riguarda solo chi quel lavoro lo svolge o lo subisce. E invece la cura (come la maternità) non è un fatto privato. È una questione sociale, la base nascosta su cui poggia tutto il resto. A ricordarcelo, non con la teoria ma con la forza del racconto, è La levatrice di Bibbiana Cau (Nord). Mallena, levatrice in una Sardegna d’altri tempi, incarna l’archetipo di una sapienza antica: un sapere fatto di mani, erbe e silenzi. Accoglie la vita, placa il dolore, accompagna le donne nell’istante più fragile e più potente: quello del parto. Ma ciò che offre non viene considerato lavoro. È “vocazione”, è “dono”, è “natura”. E dunque non si paga. Leggere della sua dedizione feroce e della sua lotta per un compenso (e un riconoscimento) che non arriva mai genera una rabbia lucida e una gratitudine profonda. Rabbia, perché illumina l’origine di un’ingiustizia che ancora oggi attraversa la nostra società; gratitudine, perché restituisce voce a una genealogia dimenticata, senza la quale nessuno di noi sarebbe qui (nel nostro articolo una recensione più ampia, ndr).
(Jolanda Di Virgilio)

Entra il fantasma

Copertina di Entra il fantasma libri consigliati 2025

Sonia è un’attrice anglo-palestinese. È nata e vive a Londra ma, dopo qualche delusione professionale e sentimentale, decide di rifugiarsi a casa della sorella, ad Haifa, Israele. Comincia così una storia di riappropriazione delle sue radici e della storia della Palestina tutta. Processo che passa attraverso il teatro e, in particolare, ad Amleto. Entra il fantasma (Marsilio, traduzione di Maurizia Balmelli – qui una più ampia recensione, ndr) dell’autrice di origini palestinesi Isabella Hammad, ci permette di vedere dall’interno la Palestina, le violenze d’Israele e la crudeltà dei territori occupati. Insieme, questo romanzo ci mette a disposizione le chiavi di lettura dell’arte per conoscere il passato e provare a comprendere il presente, anche quando è tragico come quello a cui stiamo assistendo noi, da questa parte del mare.
(Giulia Ceirano)

Quello che so di te 

Copertina di Quello che so di te Nadia Terranova libri consigliati 2025

Gli occhi della donna in copertina già dicono tutto. Quello sguardo penetrante ti attrae e ti spinge a tuffarti in una storia che a poco a poco ti travolge, tanto da ritrovarti a soffrire la stessa ansia di sapere della protagonista. Perché, dal momento che è diventata mamma, Nadia sa di non poter impazzire, di non potersi permettere passi falsi e fallimenti. Una volta per tutte, è arrivato il tempo di affrontare quel segreto sepolto nella memoria famigliare, nei non detti, nelle frasi a metà che madri e zie si scambiano da decenni: che cosa è realmente successo a Venera? Per scoprirlo non resta che tornare alle origini, a quella Messina che anni fa ha prima accolto e poi tradito Venera, rinchiusa in manicomio per un dolore che non è riuscita a gestire, a sopportare. Lo stesso dolore che l’ha allontanata dal marito, figura tenera, uomo di altri tempi. Quello che so di te (Guanda) di Nadia Terranova è un libro che scava a fondo nelle relazioni, in cosa significa essere madre, ma anche figlia e nipote. Un libro “intimo”, per l’autrice ma anche per noi (qui una recensione più ampia, ndr).
(Giuditta Ciani)

Un luogo soleggiato per gente ombrosa

Copertina di Un luogo soleggiato per gente ombrosa libri consigliati 2025

Il senso dell’ultima raccolta di racconti di Mariana Enriquez, Un luogo soleggiato per gente ombrosa (Marsilio, traduzione di Fabio Cremonesi – qui la recensione completa), sta in questa frase che leggiamo a un certo punto nel libro: “Ormai è il momento di tornare anche nei posti che fanno male”.  Con echi di Borges, Cortázar, Hernández, Bioy Casares, Ocampo, Mariana Enriquez torna là dove ci aveva lasciato nelle precedenti opere (Le cose che abbiamo perso nel fuoco e I pericoli di fumare a letto), a parlarci attraverso voci di donne sudice, deturpate, fragili, donne che vedono fantasmi e non ne sono turbate, donne che si incaricano di trasmettere una memoria che abbiamo tutti perduto. Donne che si fanno tramite e insieme monito del recupero di una responsabilità storica dei nostri traumi collettivi: guerre, pandemie, morti violente, dittature, violenza, sessismo. Non solo fascinazione per l’horror e il gotico, ma un vero ritorno alla letteratura politica.
(Francesca Coraglia)

Il giardiniere e la morte 

Copertina di Il giardiniere e la morte Gospodinov libri consigliati 2025

Il giardiniere e la morte (Voland, traduzione di Giuseppe Dell’Agata – qui la recensione completa), romanzo di Georgi Gospodinov, è un libro che, come il suo autore, unisce malinconia e meraviglia, trasformando il dolore in linguaggio. Dopo Cronorifugio, vincitore del Booker Prize 2023, Gospodinov torna con un’opera più intima, un piccolo requiem dedicato al padre morente e al tempo che scorre senza pietà. Attraverso una prosa poetica e precisa, lo scrittore bulgaro riflette sulla perdita, sulla memoria e sull’eredità invisibile che lega le generazioni, mostrando come ogni lutto possa diventare un terreno da coltivare. Nel romanzo la morte non è fine, ma trasformazione: “Un ciliegio che matura senza di te”. E con la sua voce gentile e profonda, l’autore costruisce un racconto universale sull’amore filiale, sulla fragilità e sulla bellezza silenziosa del ricordare.
(Enrico Montanari)

Hotel Roma

Copertina di Hotel Roma libri consigliati 2025

“In quel periodo, se mi avessero chiesto per dove volessi partire, credo che avrei risposto Torino. Non si trattava di lasciare tutto, scomparire o tentare un’esistenza altrove, ma…”. Inizialmente solo mentale, il viaggio dello scrittore e giornalista francese Pierre Adrian, classe ’91 (dopo l’esordio nel 2015 con La pista Pasolini, suoi, tra gli altri, anche I bravi ragazzi e I giorni del mare), inizia nella primavera 2020, in piena pandemia. Hotel Roma (Atlantide, traduzione di Maria Sole Iommi), uscito a 75 anni dalla morte di Cesare Pavese, è un toccante e sentito omaggio allo scrittore ed editor, che si tolse la vita il 27 agosto 1950 in una stanza dell’albergo ancora oggi posto a pochi passi dalla Stazione Porta Nuova del capoluogo piemontese. Un reportage sentimentale, “un’indagine umana e letteraria”, che tocca naturalmente anche le colline attorno a Santo Stefano Belbo, in compagnia della fidanzata, sulle tracce dei tormenti dell’autore di Il mestiere di vivere, spietato diario spesso citato in questo libro breve ma densissimo.
(Antonio Prudenzano)

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Viaggio al termine della vita

Viaggio al termine della vita libri consigliati 2025

Definire Viaggio al termine della vita (Crocetti, traduzione di Giulia Ansaldo) un diario di viaggio sarebbe riduttivo: nel libro (qui una recensione più ampia) che l’ha consacrata come autrice di culto in Turchia, Tezer Özlü trasforma l’itinerario sulle tracce di Kafka, Svevo e Pavese in un pellegrinaggio dentro se stessa. Attraverso frammenti lirici e visionari, intreccia viaggio e memoria, desiderio e perdita, interrogando la libertà come gesto estremo di resistenza. La sua voce – febbrile, poetica, intrisa di malinconia – racconta l’erranza come unica forma possibile di sopravvivenza, la ricerca di un senso che si trova solo “al termine della vita”. Afflitta dal dolore ma animata da un impulso vitale assoluto (“Nessuna è andata così viva incontro alla morte”), Özlü percorre un’Europa reale e simbolica in cerca di sé, lasciando affiorare un pensiero radicale sulla possibilità di esistere attraverso la letteratura. Ne nasce un libro di straordinaria intensità, in cui il confine tra vita e morte si dissolve e la scrittura diventa l’unico luogo in cui la vita può ancora accadere.
(Giuliana Altamura)

Ragazze che diventano grandi

Copertina di Ragazze che diventano grandi libri consigliati 2025

In un paesino della Florida, nel profondo sud degli Stati Uniti, un gruppo di giovani e giovanissime neo mamme, abbandonate dalle famiglie e dai parenti, si stringe in una comunità tutta al femminile. Sono le Ragazze che diventano grandi (Bollati Boringhieri, traduzione di Sara Reggiani, qui una recensione più ampia, ndr) di Leila Mottley  – già autrice di Passeggiare la notte, che le è valso il titolo di più giovane finalista al Booker Prize – “bambine che fanno bambini” che, insieme, cercano di superare l’odio e l’indifferenza di chi ha voltato loro le spalle. E così, tra una lezione a scuola, una lettera per entrare al college e un colloquio di lavoro, le giovani donne si aiutano e si scambiano consigli sulla maternità. Il romanzo, che unisce diverse storie e testimonianze dalla Florida, offre un punto di vista diverso sull’argomento della maternità adolescenziale, su cosa si pensa e su come se ne parla, capace di far mettere in discussione chi lo legge e portare alla luce temi delicati come l’aborto o l’affidamento, senza mai scadere in giudizi o moralismi.
(Martina Iacomino)

In guerra e in amore

Copertina di In guerra e in amore libri consigliati 2025

L’entusiasmante seguito (del bestseller La Cattedrale del mare) che ci aspettavamo di leggere; a quasi dieci anni dal precedente Gli eredi della terraIldefonso Falcones torna in libreria con l’atteso In guerra e in amoreLonganesi, traduzione di Claudia Marseguerra, Silvia Sichel, Claudia Acher Marinelli – terzo capitolo della saga degli Estanyol, ma questa volta ambientato a Napoli, durante la reggenza tardo-medievale di Alfonso V D’Aragona (qui una più ampia recensione). E che vede per protagonista Arnau, l’ultimogenito della famiglia di bastaixos (scaricatori di porto); nominato Duca di Navarcles, il condottiero catalano sarà chiamato a difendere non soltanto l’onore della sua famiglia (come sempre minacciata dagli intrighi del fratellastro Gaspar), ma puranco a rivedere la sua stessa scala di valori (divenuta obsoleta rispetto ai nuovi costumi rinascimentali). Perché comprendere l’amore, ancor oggi, può apparire più difficile che combattere una guerra…
(Stefano Risso)

Vivere con gli uomini

Copertina di Vivere con gli uomini libri consigliati 2025

Da filosofa e scrittrice, Manon Garcia decide di presenziare a tutte le udienze del caso Pelicot per dimostrare che a essere sotto processo non sono solo Dominique Pelicot e i cinquanta imputati che hanno violentato sua moglie mentre veniva resa inerme dalle droghe che lui le somministrava di nascosto, ma tutti gli uomini, o meglio, quella fratellanza complice che rende possibili i peggiori crimini nei confronti delle donne. Come è possibile, infatti, vivere in mezzo a persone socializzate in modo da pensare che sia normale un sistema che opprime le donne sotto ogni aspetto (economico, sociale e soprattutto sessuale e fisico)? Come possiamo fidarci di parenti, amici e amanti, se le peggiori violenze nei nostri confronti vengono compiute proprio da chi abbiamo vicino? È un interrogativo terribile e l’autrice, nel libro Vivere con gli uomini – Che cosa ci insegna il caso Pelicot (Einaudi, traduzione di Luciana Cisbani), ne affronta ogni sfumatura, andando ben oltre il resoconto degli atti processuali, con un’opera profonda e disturbante, che chiede a chi legge, soprattutto agli uomini, di guardare nell’abisso del caso Pelicot, delle chat di Telegram e, in generale, di tutte le forme di violenza patriarcale, e che chiede con urgenza e amarezza un segnale per poter arrivare a credere di nuovo che esista un altro modo di essere uomini.
(Giusi Marchetta)

La stagione che non c’era

Copertina di La stagione che non c'era libri consigliati 2025

Come l’eco di un sogno di cui non si ricordano i dettagli, ma soltanto la sensazione che lascia addosso al risveglio, La stagione che non c’era di Elvira Mujčić, edito da Guanda (qui una più ampia recensione, ndr)  è un romanzo sospeso nell’attesa che si realizzi una premonizione taciuta, implicita. Si ambienta nella Bosnia Erzegovina dei primissimi anni ‘90, all’indomani della morte di Tito e del crollo del muro di Berlino, ma prima dello scoppio della guerra che dilaniò il Paese. Il libro inganna lo scorrere del tempo in un susseguirsi di scene di vita quotidiana, imperfette, profondamente umane, costellate da brevi incursioni della Storia – quella con la S maiuscola -, che fa capolino dalla radio e sembra annunciare la tragedia a venire. Il romanzo, che non si avventura nel racconto della guerra, ritrae alla perfezione quel tempo sospeso, dilatato, che precede il cambiamento epocale, quel momento in cui trattenere il respiro e tendere l’orecchio, cercando di anticipare l’istante esatto in cui il cadere di una goccia d’acqua infrangerà il silenzio.
(Elena Asquini)

Malbianco 

Copertina di Malbianco di Mario Desiati libri consigliati 2025

In Malbianco di Mario Desiati (Einaudi – qui la nostra intervista, ndr), l’eredità è qualcosa che assume subito confini precisi, che abitano la storia familiare del protagonista, Marco Petrovici, alle prese con un passato irrisolto, sulle prime difficile da tradurre e da comprendere. Il percorso di questo romanzo parte dal malbianco, malattia fungina di alcune piante che capiamo ha a che fare anche con il presente di Marco, il quale si ritrova ad avere attacchi di panico senza un apparente motivo. La ricerca delle origini è anche la ricerca delle origini della malattia, quella di Marco, quella del malbianco famigliare, un qualcosa che sta sull’albero genealogico, attaccato alle foglie. Malbianco è la storia di una famiglia durante il Novecento; ci viene raccontata attraverso la sua eredità, fatta del dolore impresso nelle azioni e di quello riflesso nelle inazioni e di un vissuto senza tracce visibili che fanno breccia nel presente del suo protagonista.
(Elena Marinelli)

Lo sbilico

Copertina di Lo sbilico di Alcide Pierantozzi libri consigliati 2025

Fosse per me, potessi piegare a mio piacere l’asse degli eventi – sia mai, sai mai – per qualche mesetto, diciamo, fermerei tutto il carrozzone dei fatti e degli avvenimenti. Non visto, non si stampi, ferme le rotative, scioperino i creator. Unica eccezione: Lo sbilico (Einaudi). Sugli schermi, specchi neri del nostro sgomento, apparirebbero scritte anodine (“a fuoco la caserma di San Benedetto”) oppure, incisi, gli occhi di “rame azzurro” di una gatta pazza. Testo unico – ne avremmo una tiratura illimitata, frollata, viva di insetti librofagi, psocotteri e pesciolini d’argento. Alcide Pierantozzi scrive il diario di bordo di una malattia mentale, la sua, e in queste acque fangose scioglie una pasticchetta di universale. Parole, mondo, pensieri, i piani delle cose non si equivalgono più: sfasano, non collimano, sconfinano, li separa un nero cavo e affilato, lo sbilico, e la compulsione all’amalgama è violenza e sfinimento. Ci vuole coraggio per dirlo attraverso una lacerazione tragica che fruga nella massa del proprio dolore: c’è. In questa pausa, credo, vagando nella geografia di queste vertigini, tutti insieme, soli, scopriremmo qualcosa, qualcosa di nostro.
(Gianluca Catalfamo)

Cartella clinica

Copertina Cartella clinica libri consigliati 2025

Non lasciatevi fuorviare dal titolo freddamente burocratico. Nel libro Cartella clinica (Sellerio), Serena Vitale ricorre alla suggestione della letteratura per condurre un’indagine serrata attorno alla malattia e alla morte dell’amata sorella maggiore Rossana, studentessa del Conservatorio e già valente pianista, che “impazzisce” e poi viene internata nel manicomio romano di Santa Maria della Pietà dove viene trovata morta a 20 anni, il 24 settembre del 1961. È un’altra Italia (la legge Basaglia è di là da venire, arriverà nel 1978) e la malattia mentale è uno stigma, anche sociale, di cui vergognarsi o da tenere il più possibile nascosto. Vitale affonda il bisturi nei silenzi imbarazzati della famiglia, nella sua stessa assenza (“Ma io dov’ero?”), in relazioni mediche miserabili, in memorie e documenti, nell’escalation di cure che nulla risolvono se non spegnere la luce negli occhi di Rossana, nella rimozione, durata a lungo, di quel suo passato sempre presente, ancorché protetto, nel trascorrere degli anni, da una coltre di mistero sui fatti e da una certa, umanissima anche, smemoratezza. Rossana era preoccupata di avere gli “occhi storti”, quegli stessi occhi che da sempre cerca di cavare alle bambole che le vengono regalate mentre di notte è visitata da “voci” tanto inesistenti quanto, per lei, implacabili. Il viaggio da Brindisi a Roma per il ricovero in manicomio è anche il viaggio che l’autrice compie, attraverso la scrittura, per restituire l’onore della memoria alla sorella e riconoscere che la schizofrenia sfugge da un meccanismo di causa-effetto: “È un tragico addio alla realtà di cui va rispettato il mistero. Perdonami, Rossana”.
(Antonio Sanfrancesco)

La fabbrica e i ciliegi 

Copertina di La fabbrica e i ciliegi libri consigliati 2025

La fabbrica e i ciliegi (Ponte alle Grazie qui un estratto) di Tommaso Giagni è un libro importante, che porta al presente il romanzo d’impegno civile costruendo una trama appassionante – una ricerca di verità che a tratti è inchiesta, a tratti indagine intima di radici dimenticate. Dà voce a una storia accantonata fra i tremendi rimossi della storia industriale italiana, con una tenerezza misurata, e perciò più vera e più commovente, per l’umanità offesa delle vittime e di chi ha raccolto proprio malgrado il testimone di morti rimaste nascoste: Cesare, il protagonista, che incontriamo metodico e pacifico, impegnato a scansare conflitti come un aspirante Don Abbondio contemporaneo e si ritrova invece a dover maneggiare una storia incandescente che lo riguarda da sempre senza che lui lo sappia, e lo costringerà all’epifania che ha cercato di evitarsi: il passato non passa mai, e la connessione fra esseri umani arriva molto più lontano di quanto potremmo sospettare.
(Ilaria Gaspari)

La verità è un fuoco

Copertina di La verità è un fuoco libri consigliati 2025

Il giorno in cui ho scoperto che mio padre era un prete avevo tredici anni. Oggi che ne ho trentanove voglio scrivere un libro su di lui, e non glielo so dire”. Fin dall’incipit di La verità è un fuoco (Garzanti), la direttrice de La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino e Quotidiano Nazionale, nonché Presidente di Longanesi, Agnese Pini (qui la nostra intervista, ndr), spalanca il perimetro di una ferita: ventisei anni di silenzi nutriti di domande rimaste in sospeso, mentre quelle stesse domande diventavano mestiere, sguardo, vocazione. Questo memoir non indulge: forza il privato fino a farlo materia di riconciliazione universale. Tra desiderio di verità e terrore dell’evidenza, tra parole interrotte e parole che, scritte, non tornano indietro, si addensano oggetti, fotografie, luoghi (da Carrara a Sarzana, da Pisa a Vezzano Ligure) come referti di un destino. Al centro, un amore assoluto nato “tra gli scaffali di una biblioteca” che infrange regole e condanne per obbedire a un’urgenza primaria: amare e essere liberi nel farlo. Perché, scrive Pini, “bisogna essere pronti per l’amore (…) prima di riuscire a vederlo”.
(Alessia Liparoti)

E tutti danzarono

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Un romanzo-calamita che fotografa l’ansia del presente: in E tutti danzarono (La Nave di Teseo), Alessandro Bertante porta un’intera città oltre il limite. Mentre trecentomila ragazzi ballano senza sosta a Parco Sempione, Ivan Boscolo – docente, padre diviso tra ipocondria e alcol – attraversa una Milano rovente alla ricerca della figlia Micol, risucchiata da una “piaga del ballo” che azzera volontà e conflitto. La polizia è impotente, il sapere accademico muto, e solo chi vive ai margini (poveri, immigrati, anarchici) pare immune: anticorpi nati dalla precarietà. Bertante compone una distopia lucidissima e viscerale, insieme denuncia sociale e profezia nera, in cui la trance generazionale svela il vuoto lasciato da un benessere senza bussola. Nessuna catarsi: “il nuovo mondo si palesa minaccioso” e l’alba svanisce. Qui una recensione più ampia.
(Simone Re)

Correzione automatica

Copertina di Correzione automatica libri consigliati 2025

Con Correzione automatica (Feltrinelli, traduzione di Alessandra Shomroni), Etgar Keret costruisce una raccolta di 33 racconti brevi, fulminanti, geniali, sulla mutazione antropologica in corso (il titolo rimanda all’intervento della macchina sul processo umano della scrittura, chiamando in causa l’autore stesso). Come in un Black Mirror di declinazione più romantica e giocosa, ma con squarci altrettanto allucinanti e veggenti, Keret mette alla prova la nostra umanità e le sue narrazioni, in una sorta di fantascienza speculativa interiore. Ecco prodursi cortocircuiti di un mondo incastrato nella rete, alterato dal moltiplicarsi delle identità, pieno di alibi virtuali, verità simulate e universi relazionali paralleli. Non basta, però, mettere YouTube o Tinder, cellulari e profili Facebook dentro a storie ben congeniate per parlare dell’oggi e rivelarlo. Quello che lo scrittore israeliano fa, con ironia, mestiere e – a tratti – crudeltà, è raccontare paure, desideri e paradossi che ci abitano ancora in un mondo sempre più drogato e sderenato da spinte e distorsioni tecnologiche, a tratti alterato, forse giocato.
(Matteo Columbo)

L’impero della neomemoria 

Copertina di L'impero della neomemoria libri consigliati 2025

L’impero della neomemoria di Heriberto Yepez, edito da Timeo e tradotto da Daniel Di Schüler, è un’opera – letteralmente – esplosiva. Oggetto non identificabile, questo libro usa la biografia del poeta americano Charles Olson come innesco per lanciarsi in un flusso vitale continuo che mantiene il rigore del saggio mentre lascia sfolgorare intuizioni e allucinazioni poetiche. Yepez ha un’ambizione enorme, smisurata: cercare un corpo a corpo con quello che ritiene il cuore del progetto occidentale, ovvero il dominio sul Tempo e sulla Storia. Lo fa smontando il moderno con le armi del moderno, aggredendo il postmoderno con una scrittura e una pratica di pensiero impregnata di postmoderno. Attraversa miti, convoca pensatori, poeti e artisti (tra gli altri, ma sono solo alcuni: Antonin Artaud, Sigmund Freud, David Lynch, Sofocle, Platone, Karl Marx e Philip K. Dick), li usa per consumarli: da questo maelstrom cerca di fare emergere una nuova dimensione del pensiero nella direzione di una rivolta metafisica che preceda e bruci le fondamenta dell’impero nel quale ci troviamo. Qui un approfondimento.
(Niccolò Bosacchi)

La fame del Cigno

Copertina di La fame del Cigno luca mercadante libri consigliati 2025

Luca Mercadante ha scritto un romanzo che scuote l’anima: con una prosa tesa e un’indagine giornalistica ostinata, ci trascina in un senso di fame sotterranea e inesausta, che è fatta del bisogno di colmare i vuoti, di ricominciare, di cercare la verità, di far pace con il passato. La fame del cigno (Sellerio qui una più ampia recensione) intreccia noir, critica sociale ed esplorazione della fragilità umana, giornalismo di inchiesta e malavita, con un protagonista potente nella sua imperfezione intrisa di ironia. Domenico Cigno, giornalista disilluso e tormentato, si muove tra le rovine del litorale domitio, tra canali limacciosi, degrado e illegalità, in un territorio che è già da solo un personaggio oscuro. Leggere queste pagine significa confrontarsi con le occasioni mancate, l’orgoglio ferito e il desiderio di riscatto, sul confine sottile tra il vuoto della precarietà e il profumo dell’estate, dove la realtà è una palude da cui tutti vorrebbero fuggire, ma alla fine restano.
(Francesca Cingoli)

I froci e i loro amici tra le rivoluzioni

I froci e i loro amici tra le rivoluzioni libri consigliati 2025

I Froci & i loro amici tra le rivoluzioni, di Larry Mitchell e Ned Asta (che ne realizza le bellissime illustrazioni) esce nel 1977 per la Calamus Press, piccola casa editrice fondata per l’occasione ed è, oggi, quasi un libro che sembra provenire da un altro mondo (a riproporlo in Italia è WoM Edizioni); perché è una favola sulle comunità queer degli anni Settanta in cui ritroviamo i temi dell’attivismo radicale di quegli anni; perché immagina, alla lettera, un mondo altro: quello di Virilia, in cui un tempo tutti erano froci, e gli uomini (guidati dal leader Warrer-E-Il-Suo-Uccello) nascono solamente quando inizia l’oppressione delle donne e degli animali; perché immagina, anche, le possibilità di una sorta di utopia, nella possibilità di cambiarlo, davvero, questo mondo e ristabilirlo su delle basi diverse: come molte esperienze intellettuali e artistiche radicali di quegli anni, il punto non è chiedere di entrare a far parte della cultura dell’oppressore, ma tirarsene fuori. E tutto questo lo fa con delle forme, un linguaggio (anche visivo) che si pone volutamente fuori, perché, come scriveva Audre Lorde, “non si può smantellare la casa del padrone con gli attrezzi del padrone”. I Froci & i loro amici è un libro bellissimo; ma è anche un’occasione per ripartire a ripensare la cultura, la vita, l’attivismo.
(Giuseppe Carrara)

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Vittima

Vittima libri consigliati 2025

“Sferzante”: ecco la parola che forse descrive meglio Vittima (66thand2nd, traduzione di Violetta Bellocchio), il romanzo d’esordio del giovane Andrew Boryga. Perché ci colpisce con il suo tono insolente, satirico e fintamente pietistico. Perché batte con sapienza sulle nostre miopie, denunciando il woke-washing e l’idea che le minoranze siano automaticamente vittime del sistema, e acquisiscano valore solo in funzione della loro storia personale. Perché ci scuote con una creatività irresistibile dallo stato di inerzia con cui rischiamo di rapportarci ai libri, costringendoci a vedere nel picaresco protagonista Javier un narratore sempre più inaffidabile, che in questo finto memoir ci apparecchia un mirabile inganno nell’inganno, dimostrandosi pronto davvero a tutto pur di diventare uno scrittore di successo. E perché sul più bello ci lascia poi a corto di verità, facendoci chiedere se non eravamo proprio noi la vittima designata di questa brillante e irrisolta truffa narrativa…
(Eva Luna Mascolino)

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La biblioteca del censore di libri 

Copertina di La biblioteca del censore di libri libri consigliati 2025

La biblioteca del censore di libri (astoria, traduzione di Sara Daniele – qui una più ampia recensione) è un romanzo distopico che si rivela essere anche un grande omaggio alla tradizione letteraria (da George Orwell a Aldous Huxley, passando per Lewis Carroll e Nikos Kazantzakis). Nel mondo descritto da Bothayna Al-Essa, i libri sono oggetti pericolosi e per questo censurati, internet è vietato e la libertà non esiste… Ma forse un uomo può cambiare le sorti della società. Al centro della storia, infatti, troviamo un nuovo Censore, orgoglioso della sua recente assunzione al Ministero, ma anche curioso di scoprire cosa si cela dentro le pagine di quei libri che, una volta l’anno, vengono bruciati pubblicamente. Inizia così un viaggio di scoperta: di sé, dei suoi valori, e di quelle leggi che credeva giuste, ma che forse sono solo un modo per controllare le persone…
(Jonathan Blasig)

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Perché contare i femminicidi è un atto politico 

Copertina di Perché contare i femminicidi è un atto politico libri consigliati 2025

Da dove si parte per comprendere un fenomeno? Quali strumenti abbiamo per costruire una strategia di risposta efficace? Contare è il primo passo per capire e, soprattutto, per salvare. Nel suo nuovo saggio, Perché contare i femminicidi è un atto politico (Feltrinelli), Donata Columbro (qui la nostra intervista all’autrice, ndr) affronta il tema dei dati: racconta i numeri e le persone dietro di essi, i nomi, le storie, le informazioni che possediamo e quelle che ancora mancano per intervenire in modo più mirato ed efficace. Ad oggi, nel 2025 l’Osservatorio Femminicidi Lesbicidi Transcidi di Non Una di Meno ha registrato 70 femminicidi, 12 altre morti legate alla violenza di genere (tra cui suicidi indotti e casi in accertamento), 62 tentati femminicidi e 2 figlicidi nel 2025. Ecco perché contare i femminicidi è un atto politico: un gesto concreto che si oppone alla propaganda e restituisce dignità alle vittime, ricordandoci che dietro ogni cifra ci sono persone, storie e vite che devono essere protette, fino a quando quel numero non sarà finalmente zero. Un consiglio per un libro che parla del presente, del passato e di quello che ci serve per un futuro migliore.
(Giuseppe Cecere)

Il fiume d’erba

Il fiume d'erba libri consigliati 2025

Con Il fiume d’erba, Helen Humphreys, scrittrice canadese pubblicata da Playground (qui nella traduzione di Andrea Bortoloni), offre un ritratto poetico e intimo della vita di Henry David Thoreau (1817-1862). Non solo i due anni nella capanna costruita sul lago, l’autore di Walden è raccontato nella sua pienezza attraverso scene di vita quotidiana. Assistiamo con meraviglia ai turbamenti emotivi di Thoreau: più complesso di un semplice ribelle solitario, fu circondato dall’affetto dei fratelli e colpito da svariati lutti. Poco incline a ereditare la fabbrica di matite del padre, fu maestro d’infanzia e lavorò come agrimensore. Quando entrò in contatto con Emerson e il circolo dei trascendentalisti, ebbe l’incoraggiamento a scrivere per registrare le emozioni intense che provava quando era solo in mezzo ai boschi. Le parole di Humphreys rendono giustizia a una delle figure più affascinanti della letteratura americana dell’Ottocento.
(Micael Chimienti)

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Passeggiata sull’Himalaya

Copertina di Passeggiata sull'Himalaya libri consigliati 2025

Ci sono due motivi per avvicinarsi a Passeggiata sull’Himalaya (Adelphi, traduzione di Franca Cavagnoli), o forse tre. Uno, è perché si ama Jamaica Kincaid: difficile non amarla, dopo averla incontrata – origini antiguane e americane, autrice raffinatissima, tra gli altri, di Autobiografia di mia madre (traduzione di David Mezzacapa), a lungo staff writer del New Yorker, dalla voce originale, semplice, commovente. Due, perché si ama l’Himalaya, e questo è un libro non comune su una montagna come lei, sul passeggiarci sopra in lungo in largo, alla ricerca di piante e fiori autoctoni, in compagnia di amici botanici, minacciati (e incoraggiati) dai maoisti del Nepal. Tre, perché la curiosità vi ha rapito – non conoscete né l’autrice, né l’amore per la montagna – eppure non potete fare a meno di prenderlo da una pila e immergervi nella lettura. Quale che sia il motivo, non ne esiste uno valido per non leggere questa piccola perla.
(Silvia Cannarsa)

Kala

Copertina di Kala di Colin Walsh libri consigliati 2025

Kala di Colin Walsh (Fazi, traduzione di Stefano Tummolini –  qui una recensione più ampia) non si limita a raccontare una storia, ti costringe a guardarti dentro, a fare i conti con ciò che eri e con ciò che sei diventato. E quando lo hai terminato, non ti lascia mai davvero. È un thriller dalle molteplici sfaccettature, è al contempo un viaggio nell’adolescenza, con tutte le sue ombre e i suoi bagliori. Con maestria, l’autore intreccia mistero e formazione, alternando presente e passato in un crescendo di tensione. La scomparsa di Kala e il ritorno dei suoi amici a Kinlough diventano il pretesto per scavare nei ricordi, nei legami spezzati, nei silenzi che fanno rumore. In queste pagine si ritrova l’intensità degli anni più autentici e fragili, di quando ogni emozione sembrava definitiva. Ogni dettaglio – la musica, i desideri, le paure – è tangibile, potente e portatore di quell’atmosfera malinconica, cinematografica, che ti resta addosso.
(Francesca Tommasi)

Mare aperto – Storia umana del Mediterraneo centrale

Copertina di Mare aperto. Storia umana del Mediterraneo centrale libri consigliati 2025

Se non si vive o lavora lungo le sue coste, è facile che il Mediterraneo evochi immagini di isole da cartolina, vacanze e buona cucina. Ma ridurlo a questo significa ignorare la complessità che nei secoli si è sedimentata tra i suoi popoli e le sue culture. Il giornalista Luca Misculin descrive questo mare (e in particolare un suo tratto centrale, il canale di Sicilia) da una prospettiva umana, tracciando i contorni di un luogo che accomuna realtà diversissime: imprese cartaginesi e ricette secolari come quella dell’harissa, cavi sottomarini che trasmettono dati e club calcistici isolani in difficoltà, ma anche pirati e pescatori, mercanti e conquistatori, rotte di schiavi e di migranti. Mare aperto – Storia umana del Mediterraneo centrale (Einaudi) è un libro che attraversa passato e presente di questo angolo di mondo, da sempre teatro di contraddizioni, e che guarda anche al suo futuro: un futuro in cui l’aumento dei turisti in cerca di spiagge incontaminate si confronterà con un territorio che comincia a mostrare i segni dell’emergenza climatica.
(Nadia Corvino)

Attraverserò il tempo per te

Attraverserò il tempo per te libri consigliati 2025

“Il motivo per cui non succedono cose fuori dall’ordinario in questo mondo è che le persone non sono pronte ad affrontarle”. In Corea del Sud esistono delle cassette postali “lente”: le lettere si imbucano oggi, ma vengono spedite tra un anno. Si trovano principalmente nei luoghi turistici, dove inizia il romanzo di Lee Kkoch-nim, Attraverserò il tempo per te (Mondadori, traduzione di Luca Bordin). La giovane protagonista, Eunyu, obbligata da suo padre, scrive un messaggio alla se stessa del futuro. La cosa molto strana è che quella lettera del 2016 finisce nelle mani di un’altra Eunyu che, però, vive nel 1982. Dopo una diffidenza iniziale, tra le due comincia uno scambio epistolare divertente, irriverente, che passa dal raccontarci la Storia del Paese alla difficoltà di crescere, a qualsiasi età. La loro è una relazione fatta di attese – quelle a cui non siamo più abituati –, di confidenze limpide, di sostegno. Lettera dopo lettera nasce un’amicizia che potrebbe cambiare il loro passato, tanto quanto il loro futuro. Attraverserò il tempo per te è una storia delicata, che ha dentro un pezzo di tutte e tutti noi, a quindici e a novant’anni, in Corea o in Italia, dobbiamo solo avere il coraggio di affrontarla.
(Désirée Favero)

Etnografie trap – Il potere delle vite immaginate 

Copertina di Etnografie trap - Il potere delle vite immaginate libri consigliati 2025

Se il 2025 avesse una colonna sonora, sarebbe senz’altro trap. Questo “nuovo” genere musicale, diretto erede del rap, si conferma come il più ascoltato nelle classifiche italiane di streaming. L’estetica trap ha grande impatto anche sulla cultura giovanile, soprattutto nel tessuto urbano, incarnandosi nella controversa figura del “maranza”. Per i detrattori, però, la trap promuove troppa violenza. Francesca Buscaglia, educatrice e antropologa, è andata a fondo di questi mondi spesso sconosciuti ai più, analizzando il profondo legame tra i minori stranieri non accompagnati del quartiere Molise-Calvairate di Milano e la musica trap. La sua tesi di laurea è diventata il saggio Etnografie trap – Il potere delle vite immaginate, edito da Agenzia X.  Quali sono i modelli di mascolinità e buona vita promossi dalla cultura trap? Perché i maranza sono diventati il nuovo capro espiatorio della società italiana e che immagine ci rimanda la trap di tutti noi?
(Veronica Tosetti)

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